giovedì 21 marzo 2013

Come sostenere i soliti noti….



e favorire le grandi lobby, facendo finta di voler abbassare i costi delle bollette, rispettare l’ambiente, agire per il ben essere dei cittadini  e accogliere democraticamente i pareri online espressi dalle pseudo consultazioni pubbliche sul sito del MiSE . L’ultima vicenda ci giunge dal Governo dimissionario che, travalicando le proprie competenze,  senza voto di Parlamento ha firmato un decreto interministeriale  che chiude la procedura sulla Strategia Energetica Nazionale. Tale documento, firmato da Passera e Clini,  ridefinisce  le linee programmatiche di   un piano di crescita e di sviluppo del settore energetico, con un orizzonte temporale di riferimento più esteso, 2020 e 2050che permetterebbe di “migliorare fortemente gli standard ambientali, di ‘decarbonizzazione’ e di rafforzare la nostra sicurezza di approvvigionamento, grazie a consistenti investimenti attesi nel settore”. L’attuazione della SEN consentirà, infatti, il graduale superamento degli obiettivi europei “20-20-20”, grazie ad una “Significativa riduzione dei costi energetici e progressivo allineamento dei prezzi all’ingrosso ai livelli europei” e che le rinnovabili possano diventare la prima fonte energetica al pari del gas Un a strategia che è stata subito salutata con favore dal mondo imprenditoriale e in particolare dalla Federazione nazionale delle imprese elettroniche ed elettroniche di ANIE Confindustria, che già intravedono un beneficio consistente, per l’Oro“Ci auguriamo– ha sottolineato Gemme presidente ANIE- che questo piano vada verso quella articolata e coordinata politica energetica che tutti noi imprenditori chiediamo a gran voce, per ridare vigore alla nostra già sofferente economia, e nella direzione condivisa dalle aziende Anie di maggiore efficienza energetica e maggiore sviluppo delle rinnovabili”.
Quindi diamo il contentino delle rinnovabili, che, come è avvenuto in Puglia, possono diventare un lucroso affare  producendo un surplus di energia a danno dell’ambiente  e ricevendo gli introiti del cip6,  mantenendo, nel contempo,  inalterata la volontà di “sostentamento” alle multinazionali degli idrocarburi a danno del nostro territorio e della vocazione al turismo che dovrebbe essere la grande ricchezza dei cittadini.

Se si ha l’accortezza di leggersi tutte le 139  pagine del documento si scopre l’inganno e cioè  l’aggiunta di sussidi alle bollette per le spese dei rigassificatori e, per lo sviluppo sostenibile della produzione nazionale di idrocarburi, promuovere l’Hub Energetico del gas, che per l’Italia centro- meridionale  è previsto in BasilicataIl documento strategico riafferma, infatti, la ferrea volontà di dare  il via libera alle trivellazioni sulla terraferma e in mare , con il dovuto rispetto ambientale(!), ma di fatto non verranno minimamente scalfite le infinite concessioni già accordate.
Non so che dirvi ancora una volta Attenti ai buoni  

