sabato 21 maggio 2011

ACQUA AVVELENATA? SENZA ALLARMARSI TROPPO


Nel video trasmesso da telenorba il 19 maggio 2011non si vuole fare nessun allarmismo , certo è che l'assessore regionale Nicastro ha presentato una legge di bonifica delle falde acquifere che ha turbato molto i componenti della commissione quando hanno “scoperto” che per esempio a Taranto ci sono concentrazioni spaventose di piombo, manganese, alluminio, cromo, nichel, arsenico e cianuro, né stanno meglio altre zone come Brindisi o Bari o Manfredonia dove nel sottosuolo è stato sversato di tutto avvelenando le falde acquifere e contaminando i terreni. Sempre nel servizio di Telenorba si fa riferimento alla bonifica che l'Ilva a “sue spese” sta effettuando , peccato che l'avvelenamento sia costato in termini di vite umane qualcosa come migliaia di persone e che il connubio politica e -impresa abbia condannato a morte un'intera città .

Che la politica più che prevenire interviene quando la situazione sia ai limiti del collasso non è una novità, sono almeno 10 anni che veleggia il sospetto che le falde acquifere pugliesi fossero contaminate e il problema non riguarda solo l'ilva , il Petrolchimico o la Fibronit , ma tutto il territorio regionale . Basterebbe tornare indietro di 10 anni all'aprile del 2001 quando, in seguito ad un indagine originata da incendio verificatosi nella discarica abusiva di Santeremo , si scoprì che i terreni di Santeramo in colleValenzano, Corato e Modugno, destinati alla coltivazione di prodotti agricoli, custodivano migliaia di tonnellate di rifiuti speciali ad elevate concentrazioni di metalli pesanti, tutte altamente inquinanti e bioassimilabili, come cromo, cadmio, nichel e piombo,tutte sostanze che inevitabilmente compromettono in modo irreparabile il suolo e le falde acquifere.

Oggi ci tranquillizzano assicurandoci che l'acqua che beviamo è buona anzi la migliore del mondo, e su questo dormiamo sonni tranquilli, non altrettanto possiamo dirci sereni se pensiamo al ciclo alimentare , al terreni agricoli contaminati , all'acqua che irriga i campi e soprattutto al numero esasperante di ammalati oncologici o di altre strane patologie rare che riempie i nosocomi e le nostre case

giovedì 19 maggio 2011

L'Abisso



Sono parecchi mesi ormai che sono attivi gli sportelli di aiuto del PBC a Bari. Un 'esperienza straordinaria sul piano umano e agghiacciante su quello politico, le tragedie quotidiane, la mancanza di lavoro che impedisce persino di provvedere alla propria salute a e a quella dei familiari non trovano risposte istituzionali e tanto meno quelle dei cosiddetti partiti e movimenti che sono presenti solo lì dove si accendono i riflettori mediatici.
Dove sono i vari militanti dell'estrema sinistra, ormai chiusi nelle loro nicchia ideologica innocua e apparentemente di opposizione, fedeli al giuramento di fedeltà (gli unici!) e comunque infinitamente lontani dalla gente comune, in fin dei conti cosa può esprimere una casalinga o il piccolo commerciante fallito o lo studente che rifiuta di scioperare e occupare l'università perchè i genitori non hanno da pagare le esosissime tasse universitarie? E i grillini, che a parte qualche generoso esempio, non sanno cosa siano le politiche del welfare, come da indicazioni del loro leader, assolutamente indifferente alla questione scuola, se non ostile, così come a quella della sanità o attualmente dell' economia . Avvezzi alla provocazione senza declinazione pratica o programmazione politica , un movimento antisistema che nel contempo “dichiara” sostegno a Pisapia (PD; SEL ecc), vecchia pratica se a suo tempo Grillo appoggiò al ballottaggio Michele Emiliano (sindaco di Bari PD) e poi Vendola.

Senza parlare della questione scottante di Taranto dove oltre le solite manifestazioni , miranti a svuotare il risentimento popolare , si risolvono nella solita passerella mediatica, dal momento che nella pratica nulla cambia.

