giovedì 31 marzo 2011

SEMPRE PIU' SOLI


COMMISSIONE TRILATERALEQuando esso perde forza, diminuisce il potere dei sindacati di ottenere risultati. La concertazione produce disaffezione da parte dei lavoratori, che non si riconoscono in quel processo burocratico e tendono a distanziarsene, e questo significa che più i sindacati accettano la concertazione più diventano deboli e meno capaci di mobilitare i lavoratori, e di metter pressione sui governi”… Commissione trilaterale USA, Europa Giappone 1975.
Lo svuotamento del contratto di lavoro non è responsabilità assoluta delle legge dello Stato quanto, piuttosto, della pratica quotidiana che ha fatto diventare la prestazione lavorativa come un fatto individuale tra l’impresa e il lavoratore rendendo inutile il sindacato . Il Collegato lavoro, ha finalmente realizzato la tendenza a costituire rapporti di lavoro sempre più individualizzati, nei quali il lavoratore, sempre più solo e in condizioni di debolezza, sarà costretto a concordare le proprie condizioni contrattuali con il datore di lavoro o con l'agenzia interinale, senza le tutele garantite dai contratti collettivi nazionali
Ci hanno resi schiavi facendoci credere che la piena occupazione o lo stato sociale non fosse un diritto del cittadino e un obbligo dello stato, ci hanno convinto che ci curiamo troppo, andiamo a scuola in troppi, lavoriamo troppo poco, godiamo di privilegi come la pensione di anzianità che non meritiamo e di cui ne usufruiamo in età giovanile (65 anni), che la maggior efficienza si ha con la privatizzazione e siamo indotti a credere che la truffa dei diritti sindacali negati , la chiusura delle fabbriche i licenziamenti siano il prodotto degli eccessi spenderecci della gente, cosi come lo stato di crisi sia determinato essenzialmente dagli immigrati che ci tolgono l lavoro o dagli operai improduttivi. Su questi errori di pensiero si è rinforzato il modello di accumulazione capitalista illimitata, che ordina e pianifica diritti e le gerarchie dei vari paesi . Viene taciuto che la crisi è stata indotta dalle banche e che gli armamenti ingoiano gran parte delle nostre finanze che potrebbero essere utilizzati per maggiore occupazione , non siamo informati perchè il capitalismo allo stato attuale non può che reggersi sulla supremazia militare e sulla rapina delle fonti energetiche utilizzando anche lo stato di guerra permanente . Tra l’altro l’opinione pubblica per poter accettare supinamente tutti i crimini più brutali è stata abbondantemente lobotomizzata attraverso meccanismi di disinformazione offrendo la cultura voyeristica o i finti talk show dove il chiacchiericcio di prezzolati finti intellettuali manipolano i nostri pensieri e il nostro vivere sociale a partire dall’instabilità lavorativa ,per finire alla perdita dei diritti essenziali, di cui siamo stati saccheggiati senza che ci fossero state reazioni significative se non qualche effimera passeggiata capeggiata da soliti pacifinti politici sindacalisti guerrafondai , che oggi inneggiano all’esportazione della democrazia con le bombe all’uranio impoverito , gli stessi di ieri, che si bardavano con le bandiere iridate della pace , oggi simbolo di ipocrita borghesia illuminata di sinistra serva sciocca del capitalismo
Sono gli effetti della globalizzazione e del dominio della cultura del profitto che mai come in questo millennio incrocia i destini dei popoli e se questi popoli hanno la disgrazia di vivere in terre ricche di petrolio non si ha scrupolo di aggredirli con la scusa degli aiuti umanitari e del dovere “morale” di esportare democrazia per liberarli da dittatori crudeli e sanguinari , così viene offerto generosamente il proprio aiuto alle rivoluzioni colorate,quelle subordinate agli Stati Uniti coadiuvate dalle disinformazioni di massa e dai movimenti pacifinti e da tutte quelle buone e brave associazioni impegnate nel businness della cooperazione internazionale
Ci hanno condannato, chi a vivere nella guerra permanente, chi nell’ignoranza permanente, chi nella fame permanente e, per riprendersi la propria dignità, propri diritti bisogna iniziare daccapo radicalmente per non soccombere

adele dentice

giovedì 24 marzo 2011

Appello di Joe Fallisi contro la guerra - "Se non ora quando?"


