lunedì 31 ottobre 2011

Invito a cena con delitto


Nel 1992 secondo una rivelazione fornita dal Washington Post, il principale sponsor della campagna elettorale di Bill Clinton è stato la Goldman Sahs, avendo contribuito con un finanziamento di 98,7 milioni di dollari. in cambio ministro de tesoro diventerà il presidente della banca, Robert Rubin. La devozione e il riconoscimento dell’ex presidente si manifesterà anche durante le varie inchieste in cui è stata coinvolta la banca mostrando “scetticismo” in merito alla violazione della legge da parte della Goldman Sachs Group.A stigmatizzare il profondo legame con la superbanca il matrimonio della loro figlia con un alto funzionario della stessa , Marc Mezvinsky,denunciato poi per frode bancaria!
La collaborazione continuerà con l’organizzazione , ben retribuita, delle nuove formule delle missioni dell’uomo bianco , progetti internazionali di volontariato e formazione , che hanno la funzione di esportare diritti umani e civiltà (occidentale di marca statunitense) tra i popoli della terra. Per tutti vale il mega progetto 10.000 Women per la realizzazione di una scuola di formazione per donne imprenditrici in Afghanistan e Pakistan del costo di cento milioni di dollari
In pieno medioevo capitalistico le collaborazioni e i coinvolgimenti diretti o indiretti non mancano nemmeno durante le guerre sante , le nuove crociate che hanno sostituito alla croce cristiana i diritti umani, nuova ideologia del dominio, ne sanno qualcosa la Serbia, l’Iraq e da ultimo la caccia all’oro della Libia. Oltre il petrolio secondo la BBC ci sono 53 miliardi di dollari congelati in banche straniere, ruolo di rilievo manco a dirlo la Goldman Sachs, e le riserve auree che ammontano a centoquarantaquattro tonnellate pari a centosessantotto miliardi di dollari, tutto congelato poiché ci vorrà una risoluzione delle Nazioni Unite dell’ONU per liberarle, cioè gli Stati Uniti.
Per mettere gli artigli su questo immenso tesoro, la Santa Alleanza ha dovuto demonizzare il dittatore e sensibilizzare l’opinione pubblica utilizzando i rivoltanti e ipocriti movimenti “pacifinti” filo-americani o di sinistra , i quali, annebbiati da livelli di conoscenza distorti e camuffati dall’ideologia dei diritti umani, non hanno nemmeno capito che i grandi vincitori sono gli Usa che hanno diviso l’Europa e si sono definitivamente liberati delle fastidiose imprese italiane presenti in Libia (ENI ,Impregilo, Finmeccanica), che ha prevalso la linea keynesiana del distruggere per costruire e arricchirsi in pochi ,come insegna l’Iraq, che la guerra in Libia segnerà il predominio degli USA nel Mediterraneo e la ripresa economica della Francia e della Gran Bretagna, non certo dell’Italia.
La meglio cultura radical chic italiana, imbevuta di parole d’ordine non ha sprecato una parola di humana pietas per il linciaggio trasmesso in mondovisione mentre la commozione e gli speciali televisivi hanno glorificato un autorevole rappresentante del capitalismo globale, con la logica conseguenza di interminabili file di persone allineate davanti ai punti vendita dei suoi prodotti, per la gioia dei suoi eredi . Intanto il buon padre di famiglia giustiziere e sterminatore si prenderà cura dei barbari ribelli che hanno mostrato al mondo di non essere in grado di costituire uno stato di diritto , per cui dovranno essere “aiutati “ ,come fu per l’ex re-fantoccio Idris cacciato da Gheddafi, a costituire un secondo governo fantoccio del CNT , e i dominatori colonialisti occidentali e le super banche amiche della signora Clinton potranno finalmente banchettare sulle risorse di uno Stato sovran

giovedì 20 ottobre 2011

Non seguiamo le pedine


Basterebbero due dati. Il primo, Mario Draghi che da ragione agli indignados. Il secondo, l'elenco completo degli organizzatori della manifestazione del 15 ottobre: "Arci, Attac Italia, Unicobas, Cobas, Cub, Federazione Anarchica Italiana, Federazione della Sinistra, Gruppo Abele, Popolo Viola, Legambiente, Partito comunista dei lavoratori, Rete 28 Aprile-CGIL, Rete dei Comunisti, Rete della Conoscenza, Sinistra Ecologia Libertà, Sinistra Critica, Snater, USB".