Nel nostro piccolo mondo, dove la gente disperata muore in silenzio, dove non rimane che il conforto isolato di qualche gesto caritatevole, anche noi, attivisti del PBC, restiamo soli nel nostro sportello, noi e i tanti volti disperati che ci chiedono aiuto e noi con la voglia di cambiare, ma sempre più soli, perchè gli altri hanno altro da fare , c'è sempre altro da fare, come presenziare il caso del giorno, rilasciare interviste e svolazzano da un posto all'altro, da un gruppo all'altro, perchè è decisivo per la propria immagine e la propria carriera politica,  non ha importanza destra , sinistra, centro, o altre alchimie, si esiste solo lì dove c'è il conflitto provocato ad arte o spontaneo l'importante è che ci siano le tv e i giornalisti, perchè bisogna farsi vedere, perchè la politica, prostituta ruffiana tra i poteri forti e la criminalità, ha un unico cinico obiettivo esporre il suo squallido volto al mondo , disaffezionare le persone così sempre in meno ci sarà partecipazione attiva, e la partita si giocherà finalmente tra coloro che “contano”.

Ma fino a quando reggerà questo gioco? Fino a quando si riuscirà a sostenere la rabbia individuale dei precari , i nuovi schiavi perchè impossibilitati a progettare il loro futuro , fino a quando i lavoratori parcellizzati e divisi rimarranno vincolati al sistema di produzione capitalistico, fino a quando il ceto medio riuscirà a tenere l'impoverimento relativo o assoluto fino a quando la gente continuerà a rimanere ingabbiata nello ormai obsoleto e inattuale schema destra-sinistra senza paura di uscire fuori, senza paura di essere liberi?

Eppure, nonostante il dramma sociale che investe il nostro paese e la morsa della concorrenza globalizzata in cui sono ormai costrette le nostre città, ancora l'opinione pubblica si lascia distrarre dalla favola dei Diritti Umani, estensione delle strategie imperialiste , diffusa dalle prediche del circo mediatico e da coloro che dichiarano di voler salvare il mondo, di essere dalla parte dei clandestini , ma poi esprimono favorevoli consensi alle guerre di aggressione. Una simulazione politica cinica e corrotta tesa a giustificare le enormi spese destinate alla guerra togliendole al welfare, alla scuola, alla sanità, al lavoro, alla casa; una simulazione che espelle chiunque decida di non essere organico e rifiuta di piegarsi a quella cultura settoriale che pretende di spiegare ma nella sostanza e nella apparente diversità è uniformata al capitalismo.

Diritti Sociali, quindi, che non solo vengono negati ma relegati nelle stanze dell'oblio, attraverso un'operazione di colpevolizzazione, vecchia di 60 anni, sono stati trasformati in privilegi, il lavoro, la casa, la salute, senza parlare del riposo, della pensione, della dignità dell'istruzione, dell'assistenza ai disabili agli anziani, ai malati.
Diritti per i quali noi del movimento Per il Bene Comune ci spendiamo e con grande difficoltà, poiché non siamo legati alle elite finanziarie, non abbiamo intellettuali strapagati e subordinati alla classe predominante, né siamo trasmettitori di ideologie apologetiche, soprattutto non siamo volontari, “facciamo politica” dal basso, privi di guru da inseguire, rincorriamo però l'obiettivo del cambiamento radicale, sperando di infrangere il modello dell' attuale sistema senza nasconderci dietro l'alibi dell'antiberlusconismo di facciata che non permette di individuare le profonde e laceranti contraddizioni politico-sociali della nostra società.

Adele Dentice

lunedì 16 maggio 2011

Fuori dall'Europa: il decreto Agro-Dolce dei precari della scuola


i contratti a tempo determinato stipulati per il conferimento delle supplenze del personale docente [...] necessari per garantire la costante erogazione del servizio scolastico ed educativo, non possono in alcun caso trasformarsi in rapporti di lavoro a tempo indeterminato, né consentire la maturazione di anzianità utile ai fini retributivi prima della immissione in ruolo“ Solo per il Docente precario e solo per lui non vale l'’art.10 d.lgs. 6 sett. 2001 n. 368 che applica in Italia la direttiva comunitaria in materia di lavoro sui tempi determinati, cioè dopo tre anni di lavoro, i singoli soggetti possono rivolgersi al giudice per ottenere la conversione del contratto a tempo indeterminato.