"E' buffa la leggerezza con cui i malvagi pensano che gli andrà tutto bene." (Victor Hugo)
"Chi mente una volta, spesso deve abituarsi alla menzogna; perché ci vogliono sette menzogne per occultarne una." (Friedrich Rückert)
"Ci sarà in una delle prossime generazioni un metodo farmacologico per far amare alle persone la loro condizione di servi e quindi produrre dittature, come dire, senza lacrime; una sorta di campo di concentramento indolore per intere società in cui le persone saranno private di fatto delle loro libertà, ma ne saranno piuttosto felici." (Aldous Huxley)
"Il fatto che gli uomini non imparino molto dalla storia è la lezione più importante che la storia ci insegna." (Aldous Huxley)
"Forse la terra è l'inferno di un altro pianeta." (Aldous Huxley)
"Se vuoi un'immagine del futuro, immagina uno stivale che schiaccia una faccia umana – per sempre." (George Orwell)
"I tre slogan del Partito: La guerra è pace. La libertà è schiavitù. L'ignoranza è forza." (George Orwell)
"La libertà consiste nella libertà di dire che due più due fanno quattro. Se è concessa questa libertà, ne seguono tutte le altre." (George Orwell)

Cari Ostunesi, mi rivolgo a voi come concittadino. Lo sono da poco, ma qui mi sento a casa mia, in famiglia, so di avere orecchie che mi possono ascoltare e capire più che in una grande città anonima, dove ogni voce si perde nei rumori del traffico, dove le masse sono composte da individui isolati, dove nessuno si conosce realmente e si parla. Al mio ritorno dalla Freedom Flotilla mi avete accolto come un fratello, come uno di voi. Non l'ho mai dimenticato, ed è per questo che mi permetto di scrivervi. I nostri sono giorni tragici, che nessun gioco a premi, nessun Grande Fratello, nessuna Isola dei Famosi, o Fattoria, o partita di calcio può nascondere. Ci troviamo precipitati nel gorgo della guerra, una delle più infami e ingiuste della storia, quasi di fronte alle nostre spiagge!... E l'Italia, fino a ieri alleata e amica dei libici, con cui aveva stipulato vantaggiosi e lungimiranti contratti di collaborazione e ai quali aveva chiesto perdono per gli orrori compiuti durante il fascismo, ora presta, come il peggior Giuda e traditore, le proprie basi e i propri "Tornado" ai predoni imperialisti! Eppure, voi lo sapete, la nostra Costituzione ce lo vieta espressamente... Ecco l'articolo 11:
L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.
Chi può essere così falso e ipocrita da far rientrare il nostro odierno "intervento" in quelle eventuali "limitazioni di sovranità", cancellando così l'affermazione, chiarissima, che apre il testo costituzionale? In effetti non c'è dubbio che i dirigenti del nostro Paese ci hanno trascinato in una "guerra come strumento di offesa alla libertà" di un altro popolo, il quale non s'è mai sognato di dichiararne a noi nessuna... e che immagino, d'ora innanzi, cosa penserà degli italiani!... voltagabbana, servili, pugnalatori alle spalle! Questo siamo, purtroppo*. E badate che viceversa potremmo non esserlo!... la Germania, per esempio, s'è tolta da tale schifo... E del resto cosa speriamo?... di raccogliere qualche miserabile briciola, rimasuglio dal pasto degli avvoltoi? Meglio, enormemente meglio sarebbe stato (sarebbe ancora) serbare un poco di dignità e di orgoglio, dire no a questo scempio. NIENTE era vero, tutto inventato a tavolino, farlocco, dei pretesti con cui ci si è avventati sulla preda africana... diecimila morti, bombardamenti su civili inermi, fosse comuni!... una moltiplicazione inaudita e incredibile di menzogne... il falso, al posto del vero, obbligatorio per i teleutenti passivi!... Gheddafi, che non è certo un santo, ma rispetto a mostruosi criminali di guerra come Obama è un dolcissimo koala, dipinto... come il diavolo in persona!... stragista implacabile, divoratore del suo popolo (che, chissà perché, tuttavia, nella maggioranza è con lui...)... eppure bastava informarsi, ragionare con la propria testa per capire come stavano le cose... Sono certo che molti di voi l'hanno fatto. Perché i politici senza vergogna ci prendono per incapaci, per idioti, ma i pazzi furiosi sono loro! Le economie dell'Occidente, e innanzi tutto quella americana sull'orlo della bancarotta, dissanguate dalle banche private usuraie e dalle guerre in giro per il mondo, vogliono impossessarsi delle risorse energetiche della Libia, mettere fine alla sua scandalosa indipendenza, durata più di quarant'anni, e impiantare un'enorme base militare nell'Africa del Nord. Trasformeranno, quest'accolita di vampiri, in un Kosovo, in un Iraq anche la gloriosa Giamahiria del Libro verde... rovinata, smembrata, ridotta al rango di neo-colonia... per i nuovi Graziani, i nuovi genocidi! Lo sapete cosa significano tutte quelle tonnellate di bombe radioattive con cui stiamo impestando, noi, "democratici" e "progressisti", esportatori dei "diritti umani", il suolo della Libia? Vi prego solo di considerare le seguenti cifre: gli uomini sono tali da circa 8 milioni di anni, mentre le prime forme di vita multicellulari apparvero sul nostro pianeta 2,1 miliardi di anni fa. Bene. La vita media dell'uranio impoverito è di 4,5 miliardi di anni... E come nascono abitualmente, ormai, bambini deformi a Falluja o a Gaza, così succederà a Tripoli... MAI, in tutta la storia, nessun despota aveva compiuto atti tirannici di questa portata!... che invece noi perpetriamo tranquillamente, come se niente fosse!... sì, fino a quando non tornano i nostri stessi giovani ammalati a morte di cancro, di leucemia!... "No-fly zone" e bombardamenti a tappeto sulla Libia sovrana perché cerca di difendere - giustamente!... come faremmo noi, come farebbe qualunque altro Paese - la propria integrità territoriale contro un gruppetto di rivoltosi armati e pagati dallo straniero... ma niente di simile, nei confronti, che so, del Bahrein che massacra i dimostranti a mani nude o dello Yemen che li irrora di gas nervino!... o di Israele, lo Stato più razzista del mondo, che martirizza i Palestinesi e occupa la loro patria da 63 anni!... Pochi giorni fa gli abitanti di Madrid sono scesi in piazza per gridare la loro opposizione al governo che ha aderito, come il nostro, alla coalizione dei "volonterosi" (assassini)... FACCIAMOLO ANCHE NOI! Che un piccolo paese del Sud dia il buon esempio a tutta l'Italia!... Vi propongo di ritrovarci insieme nella piazza del nostro Municipio sabato 2 aprile alle ore 17.
Concittadini, è ora di dire BASTA ai distruttori di madre terra e dell'umanità... Protestiamo! Telefoniamo, scriviamo a tutte le autorità, esprimendo il nostro NO alla guerra!... DISSOCIAMOCI dalla Casta dei delinquenti! Non rimaniamo in silenzio, non chiudiamo gli occhi, SVEGLIAMOCI! Ne va del nostro onore e del futuro dei nostri figli, che un giorno ci giudicheranno... Viviamo con dignità!
SE NON ORA QUANDO?
Joe Fallisi, Ostuni, martedì 29 marzo 2011