Praticamente tutti soggetti nuovi, davvero alternativi, e soprattutto campioni di coerenza. Questi gruppi e partiti (con rispettivi sostenitori), che non si sfilerebbero mai dal fronte comune con Monti, Draghi, Prodi in nome della lotta a Berlusconi e per i quali i moniti di Moodys e dell'Unione europea sono il vangelo, hanno avuto la faccia tosta di mettere su all'improvviso una manifestazione contro il pagamento del debito e lo strapotere delle banche, che poi si è rivelata la copia sputata di tutte le altre piazzate romane degli ultimi 20 anni (canti, balli, girotondi, urli qualunquisti e cartelli variopinti contro il nano, dopodichè...tutti a casa). Non sono esclusi i partiti trotzkoidi critici del PD e di Vendola, che ormai si possono scorgere sempre più spesso insieme alla  vecchia "casa madre" SEL-PRC in cortei, tavole rotonde ecc.
Dalla loro i senza ritegno hanno anche la provvidenziale gazzarra mediatica sui black bloc, che hanno movimentato la festa: così qualunque "osservatore" può fregarsene bellamente di sottolineare l'unico risvolto importante, e cioè che in Italia un personale politico e associativo asservito alla grande finanza ha organizzato un evento di protesta...contro la finanza, con una "piattaforma" di 3 parole in croce e con "indignati" presi SOLO ed esclusivamente dalle loro nicchie elettorali (la presunta "base buona").
 
Di elementi oscuri sul vero significato della trappola di sabato ne erano saltati fuori parecchi: c'è chi si è accorto che la pagina Facebook sull'evento era collegata a quelle di Obama, del popolo viola o di altre fesserie antiberlusconiane e anticasta, oppure chi ha riconosciuto guardando le interviste televisive ai portavoce degli indignados (prima del 15) le facce di ragazzi solitamente ospitati da Michele Santoro in veste di esponenti del popolo viola o dei gruppi studenteschi dell'onda anti-Gelmini (affiliati ai partiti). La stessa manifestazione è stata preceduta da una analoga di prova a Bologna: in cui già si poteva vedere la solita fauna giovanile mista (dai centri sociali ai vendoliani più di bocca buona) uscirsene con slogan pericolosamente confusionari contro il debito e le banche, senza critica precisa ai veri responsabili della crisi (ma biascicando altri capri espiatori: il governo, i politici corrotti, addirittura "lo stato"!). Era stata preparata da giorni una trappola che rientra in una più ampia strategia pianificata dell'assorbimento e dell'oscuramento, messa in atto dall'ammucchiata "sinistra" da circa un paio d'anni.