Secondo questa norma potrà passare da tempo determinato a indeterminato solo il personale che rientra nel contingente annuale sulle immissioni in ruolo, bloccando, di fatto, ogni possibilità di trasformare le supplenze continuative in rapporti a tempo indeterminato, Sterilizzando così la direttiva europea e la stessa legge nazionale ed espellendo i precari italiani dall'Europa .

E' un' empia operazione articolata in una serie di comma contenuti nell'art 9 del Decreto, concordata dal governo con i sindacati e parte dell'opposizione , in cui è stato inserito quel carattere retroattivo mirato a proteggere il ministero del Lavoro e il ministro dell'Istruzione contro i ricorsi e i maxirisarcimenti che i giudici del lavoro si appresterebbero a mettere in atto per la trasformazione dei contratti da tempo indeterminato a determinato; ricorsi che non avranno seguito.. per via di una norma dettata dalla necessità di arginare una valanga di azioni giudiziarie preannunciate da due recenti sentenze che hanno riconosciuto una maggiore importanza dela normativa europea rispetto al contratto determinato D.lgs 369/01 e l124/99 ( Tribunale di Genova ha condannato il Ministero del Lavoro al riconoscimento e risarcimento di 15 mesi a un gruppo di docenti e l'altra del tribunale di Siena che ha riconosciuto l'obbligo di stabilizzazione dei precari in ricorso più l'assunzione di una docente dopo 6 anni di incarichi annuali).

Inoltre, la necessità di risparmiare al massimo sulla scuola , eliminerà i diritti acquisiti per cui non ci sarà più ricostruzione della carriera e ,chi ha insegnato per anni (pre-ruolo) ,non avrà riconosciuto nemmeno l'adeguamento dello stipendio (art.9) Praticamente, coloro che verranno chiamati a settembre per poi essere mandati a casa a giugno, potranno ottenere la stabilizzazione del loro contratto a tempo indeterminato ( se scelgono la provincia giusta!) , ma gli anni trascorsi a insegnare o come personale Ata non saranno calcolati per gli scatti di anzianità e lo stipendio parte dal primo, come se avvenisse una neo-assunzione. Assunzione a costo zero quindi come il rinvio al 31 agosto del termine per il completamento delle graduatorie e l'allungamento da tre a cinque anni della permanenza minima nella sede di prima nomina, mirata a contenere al massimo le assunzioni dei precari.

Inoltre il Piano sarà annualmente verificato ed, eventualmente, rimodulato, fermo restando il regime autorizzatorio in materia di assunzioni ( cioè, decide Tremonti ). L'articollo 9, che apre dolci speranze di assunzione ha un sapore amaro poiché in realtà blocca più della metà degli attuali precari da ogni ipotesi di assunzione in ruolo e da ogni sviluppo di carriera oltre che aggiungere un elemento di umiliante corsa alla provincia giusta , un perfido gioco dove il destino di 226.000 persone si declina in 13 articoli e in possibili 30.000 cattedre da distribuire in un non ancora chiaro quale arco temporale, perchè nel decreto-legge non si fanno cifre, si parla genericamente di posti annualmente disponibili e vacanti,quanti sono, quali sono non ci è dato sapere!!!

sabato 7 maggio 2011

Opportunisti, ORA BASTA!


Anche noi di Per il Bene Comune abbiamo appreso dell'incontro fra il presidente della regione Vendola e l'ambasciatore israeliano Meir. Già altri prima di noi hanno smentito le falsità filosioniste alimentate dal governatore, che non ci sorprendono. Da sempre sosteniamo che Nichi Vendola è un politicante tanto esibizionista quanto bugiardo, opportunista e complice del potere, perciò non ci stupisce che abbia legittimato in pubblico lo stato razzista d'Israele, mentre solo poche settimane fa piangeva lacrime di coccodrillo (in un comunicato stampa) per Vittorio Arrigoni assassinato a Gaza.

Quello che ci disgusta è lo sciacallaggio che lui e il suo partito stanno portando avanti sulla questione palestinese. Qualcuno dice in giro che "Vendola ha sempre sostenuto la Flottilla  e Vittorio Arrigoni", presentando come prova i comunicati del poeta trovati su internet. Ma è troppo comodo esprimere "dolore" e "rammarico" (o viceversa "solidarietà" e "sostegno") soltanto nei comunicati stampa o in qualche dichiarazione pubblica, possibilmente dopo che ci è scappato il morto, per avere un po' di visibilità e ingannare potenziali votanti "pacifisti" sprovveduti.