* Per rendersi conto in che abisso, che è al di là di ogni possibile aggettivo, ci ha trascinato congiuntamente il "governo" e (persino con maggior fervore bellico) l'"opposizione", vi rimando al testo del 'Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione tra la Repubblica italiana e la Grande Giamahiria araba libica popolare socialista' firmato 'dall’onorevole Presidente del Consiglio dei ministri Silvio Berlusconi e dal leader della Rivoluzione, Muammar El Gheddafi' poco più di due anni fa: http://www.camera.it/_dati/leg16/lavori/schedela/apritelecomando_wai.asp?codice=16pdl0017390. Faccio solo notare che il Trattato in questione, oggi cartapesta come fu nel 1915 quello che vincolava l'Italia nei confronti dell'Austria, prevede "il rispetto dell’uguaglianza sovrana degli Stati; l’impegno a non ricorrere alla minaccia o all’impiego della forza contro l’integrità territoriale o l’indipendenza politica della controparte o a qualunque altra forma incompatibile con la Carta delle Nazioni Unite; l’impegno alla non ingerenza negli affari interni e, nel rispetto dei princìpi della legalità internazionale, a non usare né concedere l’uso dei propri territori in qualsiasi atto ostile nei confronti della controparte; l’impegno alla soluzione pacifica delle controversie". E con ciò si è detto tutto.
Joe Fallisi

