giovedì 25 aprile 2013

Democrazia del Pubblico o dei dominati?


Una rappresentanza, quella della nostra politica,  che da venti anni è stata delegittimata grazie al sistema parlamentare porcellum; ma non solo,  credo fortemente che l’origine sia più da ricercare nella trasformazione dei partiti che si sono configurati da tempo come  centri oligarchici slegati da ogni realtà territoriale, sciogliendo quei gradi intermedi ( considerando anche  le associazioni , movimenti di opinione ecc,)  che avrebbero dovuto tutelare ogni deriva dispotica. Nella sua prima formulazione il governo rappresentativo  coincideva  con i partiti di massa fortemente ancorati a blocchi ideologici e in stretto contatto con la base, che direzionava le scelte politiche e le strategie. Un breve periodo, poi si è ceduto alle scelte elitarie
scollegandosi definitivamente dai bisogni del mondo reale che con la crisi ha determinato spinte di dissenso e  il desiderio di “contare” del popolo ormai  espulso dai processi decisionali. Prima o poi l’ esplosione sarebbe avvenuta che sia stato il M5 stelle a cavalcare l’opposizione o altro certo è che si corre  il pericolo di ridursi ad essere una calamita attrattiva degli scontenti facilmente demonizzabile dai media di sistema.

La decadenza della democrazie e dei partiti di massa, ormai centri di potere legati ai grandi poteri finanziari e alle mafie  locali come basi elettorali, ha prodotto  in politica la strategia del marketing (slogan facilmente decodificabili che anticipano i desideri e direzionano la volontà), i monologhi berlusconiani sono stati ben presto superati dalla condivisione reticolare delle informazioni , dalla partecipazione al processo di creazione e trasmissione  del pensiero  con l’effetto immediato  di creare un contatto diretto tra il singolo ed il leader, indebolendo il peso specifico  delle identità collettive, in tal modo  l’eletto diventa un “fiduciario” dei singoli, non più un delegato, rappresentante di una linea politica specifica e definibile. E’ vero che si è venuto affermando un modello di mobilitazione più “calda”,ma  è altrettanto  vero che ci troviamo di fronte ad un elettorato fluido e tendenzialmente infedele che risponde più al tipo di “offerta” momentanea legata all’immagine dei singoli che a una ricompattazione intorno ad un nucleo identificativo politico e sociale. Il pericolo è  l’incremento dell’atomizzazione sociale, che compromette ogni forma di rivendicazione, e la più infida  nascita di  una nuova forma di élite politica, che sa scegliere  le differenze e le divisioni più efficaci e vantaggiose per se stessa, insomma ancora una volta una pseudo democrazia

Sembra sbriciolarsi ogni ipotesi ideale  di attivazione della democrazia, soprattutto nella pratica delle elezioni, già  nell’antica Atene di  Aristotele o per  Rousseau e Montesquieu il sistema di rappresentanza è ben lontano da essere uno strumento democratico,molte più garanzie le offre l’estrazione a sorte che garantisce l’effettiva uguaglianza tra i candidati, affidare alla casualità ciò che un qualsiasi sistema di voto rappresenta un rischio