martedì 19 marzo 2013

Siamo stati castigati..Altro che Casta


 Altro furioso attacco ai diritti sociali del nostro paese, nel silenzio totale di tutti gli schieramenti “vincitori” , ci aspetta il completamento del processo di tagli avviato  dal Patto  di Stabilità” o “Fiscal Compact”, con l’approvazione del Two Pack, che assegna alla Commissione europea nuovi e più forti poteri ,poiché avrà il compito entro ogni mese di ottobre, a partire dal 2014, di pronunciarsi sui  bilanci dei 17 Stati europei  con facoltà di porre il veto e sanzionare, superando la tradizione delle “raccomandazioni”.
Insomma un deficit democratico che attribuisce ad un organo tecnico un potere inimmaginabile mascherato dalla pezza a colori dei soliti slogan volti a promuovere la crescita, partendo dalla tutela della scuola e della sanità
 Secondo i deputati  europei sostenitori del pacchetto legislativo, guidati da Jaean Paul Gauzès ed Elisa Ferreira , quando un Paese deve operare tagli consistenti questi non “dovrebbero”(Non devono avremmo preferito) coinvolgere la sanità e la scuola, così come la riduzione del deficit dovrebbe essereapplicata in modo più flessibile. Si prevede l’istituzione di un Fondo europeo di redenzione (forme di aiuto utile per abbassare i tassi di interesse sui titoli di debito pubblico) gli Eurobills (emissione di un fondo di riscatto in sostituzione parziale delle emissioni nazionali di debito) e un gruppo di saggi che emetterà “pareri sulla fattibilità di un sistema eurobond (debito comune area  euro).
 Ci si vuol far credere che la Commissione sarà soggetta a nuovi controlli , così come  Troika, “la Commissione, BCE e FMI,  in realtà  nella supervisione delle riforme economiche nei paesi in difficoltà verranno confezionate nuove troike  a cui saranno conferiti maggiori poteri e “assistenze finanziarie”  tramite l’EMS.
Una leggina europea, scivolata  inosservata e indisturbata, che si traduce  in un pesante pacchetto di 45 miliardi annuali per l’Italia per i prossimi venti anni e su questo ci sarebbe da chiedere  ai nuovi parlamentari che hanno concentrato il livore anticasta contro i privilegi economici dei parlamentari, che per quanto ripugnanti sono la milionesima parte del problema che ci affligge,  come mai nessuno si è espresso contro questo ennesimo  attacco alla nostra sovranità economica, né sembra ne loro programmi ci siano esplicite posizioni politiche che possano mettere in discussione lo strapotere dell'UE sugli Stati Nazionali che con i suoi provvedimenti  mette seriamente in gioco la nostra libertà e il nostro benessere
Senza nemmeno soffermarci sui PD e PDL, di cui ampiamente conosciamo le loro responsabilità, assistiamo ai coloriti cambi di giacca  di  Vendola il saltimbanco, che scaccia senza tanti complimenti  la pesante eredità di Rifondazione aderendo al PsE, e alle invettive di  Grillo che, pur avendo tanti problemi a cui pensare, non  mi sembra si sia sprecato più di tanto sulle ricadute economiche che tali provvedimenti hanno sul economia reale del Paese  né mi sembra, in definitiva,  apparire  poi tanto contrario all’Europa,
 intanto, tra un nuovo Papa e un nuovo Parlamento,  e un il toto Governo, dietro l’angolo e sulle nostre teste incombono i molto reali  tagli alle pensioni e licenziamento in massa dei pubblici dipendenti.

martedì 12 marzo 2013

L'OSTELLO DEL POVERO


L' Ostello del Povero
Se lasciamo morire la scuola, muore anche il quartiere , così per anni abbiamo lottato per difendere una scuola presidio di legalità all’interno di un territorio dilaniato dalla criminalità e dalla speculazione edilizia. Ora il magnifico edificio , tristemente chiuso da un lucchetto che la dice lunga sul suo destino, rischia di essere ceduto magari per dar finalmente corpo a un vecchio progetto che vedrebbe trasformata la più vecchia scuola di Bari in un albergo  un Ostello pronto a ricevere i turisti . L’ edificio comunale , di proprietà dei cittadini baresi, rischia questa fine né sarebbe da meravigliarsi  più di tanto dal momento che un po’ è abitudine di questa amministrazione cedere immobili di pregio e storici per compensare altro come  è avvenuto con Palazzo San Michele (ex monastero di San Benedetto) e l’ex convento dei Teatini ceduti per evitare il commissariamento del Petruzzelli , sacrificio che non ha  evitato il destino ormai segnato del teatro.
La scuola San Nicola uccisa dai pregiudizi popolari largamente strumentalizzati da chi aveva altri interessi  chiude i battenti , così come si stanno depauperando le altre scuole del quartiere  le quali devono cedere il passo alle ondate emotive che direzionano le famiglie verso poli didattici anche a costo della violazione sulle norme elementari sulla sicurezza e di sprechi enormi per la comunità. Si preferisce ammassare i propri figli in luoghi poco luminosi o in scatole verticali che in caso di incendi o altro potrebbero mettere in serio pericolo la vita dei bambini, tutto questo pur di evitare di tornare a far vivere un patrimonio storico e culturale che ci appartiene. Ma la mente umana è un universo inesplorato e misterioso e mai ci sarà una risposta logica, a  parte la solita tiritela dei ragazzacci “i vastasidde” che albergano in quegli edifici, che rovinano i bravi ragazzi; però se il destino della Scuola Media San Nicola è quello di chiudere ebbene come cittadini evitiamo che sia ingoiato da altri interessi , se i ragazzi del quartiere sono destinati ad andare altrove ebbene i cittadini baresi Tutti hanno il dovere di mobilitarsi e di “scegliere” quale sorte il grande edificio, che fronteggia la Basilica,  dovrà avere.
 Il pensiero e la proposta di Mafalda  è quello di rivolgere lo sguardo non più ai polli da spennare (turisti) o alle associazioni amiche antimafia, pacifinte , ecoverdognole,  in questo periodo di povertà dove gli ultimi sono dispersi tra le strade o i non luoghi di questa città, sempre più spersonalizzata, ebbene un atto di carità potrebbe illuminare le azioni di questi nostri rappresentanti, purtroppo da noi scelti, un atto che parta dal basso dalla gente comune che decide di offrire agli ultimi , ai dannati della terra a quei nostri fratelli più derelitti un magnifico edificio L’Ostello del Povero  e saremo tutti immensamente ricchi
Mafalda e il suo urlo