martedì 22 marzo 2011

LA SCUOLA E' APERTA A TUTTI - I parte



L'Istruzione rende uguali , si può nascere sani o malati ricchi o poveri , ma l’istruzione , la formazione ci fa uguali e liberi, la Costituzione negli articoli 33 e 34 , ha voluto disciplinare questi principi, in particolare il primo comma dell’art.34 afferma che la scuola è aperta a tutti , un principio del genere rappresenta l'essenza della democraticità della politica scolastica dello Stato italiiano. In modo superficiale in questa formula di apertura si può cogliere semplicemente un diritto all'iscrizione scolastica, ma al di la della prima semplice lettura questa formula è rappresentativa del diritto ad ottenere un'istruzione adeguata, necessaria alla formazione della personalità e all'assolvimento dei compiti sociali

al comma 3 dell’art 33 con la formula “Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato”, La Repubblica deve garantire a tutti l’accesso alla scuola statale di ogni ordine evitando inutili sprechi , ma considerando l’istruzione e la formazione un investimento per lo sviluppo sociale e democratico del paese

Il che non significa che l’istruzione sia solo prerogativa dello Stato anche Enti privati possono diffondere il sapere basta che non ci siano aggravi per le finanze pubbliche, né sotto forma di contributo diretto o indiretto, né sottoforma di sussidi alle famiglie, né all’atto della istituzione né successivamente ad essa e neppure sotto forma di una minore entrata, tramite un’eventuale detassazione; e ciò perchè tutte le risorse finanziarie pubbliche disponibili devono essere destinate all’istruzione scolastica statale.

Al fine di garantire la parità giuridica di tutt gli studenti taliani nel comma 4 art 34 si sancisce che “La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali” .

l’Attualizzazione tardiva dei principi costituzionali –Scuola media unica e Decreti Delegati


l’ATTUALIZZAZIONE dei principi d democrazia e uguaglianza espressi dalla Carta Costituzionale dovrà aspettare addirittura il 1962 per ottenere, con la L. n. 1859 del 31/12/1962 l’eliminazione della vergognosa e classista distinzione tra scuola media e scuola di avviamento professionale, con l’introduzione nella scuola media unica.
Però la svolta verso una graduale affermazione dei principi costituzionali si realizzerà negli anni 70, in particolare con i “Decreti Delegati” del 1974 che tenteranno di trasformare il sistema scolastico da una struttura amministrativa, centralista e gerarchizzata, in un sistema di istituzione articolata nel territorio ed organizzata in modo partecipato ai diversi livelli, rendendo paritario il ruolo delle diverse componenti della scuola Dirigenza, Docenti, Studenti Genitori ATA.
I Decreti Delegati hanno rappresentato la volontà di strutturare un sistema scolastico atto ad interagire concretamente con il territorio, ma nel tempo stesso continua a mantenere l’impostazione di una scuola nazionale e non localista , ma soprattutto vene difeso il principio della libertà di insegnamento ; i docenti non erano più gli esecutori delle direttive dei superiori gerarchici, ma soggetti che, unitamente agli altri soggetti che operano nella scuola (personale direttivo, personale ATA, genitori e studenti), partecipano al governo della scuola.
Questo tentativo di profonda trasformazione dell’ordinamento scolastico che aveva suscitato molte aspettative e mobilitato centinaia di genitori, studenti ecc. ben presto è fallito per tante ragioni (inadeguatezza dei mezzi finanziari per dare concretezza alle decisioni, ambiguità di talune disposizioni molto spesso contraddette da disposizioni preesistenti che si continuavano ad applicare, la permanenza della struttura amministrativa gerarchizzata ); ma soprattutto è mancato un forte sostegno da parte delle organizzazioni politiche ed associative con la conseguenza che soprattutto i genitori che, con entusiasmo si erano impegnati, si sono sentiti abbandonati e piano piano si sono allontanati e hanno perso fiducia
In realtà le forze politiche democratiche hanno sempre creduto poco ad una forma di gestione, demandata alla scuola e la prova si è avuta con i governi di centro-sinistra che hanno reintrodotto forti elementi di gerarchizzazione incompatibili con un governo democratico della scuola (la dirigenza scolastica e la privatizzazione del rapporto di pubblico.impiego. anche per la scuola !!). A dare il colpo di grazie sono stati gli anni 80 e 90 e l’affermarsi del neo-liberismo e di una sinistra che in nome del Modernismo ha fatto propri principi come lo statalismo di tradizione ideologica di destra e l’immissione della scuola nel mercato trasformandola da servizio pubblico ad azienda al servizio del privato secondo le indicazioni della EART potente associazione degli industriali europei