domenica 14 aprile 2013

I PRIMATI DELLA MORTE


E Bari o meglio Carbonara con il suo Grande Ospedale
Di Venere, è tra i primi posti in classifica
 I numeri dell’ Agenas, Agenzia nazionale per i servizi sanitari , sono impressionanti quando relazionano sui sei ospedali pubblici di grandi dimensioni con un rischio di decesso dei pazienti superiore alla media nazionale, le medagliette sono attribuite all’ospedale civile di Venezia, il San Paolo a Civitavecchia, il San Giovanni Evangelista di Tivoli, il San Paolo a Napoli, il Gravina e San Pietro di Caltagirone e Udite Udite all’ospedale Di Venere di Carbonara – Bari uno dei principali ospedali baresi e pugliesi. In questo ospedale  c'è un reparto nel quale si rischia parecchio,  di morire: neurochirurgia, ridotta ai minimi termini con ginecologia  (punti di riferimento per i pazienti di tutta la Puglia), e fisiopatologia respiratoria e pediatria. Neurochirurgia, reparto unico dell’intera Asl provinciale , prevede interventi delicatissimi ormai ineseguibili a causa dei tagli che il reparto subisce ormai da anni, oltre all’ impressionante degrado strutturale  in cui verte. Non va meglio per Anatomia patologica ormai smantellata con gravi disagi per i pazienti e ritardi nelle consegne dei referti. All’aspetto trasandato dei reparti di questa enorme struttura fa da contraltare  il cantiere aperto a cui è sottoposta  per via di imponenti opere di ristrutturazione Al “Di Venere” infatti sono in corso lavori per 23 milioni di euro, di cui il 35 % erogati dalla Regione e il restante sono fondi europei, con la modifica della viabilità, il risanamento alberghiero dei reparti di degenza, le sale operatorie, nuove di zecca, praticamente  del tutto inutili, dal momento che mancano  gli operatori sanitari e i medici . E allora noi, comuni mortali, quelli cioè che pagano tasse e imposte per godere dei servizi pubblici, ci chiediamo come mai si licenzia il personale di una mega struttura ospedaliera  e si continua a costruire, risanare ristrutturare? Mistero dei fondi europei che corrono sempre lì, nelle solite tasche

lunedì 8 aprile 2013

Quale Futuro?


Mentre a Grosseto si sorteggiano gli stipendi dei precari della scuola, vedi liceo linguistico Rosmini, il Ministero della distruzione scolastica ha  tagliato del 92% , avete letto bene  non ci sono errori , le borse di studio per i più capaci e meritevoli, tradotto in cifre se  nel 2012 sono stati stanziati 175 milioni per le borse di studio, e nonostante tutto  ben 57mila idonei per reddito e merito non hanno ricevuto il beneficio a loro dovuto, nel 2013  si  precipiterà a scarsi 14 milioni , così i capaci e meritevolianche se privi di mezzi, a cui la Costituzione conferisce il diritto a raggiungere  i gradi più alti dell’istruzione potranno tranquillamente starsene a casa poiché sarà impossibile per le famiglie meno abbienti poter mantenere un figlio all’università, a meno che non facciano ricorso al prestito d’onore  all’americana, cioè indebitarsi, con i sentiti ringraziamenti  delle banche e l’irrimediabile aumento della diseguaglianza sociale. Sempre più difficile quindi parlare di diritto allo studio nel nostro Bel Paese e lo mostrano i cali delle immatricolazioni in flessione del 17% dal 2003/2004, come la scarsità di investimenti che vengono stanziati per gli atenei che quest’anno saranno di meno 300milioni di euro portando molti di loro a rischio default e,a cascata, seguiranno i licenziamenti dei precari su cui si reggono gli istituti di ricerca.
.Insomma siamo  partiti anni fa dalla demolizione delle periferie della conoscenza , scuole primarie , a rischio ecc, per arrivare piano piano al collasso del centro della cultura e della ricerca a dimostrazione che la gente non conta più nulla e i diritti fondamentali sono spostati  a vantaggio di chi “priva”  gli altri. Con questi scuri di luna a cosa servirà la scuola o l’università privati di fondi e di saperi in cui non si forma più alcun futuro?
adele dentice

martedì 2 aprile 2013

Costituzione addio!

E’una situazione grave, oserei dire gravissima, l’operazione che,contro ogni precedente della storia repubblicana ,ha prorogato il governo Monti, appena il 10% dei voti alle ultime elezioni,
 aprendo la strada al presidenzialismo e commissariando  il Parlamento, in tal modo ogni residua  forma di sovranità popolare svanisce come una bolla d'acqua portandosi dietro tutti i fondamentali della nostra Costituzione, morta prima di nascere. Il Presidente della Repubblica nominando due commissioni composte di membri del Parlamento e membri del governo in carica "per gli affari correnti" e titolari di istituti di più varia collocazione nel sistema politico-amministrativo non ha semplicemente prorogato i tempi,ha fatto qualcosa di molto più grave,ha fornito un'immagine rassicurante all'estero di
totale sudditanza ai poteri forti (Usa, Ue, Nato, Confindustria, Vaticano) lasciando, in una pantomina di democrazia, le urlate proteste di Grillo che non scalfiscono minimamente gli interessi euro-atlantici e il sistema capitalistico.