Da tempo tutte le realtà al di fuori dello schema destra/sinistra sono sotto osservazione dei poteri forti, tramite le sue pedine di centrosinistra: dai parlamentari trombati ai movimenti e sindacati controllati dai partiti, dagli intellettuali bombardatori ai provocatori megalomani di paese, ecc. 
Dato che le nuove realtà stanno iniziando ad acquisire un minimo grado di notorietà e seguaci presso il popolo (quello vero!), queste pedine ne le rimasticano parole d'ordine e trasfigurano ai limiti del grottesco i loro punti fondamentali: copia, taglia, incolla per vanificare l'impegno di poche, ma coerenti avanguardie e confonderlo con le carnevalate dei più reazionari e venduti che esistano: il "popolo di sinistra". 
I figli della classe media aristocratica, le stesse facce che si vedono al leoncavallo, nelle fabbriche di nichi e tra il popolo viola (per i quali "l'ILVA deve rimanere aperta" e "Gheddafi va scacciato con le bombe"), si sono limitati a imparare 4 parole nuove navigando per qualche ora in internet (tipo debito, signoraggio, BCE, Draghi) e a sciorinarle alle telecamere del tg3 a Roma e Bologna. Costoro non hanno scippato "ai buoni" la manifestazione (che hanno organizzato) ma fatto molto di peggio: hanno letteralmente scippato il linguaggio e i contenuti anticapitalisti di tutte le tendenze critiche della dicotomia Destra/Sinistra. E se lo hanno fatto in maniera così deliberata e spavalda lo scorso sabato, vuol dire che d'ora in poi lo faranno in ogni altra occasione e ambito.

Chissà poi come mai persino il Tg1 di Minzolini, quello del presunto minculpop di regime, stavolta non è stato il megafono del manganello (vedi scontri di Genova, 2001) ma fin da subito ha preso le parti dei manifestanti parlando apertamente di infiltrati isolati (mandando in onda tanto di filmati di prova). E chissà come mai nessuno (nè gli opinionisti e pensatori dei mass-media, nè la "base" che è andata a Roma) ha voglia di ricordare che quel poco di piattaforma ambigua di questa bella protesta indignata era basata sulla questione "stop BCE", non sulla questione "Berlusconi, dimettiti". 
I motivi sono presto detti. Innanzitutto, si sta spingendo ogni italiano che voglia protestare davvero o a riconoscersi nei militanti "pacifici" minacciati dagli intrusi, appartenenti al gregge dei partiti del centrosinistra, oppure viceversa a solidarizzare con le tute nere, raffigurati (anche grazie a storie commoventi che circolano in queste ore sui rotocalchi e riprese dalla galassia antagonista - trotzkisti, stalinisti, centrosocialisti ecc.) come scusabilissimi trentenni precari timidi e gentili diventati violenti sfasciatori di negozi e d'auto per sfogarsi della propria situazione di vita; ed è appunto questo il modello offerto alle menti più critiche di cui vengono strumentalizzate apposta le inclinazioni estremistico-radicali più grezze (secondo cui se salta un bancomat non ce frega giustamente niente!).

Non vengono offerte terze soluzioni a questa (falsissima) contrapposizione, così se qualcuno è schifato sia dagli indignados arcobaleno che dalle violenze dai provocatori sfasciatutto in odore di servizi (come per i romani che ci hanno rimesso l'auto o il negozio) manderà naturalmente al diavolo l'anticapitalismo e chi lo porta realmente avanti - come infatti sta già avvenendo senza che agli indignati freghi alcunchè. 
E com' è prevedibile, si vuole che tutti confondano il tema della difesa di welfare e diritti sociali (contro gli interessi delle banche e le manovre europee) e quello solito della caduta del governo, mantenendo sempre il secondo obiettivo come primario rispetto al primo. Il che significa oscurare e silenziare i soggetti politici e culturali difensori della nostra sovranità, dando il diritto di parola solo ai fasulli indignados sovvenzionati da Soros.

Se solo in queste piazzate si possono trovare le "avanguardie", e tutto ciò che sta al di fuori è retroguardia, molto meglio (è una modesta opinione dello scrivente) dialogare con la retroguardia. Questi 4 gaglioffi (rumorosi quando si uniscono in piazza, ma sempre pochi - e sempre gaglioffi) possono continuare a rubare tutta l'attenzione pubblica, diffamare i coerenti per prendersene i meriti, giocare agli indignati divertendosi, mentre i loro beniamini fanno i voleri di Wall Street, degli Usa e del sionismo, ma almeno accorgiamoci della tattica pericolosa e subdola che stanno conducendo. E vendiamo loro cara la pelle - che già ci stanno strappando di dosso.