Non è un caso che nel 1995 (giugno) si riunirono molti di coloro che oggi militano nel PD per elaborare il documento “Una nuova idea per la scuola” documento che, in barba ai principi costituzionali espressi negli articoli 33 e 34 , abbatte la distinzione tra scuola pubblica e privata incoraggiando la competizione tra i due sistemi“ Si deve pensare a un sistema formativo pubblico, nazionale ed unitario, del quale partecipano scuole statali e non statali che accettino e pratichino l'impegno di formare i giovani secondo i valori costituzionali, secondo gli obiettivi generali stabiliti dallo Stato e con un preciso sistema di valutazione”.

La Costituzione Snaturata Prodi Berlinguer Bassanini

Sarà l’ equivoca autonomia scolastica a disapplicare i principi dell costituzione in ambito scolastico , cristallizzando elementi che verranno ampiamente disciplinati da tutti i governi di destra e sinistra, il cui obiettivo comune è stato quello di aziendalizzare la scuola , mettendola nel mercato, stravolgendone l’essenza di servizio pubblico, ricomponendo immediatamente il modello gerarchico e procedendo speditamente verso la privatizzazione del rapporto del lavoro

Contraddizioni legge 59 art 21 e decreti applicativi

L’art. 21 della L.59 /97 al primo comma, prevede l’autonomia delle istituzioni scolastiche all’interno del “processo di realizzazione dell’autonomia e della riorganizzazione dell’intero sistema formativo”, ma i decreti attuativi non hanno rispettato il principio espresso dalla stessa legge. Se analizziamo il D.P.R. n. 275/99, notiamo che la volontà del legislatore è quella di realizzare un’autonomia – decentramento nell’ambito di un sistema fortemente ministeriale contraddicendo così non solo il principio dell’ autonomia espresso dall’art.1 comma 1 della legge 59 , quanto anche il principio costituzionale della libertà d’insegnamento, poiché viene limitato il valore del POF , il documento identitario delle singole scuole (l’art 3) ,attribuendo al Ministro ( art. 8) competenze rilevanti di indirizzo culturale con conseguente ruolo preminente nel governo della scuola, ( comma 1 lett. A-h) definendo obiettivi, standars , indirizzi di valutazione ecc

L’anomalia del Dirigente scolastico e la privatizzazione del rapporto d lavoro del personale docente
La dirigenza scolastica viene disciplinata dall’art 21 comma 16 della L.59 /99 e attuata dal D.Lgs 6 marzo 1998 n. 59 (trasfuso nel D. Lgs. n. 165/01)
La nuova figura del dirigente scolastico risulta in conciliabile con la libertà di insegnamento del personale docente perché, se è pur vero che il ruolo del dirigente rimane ancora condizionato per via dei Decreti delegati dagli organi collegiali (D.P.R. n. 416/74 trasferito nel D. Lgs. n. 297/9) , con l’art. 5 del D.Lgs. n. 165/01 viene reintrodotto il modello organizzativo piramidale preesistente i decreti delegati limitando fortemente la libera attività del docente in quanto dipendente da un potere sovraordinato, ma soprattutto la parità degli organi collegiali diventa fittizia se uno dei componenti (il dirigente) si pone in una posizione di sovraordinarietà


La legge di “parità” (L. n. 62/00)e gli “oneri per lo Stato”
“Il sistema nazionale di istruzione, fermo restando quanto previsto dall’art. 33 secondo comma della Costituzione, è costituito dalle scuole statali e dalle scuole paritarie private e degli Enti Locali”.
Con questa norma vene definitivamente superato il dualismo tra sistema scolastico statale e scuole non statali, introducendo un unico sistema che include scuole statali, Enti locali e private paritarie.
e si riconosce la scuola privata come servizio pubblico, facendo crollare il principio espresso nell’art 33 “senza oneri per lo Stato”, prevedendo due tipi di finanziamenti uno indiretto con borse di studio e bonus e un altro diretto, tramite le finanziarie.
La contraddizione o meglio la violazione della Costituzione si incentra su due elementi sostanziali di principio, in primo luogo la gestione e la proprietà è e rimane comunque privata , ma soprattutto la violazione si sostanzia nella tendenza o appartenenza degli istituti privati che limitano, fortemente il pluralismo educativo-culturale e la libertà d’insegnamento poiché sia i docenti che le famiglie devono tener conto del progetto educativo della scuola , a cui si devono adeguare , snaturando completamente i principi di democrazia e uguaglianza insiti nelle ragioni stesse della Carta Costituzionale

Adele Dentice

sabato 12 marzo 2011

Venti di libertà!