Premettiamo che in Puglia e a Bari quasi nessuno sapeva chi fosse Arrigoni prima del suo assassinio; e nessuno si prodigava per farne conoscere l'operato (a parte PBC e qualche singolo o gruppo sparuto).
Nessuno aveva mai sostenuto la spedizione Freedom Flottilla partita il 24 maggio dell'anno scorso; solo PBC la supportò pubblicamente fin dall'inizio nel silenzio dei mass-media. Tutta la "sinistra" locale (partitica e para-partitica) si risvegliò soltanto la mattina del 31 maggio, all'annuncio dell'omicidio di 15 pacifisti per mano israeliana, e appena 2 ore dopo la prima notizia (un bel record) aveva già organizzato convegni, incontri, sit-in; per "interrogarsi" o "esprimere solidarietà". All'improvviso tutti a parlare della Flottilla, quasi a farla passare come una loro iniziativa, per pubblicizzare ciascuno la propria sigla o gruppo microscopico, nonostante che a rischiare la vita sulle navi fino a due giorni prima (poi rimpatriati a forza da Cipro) ci fossero anche il portavoce e il presidente nazionale di PBC, e non Vendola nè tantomeno altri personaggi della sinistra "pacifista" o "antagonista".
Infine nessuno aveva supportato l'evento per la Giornata mondiale della Nakba del 15 maggio 2010, a cui PBC aveva contribuito.

È evidente il tentativo di oscurare quelle poche realtà autonome che portano avanti realmente (e senza compromessi) una causa giusta, scimmiottando le loro prese di posizione (con frasi ogni volta vaghe ed equivoche) e prendendosi i meriti delle loro iniziative. Perciò mettiamo in guardia tutti i sinceri attivisti (per la causa palestinese ma non solo) sia dalle bugie dei provocatori vendoliani, sia dalle eventuali farse dei partitini di turno, anche quelli che si dicono antagonisti o critici della linea di Vendola. Noi non staremo più a guardare!