venerdì 8 marzo 2013

Cenerentole: Belle e Abbandonate (sulle Lame di puglia)

Lo scempio a danno delle  lame oltre ad aver mutato radicalmente  la> morfologia della Terra di Bari ha irrimediabilmente distrutto il>  patrimonio storico, culturale, archeologico e paesaggistico che> rappresenta le radici di una comunità, per via  di politiche neoliberiste> giocate in favore di interessi privati>> I nostri amministratori hanno sempre sbandierato durante le campagne> elettorali o nei momenti critici con grande convinzione la loro> preoccupazione per il futuro del nostro territorio ma  c´è da chiedersi> quali siano state poi le  logiche che hanno favorito la cultura di> convivenza con il rischio e il moltiplicarsi  di progetti di "sviluppo"> urbanistico in aree inondabili come le lame in Terra di Bari. E´ chiaro che> gli interessi locali hanno prevalso senza avere una visione ampia e> completa di tutto il bacino idrografico, sono stati sottovalutati pericolo> di alluvioni invocando comodi alibi, come i cambiamenti climatici e le> mancate "pulizie fluviali" dalla vegetazione dagli accumuli di sedimenti.,> avendo però cura di tacere sulle proprie responsabilità (prima tra tutte> l´urbanizzazione del-le aree inondabili) e di sfuggire alle logiche> conclusioni (come il ridimensionamento delle previsioni urbanistiche in> aree inondabili), in barba* al Piano di Bacino Idrografico (Legge n.> 267/1998*  Ora, forse per via del momento politico particolare , vengono> ripresi come il coniglio dal cilindro le Cenerentole trascurate ,  come> l´area a sud-est di Bari, oltre Torre Carnosa,  tra lama San Giorgio e le> aree di "interessa  ambientale A2" di Torre a Mare e il confine del> territorio comunale del Comune di Mola di Bari porzioni di territorio che> hanno subito un processo di degrado dovuto all´intensificarsi delle> costruzioni abusive lungo la fascia costiera cancellando il rapporto tra> entroterra e mare>> Infine la Lama Cutizza o San Lorenzo della quale più volte e assolutamente> inascoltati ci siamo occupati  denunciandone la cementificazione selvaggia>  a fronte di un disimpegno dei  nostri amministratori che  avrebbero>  dovuto pensare a interventi di ingegneria naturalistica meno impattanti e> più consoni al territorio>> Le foto in nostro possesso mostrano la modifica del Paesaggio, iniziata con> l´edificazione di "pezzi" della lama, che ha avuto il suo culmine con la> distruzione della "rupe" dell´emergenza storico- archeologica "Ipogeo di> San Lorenzo", e di parti di antichi tratturi e muretti a secco e alcuni> trulli> interessati dalla strada in costruzione che corre quasi parallela alla via> della Marina Vecchia (inutile, vista la breve distanza fra la Triggiano-San> Giorgio e la zona 167).> Le opere di trasformazione del territorio in corso non mantengono l'assetto> geomorfologico d'insieme e non conservano neppure l'assetto idrogeologico,> risultando non sostenibili dal punto di vista paesaggistico - ambientale e> pregiudizievoli per la conservazione dei valori e dei beni da tutelare Un> rischio rappresentato dalla probabilità che eventuali inondazioni della> lama Cutizza, in occasione di eccezionali e malaugurati eventi> meteorologici, possano arrecare danni alle cose e alle persone che vivono> sulla lama e nelle vicinanze della stessa>>>> La Lama, che  nasce a nord del comune di Casamassima e dopo un tragitto che> attraversa i comuni di Casanassima , Capurso e Triggiano  sfocia nel Comune> di Bari  nei pressi di Cala Di Mauro, non è stata riconosciuta come area> protetta  pur configurandosi come ambiente naturalistico e paesaggistico di> valore   in cui si conservano specie vegetali  a sviluppo spontaneo e> habitat ideale per la fauna quali volpi, rane, ricci di terra e donnole,> inoltre assolve un ruolo importante di funzionalità idraulica, non dobbiamo> mai dimenticare ciò che avvenne nella notte tra il 22 e il 23 ottobre del> 2005 dove un´ondata di piena uccise 6 persone , difatti il Comune di> Triggiano nell´aprile 2010 ha presentato un progetto che prevede la> realizzazione di un "canale deviatore" per la mitigazione del rischio> idraulico e idrogeologico. Il primo sfregio alla lama fu determinata dalla> creazione di un intero quartiere nel comune di Triggiano, che  in virtù> dell´imponente sviluppo urbanistico si è esteso nel lato nord-est zona San> Lorenzo, cioè Lama Cutizza>> La lotta del Movimento di Liberazione Per il Bene Comune contro il consumo> indiscriminato del territorio  non è semplicemente una reazione al> mercatismo in favore della restaurazione della potestà dello stato sulle> risorse comuni. Essa al contrario dà voce all´insoddisfazione e> all´insofferenza per quelle politiche pubbliche che hanno generato> l´attuale crisi di fiducia nelle istituzioni e nella rappresentanza politica>>> Movimento di liberazione Per il Bene Comune>> http://www.youtube.com/watch?v=L04sJ0ycym8