Andrea Russo

domenica 16 ottobre 2011

I miei Dubbi: se Draghi da ragione ai giovani


Dopo la vile celebrazione delle primavere arabe, già il movimento di massa occidentale degli “indignati” è stato ingurgitato tra le fila della colta borghesia sinistra, riconvertita e camuffata sotto le spoglie delle industrie dei dissidenti, che adottano slogan abusati e parole d’ordine
Gli stessi dissidenti che , pur mostrando profondo disprezzo per i corrotti politici, individuando nello Stato la sola causa del debito pubblico , non denunciano chi lo ha costruito effettivamente comprandosi i partiti e i sindacati trasformati in sub-oligarchie da eliminare quando si vuole , come i vari Berlusconi o Prodi o D'Alema o l'emblema del cambiamento Vendola.
E c’è da temere il peggio se, nell'ilusione del "cambiamento", si diventa seguaci di totem che appoggiano guerre neoimperialiste contro Stati sovrani in nome di un imprecisato dovere di solidarietà, diretto preferiblemete ai dominatori USA.
Ancor più temo le rivolte orchestrate tramite i network , controllati dalla CIA, rivolte nate lontane dai luoghi del conflitto reale, ma che richiamano migliaia di persone di solito inchiodate davanti agli schermi dei propri pc che poi si ritrovano gettati nelle strade in balia della propia rabbia