Per il Bene Comune - Puglia

martedì 3 maggio 2011

il doppio inganno dei cip6 e dei CV che ci conduce verso il nucleare


L’inganno incrociato dei cip 6 e CV che ci conduce verso il nucleare
L’origine delle incentivazioni e delle sovratasse per le rinnovabili nasce con il provvedimento Cip 6 del 1992 a seguito del referendum antinucleare del 1987 .
Fu stabilito di incentivare le rinnovabili , ma lo stravolgimento e la beffa delle ormai stranote paroline “e assimilate” ha beneficiato chi produce gli scarti avvelenati delle raffinerie con costi che ricadono sugli utenti, costi che si sono aggirati dal 2001 al 2010 intorno ai 22,8 miliardi di euro finiti per metà nelle saccocce dei produttori di inquinanti. L’altra metà finisce in quelle degli imprenditori delle rinnovabili come l’eolico . Cercando di farsi strada nella folta giungla dei numeri e della normativa vaga con decretini strumentali alla sua disapplicazione, si scopre che per quanto riguarda l’eolico mentre il livello della rendita dei produttori in Germania è inferiore a 10 euro/MWh, e vale solo per i siti con maggiore ventosità, in Spagna, prima della crisi economica, la rendita era inferiore a 20 euro/MWh, quindi, un quinto circa di quella italiana, in Italia il livello della rendita è di circa 100 euro/MWh per un sito di media produttività
Né le cose cambiano con il fotovoltaico i cui incentivi , per dirla con 1'Authority, sono fra i «più profittevoli al mondo». Infatti mentre il costo medio dell'energia in Italia si aggira sui 60-70 €/kWh, chi produce elettricità con il fotovoltaico intasca ancora oggi fino a 402 euro. A danno degli gli utenti che dovranno pagare una sovrattassa di 5,7 miliardi di euro per le energie alternative. Di cui soltanto 3 miliardi per il solo fotovoltaico.L’affare è talmente grande che solo negli ultimi 4 anni sono stati presentate domande di impianti alternativi per 130 mila Megawatt, a fronte di una potenza elettrica installata, nel corso dell'ultimo secolo, di 105 mila Megawatt....Nella sola Puglia dei 295 Megawt operativi 239 sono prodotti da impianti collocati su 358 ettari di terreni agricoli .
Per i parchi eolici , sottoposti per produrre alla presenza di vento, è previsto un indennizzo per mancata produzione lì dove non è possibile immettere elettricità nella rete, dal momento che le pale sono state disseminate anche lì dove di vento ce n’è pochissimo e alcune linee hanno dimostrato di non avere la capacità di trasportare energia eolica negli intervalli di tempo tra una ventosità sostenuta e l’altra con conseguente riduzione di potenza “ Le direttici più colpite sono Andria – Foggia, Campobasso –Benevento e Benevento – Montecorvino, sulle quali insistono più di 1.500 MW eolici.” (Fonte APER – Associazione Produttori Energie Rinnovabili)
Cosa avviene in caso di mancata produzione? Si penserebbe ad un freno di incentivazione e invece i produttori vengono tutelati ancora una volta con un ‘insieme di norme che “premiano” la mancata produzione (calcolata sulle stime del GSE) attraverso il meccanismo della “priorità di dispaccimento”:
significa che le unità di produzione alimentate da fonti rinnovabili hanno diritto alla priorità di dispacciamento, come previsto dall’articolo 11, comma 4, del decreto legislativo n. 79/99.cioè devono obbligatoriamente essere acquistate per prima da Terna (gestore nazionale per la diffusione in rete dell’energia )e,con la deliberazione ARG/elt 5/10, vengono definite dall’ Autorità nuove modalità di remunerazione per la mancata produzione da impianti eolici , cioè gli utenti pagano anche per ‘energia non prodotta’!!!! In questo modo con l’eolico si hanno guadagni garantiti per 15 anni anche lì dove non c’è vento, poiché Terna è obbligata all’acquisto anche in mancanza di reti
Ma perché ci si chiede un MWh prodotto dall’eolico può arrivare a costare sino a 160 euro e un MWh prodotta dal fotovoltaico oltre 400 euro La risposta è nei certificati verdi, introdotti dal Decreto Legislativo 79/99, emessi dal GSE su richiesta del produttore italiano titolare di impianti alimentati da fonti rinnovabili e, in base alle direttive del protocollo di Kyoto, anche da chi non produce energia rinnovabile il quale deve acquistare un certo numero di CV per garantire lo sviluppo di una percentuale di energia da fonti rinnovabili Questi CV sono in pratica titoli emessisi richiesta dei produttori per ogni MWh il cui valore dovrebbe essere definito in base alla domanda-offerta . e, siccome il numero di cv ha superato ben oltre offerta, per evitarne il crollo il buon Prodi decise all’epoca ,che quelli in eccesso sarebbero stati acquistati dal GSE a un prezzo minimo, nel 2010 la cifra di acquisto dei CV è stata di 940 milioni mentre per il 2011 si ipotizza 1 miliardo e mezzo che il GSE dovrà spendere Il GSE (Gestore dei Servizi Elettrici, inoltre e sempre per il 2011 ha stabilito che il prezzo di offerta dei Certificati Verdi è pari a 88,13 €/MWh, superiore rispetto a quanto previsto dalla precedente normativa, come si evince dalla tabella sottostante
prezzo di ritiro CV con regole ex legge 122/10
(€/MWh)
2009 68,60
2010 62,23
2011 61,16
prezzo di ritiro CV con regole decreto Romani
(€/MWh)
2009 69,16
2010 87,99
2011 88,22
. In questo oceano di danaro sguazza il sistema integrato tra banche , produttori grandi piccoli e medi e soprattutto infiltrazioni malavitose . Non è un caso che la gran parte dei piccoli impianti sono stati finanziati dalle banche, le stesse che finanziano le centrali ad idrocarburi,i grossi impianti eolici e fotovoltaici e le centrali nucleari , e non è un caso che il sistema “democratico” favorisca le grandi multinazionali come Enel, Edison, E.On, ecc dal momento che gli incentivi così alti sono concessi indiscriminatamente.
Costi insostenibili
Ma ciò che deve allertare gli utenti sono i costi che nei prossimi anni diventeranno insostenibili , se consideriamo che solo nel 2010 per il solo fotovoltaico da qualche centinaia di MW si è passati a oltre 6000 MW portando gli incentivi ad oltre 19 miliardi di euro che ,spalmati sulle nostre bollette , si traduce in una aumento di oltre 300 euro all’anno nella bolletta elettrica. Senza contare poi i costi per l’adattamento della rete elettrica ( sappiamo che la rete non riesce a sostenere se non una piccola parte della trasmissione di energia prodotta dall’eolico) , significa che nella spesa totale risultano gli incentivi aumentati del 40% a fronte di una reale produzione del 10% e noi pagheremo milioni e milioni di euro per energia prodotta che non potrà essere immessa in rete
A questo punto si potrebbe pensare che la manovra necessaria sia quella di ridurre le incentivazioni se non eliminarle del tutto , spingendo (e sa tanto di una imposizione!!) verso la scelta nucleare le cui spese in ogni caso ricadranno sugli utenti dal momento che l’ENEL (accordo con la francese EDF per l’attivazione del nucleare in Italia) gode di un flusso di cassa determinato dalle bollette su cui spalmare i costi , e diventa “curioso” come le grandi aziende legate all’eolico italiano siano interessate al nucleare:
International Power plc
MW.
La strategia di sviluppo è incentrata sulla diversificazione delle fonti (carbone, petrolio, gas, acqua, vento); gli asset operativi in Italia
sono l’impianto a ciclo combinato ISAB Energy da 520MW e il portafoglio eolico IP Maestrale per un totale di 550MW.
International Power fa parte del gruppo francese GDF Suez(Gas de France Suez 29° posto delle maggiori imprese mondiali 2009) e la sua controllata Suez Environment è a capo del secondo gruppo mondiale dell'acqua, mentre per l'elettricità il gruppo è il decimo produttore a livello globale. Il 59% della sua produzione avviene in Europa, il15% in America Latina, il 17% in Asia e Africa, il 9% in Nord America. L'elettricità è ricavata da: gas (53%), idroelettrico (16%), carbone (11%), biomasse (1%), vento (1%), solare e altre rinnovabili, Nucleare !6%
FRI-EL Green Power S.P.A
Fri-El Green Power (sede Bolzano) è presente nel settore eolico italiano dal 2002. Fra i suoi principali partner ci sono la francese
EDF Energie Nouvelles (azienda produttrice e distributrice di energia in Francia impegnata nel nucleare ha partecipato alla realizzazione del reattore nucleare Phoenix) e la tedesca RWE Innogy, la società è collocata tra i primi produttori di energia da fonte eolica in Italia.