 E' frastornante il silenzio di tutte le sinistre tese ad esortare qualche tipo di “intervento umanitario” in Libia e a condividere l'idea di un'Italia portaerei degli Stati Uniti contro il, fin ora ben pagato dalla UE, guardiano dei flussi migratori.
Troppo importante la Libia per la sua posizione strategica e le sue risorse di gas e petrolio per non solleticare le voglie dei governi imperialisti , USA e UE in primis
Persino Berlusconi si è allineato, anche perchè la questione libica potrebbe salvarlo , in quanto si porrebbe come funzionale intermediatore asservito ai voleri di Washington, non è un caso che dopo un'iniziale posizione di debole condanna al generale Gheddafi, Frattini abbia poi affermato che ci vuole "uno sforzo corale di tutti", che l'Italia offre Sigonella ed è disposta come tutte le serve a condividere il peso e le spese della missione umanitaria, con improbabili onori, ma l'importante è esserci e magari come nostra abitudine storica accontentarci di qualche briciola nel banchetto che si sta allestendo.

Anche Vendola si esprime a favore del Vento di Libertà che soffia sulla Libia senza spostare l’attenzione sui Profughi.
Vendola vuole esportare democrazia contro i Tiranni locali attuali mentre qualche rivoltoso “riesuma” le insegne di Re Idris, quell’oscuro re libico filo statunitense che oltre a offrire territori alle basi militari USA e Gran Bretagna offriva loro il petrolio e il gas, sfruttando e affamando il suo popolo , tale personaggio fu cacciato dall’allora ben visto rivoluzionario anticolonialista Gheddafi, che ora ci rappresentano come un personaggio fumettistico abbagliato dal potere e dimentico di essere doverosamente attento verso il suo popolo, popolo va precisato ben lontano dalle situazione di fame o vittima di violenze democratiche presenti in altri paesi, ma che che ci dicono oppresso le cui sofferenze sono la causa delo scatenanarsi di un conflitto civile spontaneo, che comunque nella volontà del "popolo" forse non vuole essere né filo-occidentale né succube dell’oscurantismo islamista.

La libertà del popolo libico, di cui amiamo riempirci la bocca, da chi deve provenire , quindi , da noi potenze occidentali , già ampiamente screditate nelle nostre missioni umanitarie di pace ? o dagli islamisti, repressi da Gheddafi? E se le ragioni del popolo sono di natura sociale se è una rivolta del pane quali sono gli obiettivi ? liberarsi del despota senza sovvertire l’ordine costituito (sembra che pezzi del potere militare siano con i rivoltosi!) o eliminare insieme al dittatore, ex padre, della rivoluzione le multinazionali, i comitati d’affari e il capitale finanziario globalista?
E, ritornando alle dichiarazioni del governatore delle Puglie, perché è convinto della necessità “morale” dei nostri interventi umanitari in Libia , e mostra interesse relativo verso gli sbarchi di fuggitivi che stanno intasando i nostri centri di accoglienza? Forse ingenuamente influenzato dalle notizie diffuse dai media , dispensatori generosi delle false notizie sull’ Irak Afghanistan Gaza ecc., che ci parlano di 10.000 morti, di bombardamenti, mai ripresi da nessuno né comprovati da testimoni italiani che hanno sempre parlato di scontri armati per le strade e mai di bombardamenti. O delle fughe del generale libico verso il Venezuela , ospite dell’odiatissimo dagli USA Chavez, tanto per gettare ombre anche su quest’ultimo?In realtà le informazioni sono poche si sa solo che esiste una rete di forze difficilmente individuabile sostenute dai “filantropi” occidentali e soprattutto diventa sempre più chiaro come le rivoluzioni colorate abbiano fatto scuola , gli imperialisti statunitensi operano dietro le quinte scegliendo la soluzione più conveniente e gli altri a seconda delle direttive tifano per gli uni o per gli altri. Intanto i flussi emigratori continuano ma noi non dobbiamo guardare, se i nostri campi di concentramento ovvero Cie , mutuati da quelli libici o quelli sionisti per i palestinesi, scoppiano e non si riesce a sostenere le bombe umane , noi dobbiamo prepararci alle nuove missioni di umanitarie e battere le mani quando sulle nostre teste svolazzano gli aerei portatori dei venti di libertà.