sabato 1 ottobre 2011

La Regione che tutti ci Invidiano

Esaltata dalla magniloquenza retorica del suo Governatore durante l’inaugurazione della Fiera del Levante 2011, si presenta al mondo vestita di numeri , quelli delle ecomafie, con 2.674 infrazioni accertate, 2.211 persone denunciate, 15 arrestate e 1.614 sequestri effettuati traffico illecito di rifiuti (19, 7 % sulla media nazionale ) e il costante aumento le discariche di pneumatici sempre abusive 258 oltre il 22% sempre sulla media nazionale
La Puglia con le sue splendide cavità naturali, disseminate su tutto il territorio, dal Gargano al Salento, adattate per il 60% a discariche abusive o "chiuse", come si dice in gergo, da tonnellate di terra e massi prodotti con la pratica dello spietramento (attività diffusa sull'Alta Murgia per trasformare i pascoli in terreni coltivabili)
La nostra regione svetta in testa alla classifica nazionale con 599 discariche abusive scoperte nel 2002 dalle Forze dell’Ordine (pari al 12% nazionale) e di queste ben 440 sono ancora attive, inoltre , secondo i dati diffusi da Lega ambiente, nel 2009 ne sono state scoperte e sequestrate in tutto il territorio regionale altre 663 con oltre un milione e 400metri cubi di rifiuti scoperti
179 discariche abusive scoperte e sequestrate nella provincia di Lecce, 151 a Brindisi, 139 a Bari, 106 a Taranto, 60 a Foggia e 28 nella provincia Bat
La Puglia, quella dei trulli e del mare blu , per intenderci , in piena globalizzazione gode del triste primato del remunerativo e importante traffico dei rifiuti che vanno verso i Balcani, l’Albania , la Cina , l’India utilizzando come basi logistiche i porti di Bari, Brindisi e Taranto, si tratta in particolare del materiale ferroso ed elettronico che ritorna come prodotto finito per essere utilizzato poi da alcune aziende pugliesi per il proprio ciclo di produzione, ma non è da meno rispetto al traffico orrendo degli animali e alla politica del mattone che vede la provincia di Lecce al 5 posto nella classifica nazionale. Si commentano da sole le dichiarazioni del presidente della lega ambiente Puglia che a fronte di dati cosi inquietanti riflette e considera come i numeri impressionanti siano tutto sommato il risultato del buon lavoro delle forze dell’ordine, di cui nessuno dubita , ma piuttosto ci sarebbe da farsi delle domande sui meccanismi che hanno permesso in pochi anni di sviluppare e rinforzare la ragnatela che lega malaffare imprenditoria e politica strangolando la regione e la parte buona della popolazione.
C’è stato poi l’inganno culturale dei nuovi cantieri giovanilisti della politica che ambiscono a diventare i capofila del rinnovamento e , arrivando per ultimi, avvalendosi di parole d’ordine ormai avvizzite denunciano il fallimento delle economie nazionali senza mettere in discussione l’impostazione ideologica che le sostiene. In realtà si riproducono i soliti schemi tecno-efficentisti avanzando su un doppio binario delle leggi colabrodo che si alternano a provvedimenti riparatori indotti dalla necessità di fungere da calmiere delle tensioni sociali.
In quest’ottica ci hanno voluto far crede che per infliggere un duro colpo alla Mafia dei rifiuti bisognava disseminare di inceneritori, veri o camuffati da centrali biomasse, la Puglia, non dando alcuna importanza alle istanze dei movimenti anti-incenritori, regalando l’intero ciclo dello smaltimento rifiuti al gruppo Marcegaglia , CISAMarcegaglia (al 51%) e Cisa (al 48%) insieme nel consorzio Cogeam, che, in tutti i bacini dove ha vinto le gare, si è alleata di volta in volta con gli operatori «storici» del territorio a Spinazzola e a Manfredonia (per l’impianto di Cdr), Cogeam è insieme alla Tradeco di Altamura, mentre a Conversano (discarica e biostabilizzatore) è con la Lombardi Ecologia.
Alcuni come la Viri (gruppo Tradeco) di Altamura, sono coinvolti nell’inchiesta sulla sanità pugliese(una delle tante) della Procura della Repubblica del Tribunale di Bari sul torbido intreccio tra l'imprenditoria del settore dello smaltimento dei rifiuti e il management sanitario( di Michele Columella e Francesco Petronella. )le ordinanze sono state emesse dal gip Vito Fanizzi, su richiesta dei sostituti procuratori della Repubblica Desiree Digeronimo, Marcello Quercia e Francesco Bretone.Un’inchiesta che vede coinvolto l’ex assessore Tedesco, che ha riguardato le gare milionarie pubbliche indette dalla Asl di Bari per il servizio di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti speciali prodotti nelle strutture sanitarie ed amministrative dell’ente e per il completamento delle attrezzature dell’Istituto di ricovero e cura 'Giovanni Paolo II-Oncologico di Bari (lotto 2 e 4). Alberto Tedesco, si sarebbe inserito decisamente nel turbamento della gara per i rifiuti speciali vinta dalla Viri (gruppo Tradeco), di cui avrebbe seguito attentamente le sorti, attraverso la concreta ed interessata ingerenza nell’istruttoria della stessa, segreta fino alla pubblicazione dei punteggi attraverso la concreta ed interessata ingerenza nell’istruttoria della stessa, segreta fino alla pubblicazione dei punteggi finali, tramite suo genero Elio Rubino. Le indagini hanno consentito di evidenziare l’ingerenza illecita degli indagati a sostegno degli interessi economici, ad esempio della ditta Vi.Ri. srl (gruppo Tradeco), specializzata nello smaltimento dei rifiuti speciali. All'impresa, che fa capo a Michele Columella e Francesco Petronella, nell'aprile del 2009 venne assegnato l’appalto dell’Asl di Bari per un importo di circa 5 milioni di euro, per il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti speciali prodotti dalle strutture sanitarie. Un signore l’ex assessore Tedesco su cui gravitava un gigantesco conflitto di interessi di cui nessuno se n’è preoccupato sino al grande scandalo e al suo “licenziamento” , atto dovuto,
Una politica leggera che si materializza nell’uso originale della trattativa privata, senza gara, per il San Raffaele di don Verzé come partner privato della Regione per costruire e gestire il nuovo mega-ospedale di Taranto, soprattutto in considerazione della enorme somma con cui la Regione si è impegnata, mentre si chiudono due ospedali pubblici , né è chiaro per quale motivo questi investimenti non sono ricaduti su queste strutture facendone poli di “Eccellenza”

