giovedì 20 ottobre 2011

Non seguiamo le pedine


Basterebbero due dati. Il primo, Mario Draghi che da ragione agli indignados. Il secondo, l'elenco completo degli organizzatori della manifestazione del 15 ottobre: "Arci, Attac Italia, Unicobas, Cobas, Cub, Federazione Anarchica Italiana, Federazione della Sinistra, Gruppo Abele, Popolo Viola, Legambiente, Partito comunista dei lavoratori, Rete 28 Aprile-CGIL, Rete dei Comunisti, Rete della Conoscenza, Sinistra Ecologia Libertà, Sinistra Critica, Snater, USB".

Praticamente tutti soggetti nuovi, davvero alternativi, e soprattutto campioni di coerenza. Questi gruppi e partiti (con rispettivi sostenitori), che non si sfilerebbero mai dal fronte comune con Monti, Draghi, Prodi in nome della lotta a Berlusconi e per i quali i moniti di Moodys e dell'Unione europea sono il vangelo, hanno avuto la faccia tosta di mettere su all'improvviso una manifestazione contro il pagamento del debito e lo strapotere delle banche, che poi si è rivelata la copia sputata di tutte le altre piazzate romane degli ultimi 20 anni (canti, balli, girotondi, urli qualunquisti e cartelli variopinti contro il nano, dopodichè...tutti a casa). Non sono esclusi i partiti trotzkoidi critici del PD e di Vendola, che ormai si possono scorgere sempre più spesso insieme alla  vecchia "casa madre" SEL-PRC in cortei, tavole rotonde ecc.
Dalla loro i senza ritegno hanno anche la provvidenziale gazzarra mediatica sui black bloc, che hanno movimentato la festa: così qualunque "osservatore" può fregarsene bellamente di sottolineare l'unico risvolto importante, e cioè che in Italia un personale politico e associativo asservito alla grande finanza ha organizzato un evento di protesta...contro la finanza, con una "piattaforma" di 3 parole in croce e con "indignati" presi SOLO ed esclusivamente dalle loro nicchie elettorali (la presunta "base buona").
 
Di elementi oscuri sul vero significato della trappola di sabato ne erano saltati fuori parecchi: c'è chi si è accorto che la pagina Facebook sull'evento era collegata a quelle di Obama, del popolo viola o di altre fesserie antiberlusconiane e anticasta, oppure chi ha riconosciuto guardando le interviste televisive ai portavoce degli indignados (prima del 15) le facce di ragazzi solitamente ospitati da Michele Santoro in veste di esponenti del popolo viola o dei gruppi studenteschi dell'onda anti-Gelmini (affiliati ai partiti). La stessa manifestazione è stata preceduta da una analoga di prova a Bologna: in cui già si poteva vedere la solita fauna giovanile mista (dai centri sociali ai vendoliani più di bocca buona) uscirsene con slogan pericolosamente confusionari contro il debito e le banche, senza critica precisa ai veri responsabili della crisi (ma biascicando altri capri espiatori: il governo, i politici corrotti, addirittura "lo stato"!). Era stata preparata da giorni una trappola che rientra in una più ampia strategia pianificata dell'assorbimento e dell'oscuramento, messa in atto dall'ammucchiata "sinistra" da circa un paio d'anni.