venerdì 1 marzo 2013

LAVORATORIIIII



Non è finito l'entusiasmo delle votazioni che già si riversa sul popolo dei lavoratori , questa volta 3 milioni di e trecentomila statali, la scure antidemocratica del decreto frena popolo che avvicinerà i  dipendenti pubblici sempre di più alle soglie della povertà.
Il decreto stabilisce il congelamento degli stipendi e per i lavoratori della Scuola nessuno scatto di anzianità prorogando di fatto per l'anno in corso le disposizioni contenute nel decreto 78 del 2010 secondo cui "per il personale docente, amministrativo, tecnico ed ausiliario della scuola gli anni 2010, 2011, 2012 non sono utili ai fini della maturazione delle posizioni stipendiali e dei relativi incrementi economici previsti"
Nel decreto si legge  "Non si dà luogo - si legge nel provvedimento - , senza possibilità di recupero, alle procedure contrattuali e negoziali ricadenti negli anni 2013-2014 del personale dipendente dalle amministrazioni pubbliche". "non si dà luogo, senza possibilità di recupero, al riconoscimento degli incrementi contrattuali eventualmente previsti a decorrere dall'anno 2011".potere d'acquisto inesistente a cui si aggiunge un'azione di assoluta antidemocraticità dal momento che un governo in scadenza non può emanare un decreto 

Tale provvedimento determina due elementi di illegittimità prima di tutto non si tiene conto della sentenza della Consulta 223 del 2012, in base alla quale è stato stabilito che nei confronti dei magistrati, e per analogia di tutti i dipendenti pubblici, non può essere ascrivibile avviare il blocco contrattuale, nemmeno in via eccezionale. I giudici hanno infatti spiegato che la irrecuperabilità del diritto allo stipendio equo lede gli articoli 1, 36 e 39 della Costituzione viene negato il diritto alla retribuzione al lavoro, da conferire inderogabilmente in modo proporzionale all’attività svolta.
 Inoltre si tratta di un provvedimento unilaterale che viola il confronto con i sindacati.
Ad aggravare la decurtazione dei diritti stipendiali il blocco della indennità di vacanza contrattuale, prevista nel Protocollo sulla politica dei redditi e dell'occupazione in mancanza di contratto del lavoro   in caso di ritardo Si legge nel Protocollo: "L’importo di tale elemento sarà pari al 30% del tasso di inflazione programmato, applicato ai minimi retributivi contrattuali vigenti, inclusa la ex indennità di contingenza. Dopo 6 mesi di vacanza contrattuale, detto importo sarà pari al 50% dell’inflazione programmata. Dalla decorrenza dell’accordo di rinnovo del contratto l’indennità di vacanza contrattuale cessa di essere erogata. Tale meccanismo sarà unico per tutti i lavoratori”.
Insomma uno scenario sempre più vicino a quello greco, con stipendi che hanno perso e perderanno vertiginosamente il loro potere d'acquisto.

Adele Dentice