L’altro grande fattore di vanto della regione è il businnes del le fonti energetiche rinnovabili le quali, attraverso l’estensione degli istituti di semplificazione dei procedimenti autorizzativi dei relativi impianti Legge regionale 31/08, (obiettivo specifico, peraltro, imposto agli Stati membri dal Legislatore comunitari) che consentiva la presentazione della semplice DIA al posto dell'autorizzazione unica per impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili fino alla potenza di 1 MW , hanno attirato sul nostro territorio le grandi multinazionali straniere attratte dai lucrosi finanziamenti e dalla semplificazione burocratica
Così pale eoliche pannelli fotovoltaici e centrali biomasse hanno portato la Puglia ai vertici della produzione delle rinnovabili e le società multinazionali a prendere possesso del territorio devastandolo ,nè la tardiva normativa , il Regolamento Regionale 30/12/2010 n. 24 –attuativo del Decreto del Ministro per lo Sviluppo Economico del 10 settembre 2010, riesce a controllare il consumo di territorio e a bloccare le infiltrazioni mafiose . I risultati sono sotto i nostri occhi oltre 2000 aerogeneratori tra costruiti e in via di approvazione in tutta la Puglia, di cui solo 460 nella provincia di Lecce, e delle centinaia di migliaia di MW di fotovoltaico abbattutesi sulle nostre campagne D’altronde l’intelaiatura complessa difficilmente riesce a smantellare l’intero sistema posto in essere dalle grandi lobbie dell’energia, che preferiscono mandare avanti operatori e investitori privati e utilizzare il vasto sottobosco di prestanome, mediatori e soggetti portatori di interessi. Si può avere un’idea leggendole cronache relative al recente caso Tecnova, azienda spagnola con sede a Fuente la Reina, Poligono de La Olivera, nº 32 in Altura (12410 Castellón) , alla quale si contesta lo sfruttamento al limite della schiavitù della manodopera immigrata. La società è giunta nel Salento (Soleto) subentrando in appalto ad aziende quali la Uthe oil e la Proener che a loro volta avevano acquistato le autorizzazioni da piccole società locali nella fattispecie la Apulia Renewable Energy srl. (parliamo della ex Italgest di Paride De Masi e che tra i soci aveva Roberto De Santis ) e Solar ventures SrlVa.
Ad accordi fatti“partire dal 14 aprile 2011 gli operai in regola con il contratto (cira 400 a fronte di 100 lavoratori in nero) percepiranno un anticipo di 1500 euro per poi saldare il tutto (lavoratori a nero compresi) entro il 30 di aprile 2011” i dipendenti verranno retribuiti attraverso un fondo d’investimento italo-cinese Global Solar Fund S.C.A Sicar che pare abbia diverse partecipazioni tra le quali quella Apulia Renewable Energy srl. , stesso nome che si ripete anche in merito agli Impianti fotovoltaici abusivi in provincia di Brindisi nelle contrade Trullo-Masseria Caracci (Saline Parco della Contessa), Trullo, e contrada Capitan Monza la Apulia renewable energy, proprietaria di un impianto da 10 megawatt, e altri tre impianti da un megawatt l'uno di proprietà della Girasole srl, la Photos srl, la Geo sr .
Potremmo ricercare altro e altro ancora , basta una lettura delle cronache locali e delle dichiarazioni degli ambientalisti, quelli veri, o della gente comune dei lavoratori degli inoccupati delle casalinghe, ma andremmo troppo oltre, quello che importa rilevare è che va messo in discussione un sistema fatto di leggi tardive , di dichiarazioni ad effetto che arrivano come ultime, di promesse mancate, di spot preelettoralistici, di assunzioni a pochi giorni dalle elezioni , di Masanielli di occasione che, come nei circhi più scadenti, pilotano gli animali in gabbia semiaddormentati.