Così i principi di democrazia non solo vengono  rovesciati, ma si opera impunemente al di là della Costituzione, infischiandosene di una volontà popolare che ha detto un chiaro ed esplicito NO alle politiche dell'austerità che ci hanno fatto precipitare in un groviglio di rapporti economici e politici il cui unico effetto è stato quello di aggravare lo stato di crisi e la nostra dipendenza euro-atlantica,ma c'è di più Il Presidente della Repubblica, inteso come asse istituzionale di fatto ci ha fatto diventare  una Repubblica Presidenziale senza alcuna revisione della Carta Costituzionale ormai relegata in un angolo oscuro

lunedì 1 aprile 2013

Sotto la legalità, il furto



Strappiamo la radice del male e del furto ai cittadini che non viene solo dalla crisi o dagli ultimi venti anni di malgoverno, ma da molto lontano, dal 1990 e dall’ abolizione dell’art 324 del Codice penale  , con quel gesto sono stati sottratti ai lavoratori , disoccupati , piccoli e medi imprenditori miliardi di euro. La logica ci porterebbe a pensare come primo atto politico del Parlamento dell'Incomunicabilità alla reintroduzione nel codice penale dell' articolo in questione  che consideravagravi delitti gli interessi privati in atti d’ufficio; con la sua depenalizzazione in un colpo solo vengono “assolti”  i responsabili di Falso in Bilancio e di Peculato per “distrazione” , cioè utilizzo di denaro pubblico per fini diversi da quelli stabiliti dalla legge. Per esempio, si possono tranquillamente pagare le banche anziché i lavoratori e le piccole imprese oppure finanziare, incostituzionalmente (art 33), la scuola privata al posto di sovvenzionare la scuola pubblica.
 Si è liberalizzata  la gestione dissennata delle risorse aprendo la strada al fulcro della corruzione del nostro Paese il conflitto di interessi, responsabile di unasituazione di apparente “legalità” in cui sguazzano governanti, banchieri, un politici giudici i quali,  anziché fare l'interesse pubblico, curano interessi privati propri o degli amici se non a prestanomi.
Favorire leggi ad personam a tutela di patrimoni personali come quella sul falso in bilancio o sulla esportazione di capitali o sui vari condoni di berlusconiana memoria, non da ultimo la eccezionale rimonta del PDL avuta grazie anche ai media “privati”, per quanto deplorevoli sono quasi irrisorie rispetto alle  più gravi le complicità  che riguardano la Banca d’Italia, che da un lato dovrebbe svolgere compiti di vigilanza e controllo a tutela dei risparmiatori in base all’art. 47 della Costituzione (proteggere  e favorire i  risparmi dei cittadini), dall’altra è proprietaria degli Istituti che dovrebbe vigilare.

A riprova il Cicr (comitato credito e risparmio), sconosciuto ai più, altro non è che  una sigla  includente un organismo di  sorveglianza della  condotta del Governatore della Banca d’Italia, il quale ne fa parte   insieme ai rappresentati delle banche che nello stesso tempo sono controllate e comproprietarie della Banca stessa, naturalmente organismi stabili di questo organo  anche i ministri dell’economia e della finanza dei vari governi . Insomma inciuci interistituzionali tra pubblico e privato all’interno di un vuoto normativo  e di leggi imperfette e soprattutto di una politichetta serva dei banchieri  che da quel lontano 1990 ha, nella pratica, legittimato i fondi neri , il rientro di capitali illeciti, le evasioni fiscali  mentre gli organi di controllo   dai revisori dei conti ai sindaci alle agenzie rating non solo non hanno funzionato come dovevano, ma hanno rappresentato per la comunità costi altissimi. 
Insomma un apparente guazzabuglio ben diretto, al cui cospetto le peggiori organizzazioni criminali impallidiscono! 

L'Urlo di Mafalda