Adele Dentice

lunedì 7 marzo 2011

Strano è il destino delle donne taliane


Strano è il destino delle donne italiane ,martellate da una retorica demagogica sulla maternità e contemporaneamente guardate con sospetto se sul luogo di lavoro i scopre che sono incinte e fanno richiesta di congedi parentali, destino strano in un periodo n cui si sbandiera il dovere di manifestare in difesa della dignità utilizzando donne già oggetto di scambio come merce per far cadere il sultano e i suoi cortigiani.
Strano destino se in nome della semplificazione la legge n, 188 che aveva eliminato la piaga delle dimissioni in bianco con l’art. 39 , comma 10 nel 2008è stata modificata .
procedendo alla cancellazione di una norma che difendeva le lavoratrici parità tra i sessi ancora le donne non sono entrate n misura considerevole nelle istituzioni.
Ma il ruolo marginale della donna , non è solo imputabile a una arretratezza culturale che invade la nostra società, quando piuttosto a un processo di autoesclusione che nasce dalla Paura su cui si chiudono le vite dei giovani e delle donne, una paura esistenziale dettata dalla precarietà e dall’incertezza del futuro . Un fenomeno che trova ancor più riscontro nel Mezzogiorno d’Italia dove s avverte drammaticamente la sfiducia nelle istituzioni e la perdita della propria identità con lo scollamento con la propria storia e il proprio territorio un processo di sofferenza sociale che definisce la Questione femminile Meridionale.
Una questione che spacca in due l’Italia basta leggere i dati della disoccupazione che fa precipitare il sud al livelli del Bangladesh, ben lontani con il nostro 31% dall’obiettivo previsto dall’U.E del 60% entro il 2010 , ma il dato più allarmante ci è trasmesso dall’inoccupazione femminile , ben il 63,7 %, e dalle motivazioni che le stesse donne hanno fornito: tanto il posto non c‘è dicono, ma ancora più illuminante , è la seconda motivazione “la Fatica”, affermano, la fatica di dover conciliare il lavoro con la famiglia, senza asili nido, con la scarsa propensione degli uomini a condividere la cura per i figli e la cultura femminile che ancora considera lo status di casalinga come un lavoro a tutti gli effetti. Si parla tanto di donne e delle pari opportunità eppure da anni in Parlamento giacciono leggi per un welfare più moderno e per la parità di diritto di accesso e di retribuzione , ma le risposte governative sono quelle dei tagli alle politiche sociali e alle pari opportunità, mentre si continuano a finanziare gli armamenti e le missioni di “pace”.
Si continua a parlare tanto di donne e di dignità, ma fino a quando i diritti delle donne non saranno riconosciuti , nessuna donna avrà dignità , fino a quando esisteranno disuguaglianze , fino a quando le donne saranno sottopagate ,violate e i governi non si assumeranno la effettiva responsabilità di promuovere e proteggere i diritti delle donne, non ci sarà nessun processo effettivo d crescita né sarà ma pensabile un mondo di pace
Ma il riscatto deve nascere principalmente nel pensiero delle donne stesse , superando la paralisi introdotta dalla disillusone e dallo scetticismo che la Mala Politica ha abilmente distribuito, non si tratta oggi nel 2011 di lottare per i dritti negati ,come si è ben fatto degli anni 70, quanto piuttosto d procedere verso la modificazione dell’opinione pubblica ancora legata ad una visione della politica o dei luoghi di potere decisionale a misura d’uomo, si tratta di ripartire dagli esempi virtuosi del volontariato o dell’associazionismo , che possono diventare punto di riferimento per arginare il fenomeno dell’allontanamento delle donne dalla politica e procedere verso l’attuazione d politiche realmente alternative. Si tratta di rivendicare il principio della partecipazione paritaria delle donne e degli uomini ai processi decisionali sostanziale per il rispetto della democrazia e dei diritti umani