Da tempo tutte le realtà al di fuori dello schema destra/sinistra sono sotto osservazione dei poteri forti, tramite le sue pedine di centrosinistra: dai parlamentari trombati ai movimenti e sindacati controllati dai partiti, dagli intellettuali bombardatori ai provocatori megalomani di paese, ecc. 
Dato che le nuove realtà stanno iniziando ad acquisire un minimo grado di notorietà e seguaci presso il popolo (quello vero!), queste pedine ne le rimasticano parole d'ordine e trasfigurano ai limiti del grottesco i loro punti fondamentali: copia, taglia, incolla per vanificare l'impegno di poche, ma coerenti avanguardie e confonderlo con le carnevalate dei più reazionari e venduti che esistano: il "popolo di sinistra". 
I figli della classe media aristocratica, le stesse facce che si vedono al leoncavallo, nelle fabbriche di nichi e tra il popolo viola (per i quali "l'ILVA deve rimanere aperta" e "Gheddafi va scacciato con le bombe"), si sono limitati a imparare 4 parole nuove navigando per qualche ora in internet (tipo debito, signoraggio, BCE, Draghi) e a sciorinarle alle telecamere del tg3 a Roma e Bologna. Costoro non hanno scippato "ai buoni" la manifestazione (che hanno organizzato) ma fatto molto di peggio: hanno letteralmente scippato il linguaggio e i contenuti anticapitalisti di tutte le tendenze critiche della dicotomia Destra/Sinistra. E se lo hanno fatto in maniera così deliberata e spavalda lo scorso sabato, vuol dire che d'ora in poi lo faranno in ogni altra occasione e ambito.

Chissà poi come mai persino il Tg1 di Minzolini, quello del presunto minculpop di regime, stavolta non è stato il megafono del manganello (vedi scontri di Genova, 2001) ma fin da subito ha preso le parti dei manifestanti parlando apertamente di infiltrati isolati (mandando in onda tanto di filmati di prova). E chissà come mai nessuno (nè gli opinionisti e pensatori dei mass-media, nè la "base" che è andata a Roma) ha voglia di ricordare che quel poco di piattaforma ambigua di questa bella protesta indignata era basata sulla questione "stop BCE", non sulla questione "Berlusconi, dimettiti". 
I motivi sono presto detti. Innanzitutto, si sta spingendo ogni italiano che voglia protestare davvero o a riconoscersi nei militanti "pacifici" minacciati dagli intrusi, appartenenti al gregge dei partiti del centrosinistra, oppure viceversa a solidarizzare con le tute nere, raffigurati (anche grazie a storie commoventi che circolano in queste ore sui rotocalchi e riprese dalla galassia antagonista - trotzkisti, stalinisti, centrosocialisti ecc.) come scusabilissimi trentenni precari timidi e gentili diventati violenti sfasciatori di negozi e d'auto per sfogarsi della propria situazione di vita; ed è appunto questo il modello offerto alle menti più critiche di cui vengono strumentalizzate apposta le inclinazioni estremistico-radicali più grezze (secondo cui se salta un bancomat non ce frega giustamente niente!).

Non vengono offerte terze soluzioni a questa (falsissima) contrapposizione, così se qualcuno è schifato sia dagli indignados arcobaleno che dalle violenze dai provocatori sfasciatutto in odore di servizi (come per i romani che ci hanno rimesso l'auto o il negozio) manderà naturalmente al diavolo l'anticapitalismo e chi lo porta realmente avanti - come infatti sta già avvenendo senza che agli indignati freghi alcunchè. 
E com' è prevedibile, si vuole che tutti confondano il tema della difesa di welfare e diritti sociali (contro gli interessi delle banche e le manovre europee) e quello solito della caduta del governo, mantenendo sempre il secondo obiettivo come primario rispetto al primo. Il che significa oscurare e silenziare i soggetti politici e culturali difensori della nostra sovranità, dando il diritto di parola solo ai fasulli indignados sovvenzionati da Soros.

Se solo in queste piazzate si possono trovare le "avanguardie", e tutto ciò che sta al di fuori è retroguardia, molto meglio (è una modesta opinione dello scrivente) dialogare con la retroguardia. Questi 4 gaglioffi (rumorosi quando si uniscono in piazza, ma sempre pochi - e sempre gaglioffi) possono continuare a rubare tutta l'attenzione pubblica, diffamare i coerenti per prendersene i meriti, giocare agli indignati divertendosi, mentre i loro beniamini fanno i voleri di Wall Street, degli Usa e del sionismo, ma almeno accorgiamoci della tattica pericolosa e subdola che stanno conducendo. E vendiamo loro cara la pelle - che già ci stanno strappando di dosso.

Andrea Russo

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