ENEL Green Power
settore energie rinnovabili di ENEL S.p.A., principale produttore italiano di energia elettrica. Va ricordato che la EDF ha stipulato il 24 febbraio un accordo con ENEL dando vita a “sviluppo nucleare Italia srl per la reintroduzione del nucleare in Italia con un progetto che prevede l’impianto di 6 o 7 centrali medie per la produzione di 1/4 di energia elettrica Fonte APER (Associazione produttori Energie Rinnovabili) , con una spesa prevista di 4/ 5 miliardi a impianto; naturalmente anche in questo caso nessun rischio perla grande azienda perchè i costi verranno spalmati sulle nostre bollette
Edison Energie Speciali
La Montedison è controllata dal 2001 da Italenergia (Fiat, EDF (principali azionisti), Tassara, Banca Roma, Banca Intesa, San Paolo) .Nel marzo del 2010 si è confermata la notizia che la EDF vuole coinvolgere nel progettonucleare la Edison con 4 centrali con Enel
E.ON AG
con sede a Düsseldorf (Germania),
La Repubblica, sez. Economia, pag. 22: 08 giugno 2010
MILANO “ Dopo le indiscrezioni, arrivano le conferme: il gruppo tedesco E. On e quello francese GDF-Suez sono pronti a dar vita alla seconda cordata per la realizzazione di centrali nucleari in Italia. Lanciando così la sfida a quella composta da ENEL e dall' ex monopolista transalpino EDF”
In pratica avremo due cordate la prima capeggiata dalla EDF (Francese prima al mondo in produzione) –Enel, la seconda GDF (sempre Francia ) Edison, allettate dall’apertura al nucleare dell’Italia confermato dalla nascita dell’agenzia nucleare in Italia

Il Punto 27 aprile 2011 - Speciale Joe Fallisi


Un bombardamento di menzogne. La guerra in Libia e le menzogne sparate a raffica dai media per compiacere il sistema. La testimonianza dell'ospite speciale Joe Fallisi, appena rientrato da Tripoli.