giovedì 3 marzo 2011

Sanità Puglia: oneri e onori


Il presidente della giunta regionale pugliese, da sempre paladino della legalità, quando scoppiò lo scandalo sanità in Puglia, reagì promettendo pulizia e trasparenza. Prima, a febbraio, le dimissioni – accettate – dell’assessore alla Sanità Alberto Tedesco («promosso» comunque senatore), poi l’azzeramento della giunta all’inizio di luglio. Eppure Vendola non poteva non conoscere il conflitto di interessi di Tedesco quando lo scelse nella sua squadra, nel 2005. né quando nel 2007 affermava «Alberto Tedesco l’ho scelto liberamente – e penso di aver fatto una buona scelta – e oggi nel nome di un’idea della moralità e di un’idea della coerenza con la mia storia, chiedo ad Alberto Tedesco di restare al suo posto».  
Oggi Tedesco, graziato dalla destra,  viene scaricato dai suoi ex compagni  e dal sindaco di Bari Emiliano che, all’epoca  in qualità segretario di partito regionale del PD, andò da Vendola ad intercedere per l’assessore quando il Presidente della Regione Puglia voleva sostituirlo con Lea Cosentino.

È una squallida commedia in cui tutti si scandalizzano e prendono le distanze, ma per finta perché poi interviene l’altra parte a ricomporre la scacchiera; eppure da trent'anni, ogni anno, uno scandalo sconvolge la sanità pugliese. Un male che  ha radici antiche e che, per la verità, pervade tutta l’Italia.
La salute è un bene che chiunque è disposto a pagare a qualunque costo, se necessita una Tac piuttosto che aspettare mesi se non anni ci si rivolge all’amico dell’amico; è un sistema che non ha bisogno delle grandi organizzazioni criminali per poter andare avanti e pascersi, nasce e si nutre delle necessità dei poveracci e il diritto si aggancia al favore.
È un sistema consolidato che affianca medici e personale parasanitario competenti e onesti a soggetti che alla incapacità e alla strafottenza sommano indubbie capacità speculative e questo humus ha avvicinato sempre più la sanità alla politica e alla criminalità organizzata, ricordiamoci lo scandalo delle Case di Cura Riunite a Bari  che drenavano denari, favori, tangenti.
Intanto i sistemi di potere si sono andati sempre più inabissando e frammentando né veniva operata quella bonifica morale che ci si aspettava da un cambio di guardia, al contrario si è continuato con l’impianto  delle nomine politiche  di direttori amministrativi e sanitari , dei consigli di  amministrazione,  di primari, tutto   al fine di rafforzare la presenza della propria coalizione nelle istituzioni. 
E sulle assunzioni candalose non sono mancati i pannuccelli caldi: "In base alla normativa nazionale è la giunta che procede alla nomina dei manager in modo assolutamente discrezionale. Per questa ragione, ho voluto una legge regionale, che purtroppo il governo ha impugnato alla Corte costituzionale… La procedura è attualmente in corso".  Solo che la legge regionale in materia risale soltanto al 25 febbraio 2010, mentre Tedesco è stato nominato assessore nel 2005 e ha avuto tanto tempo per nominare quei manager che nonostante gli scandali e la crisi economica  non si sono fatti scrupolo di  aumentarsi i compensi (12 mila euro al mese i direttori amministrativi e 15 mila euro i direttori generali).

Del vuoto politico e culturale sul tema della sanità oggi si accusano i vari gruppi politici che si sono alternati nella gestione della cosa pubblica senza che si sia  mai registrato un gesto dovuto di etica e sensibilità. Oggi si entusiasmano le folle con parole e denunce, proposte avanzate e programmi politici all’avanguardia,  ma resta la fotografia impietosa di un miliardo di euro di disavanzo tra il 2006 e il 2009 dell’aumento della spesa farmaceutica e dei ricoveri, dei ritardi nei pagamenti e delle migliaia di assunzioni contro legge. Ma Vendola nega tutto, anche se oltre le smentite rimangono comunque inalterate le strettoie imposte dal buco senza fondo della sanità la responsabilità della chiusura di ospedali in tutta la Puglia, del taglio di 2100 posti letto e dell’introduzione del ticket sui medicinali.
Rimangono le lacrime e sangue di innocenti: anziani, poveri, disabili, extracomunitari, pazienti oncologici e i pronto soccorso affollati e liste di attesa ancora più lunghe e un sistema senza oneri e onori  sempre meno capace di sostenere gli  urgenti bisogni dei malati.

Adele Dentice