sabato 1 ottobre 2011

La Regione che tutti ci Invidiano

Esaltata dalla magniloquenza retorica del suo Governatore durante l’inaugurazione della Fiera del Levante 2011, si presenta al mondo vestita di numeri , quelli delle ecomafie, con 2.674 infrazioni accertate, 2.211 persone denunciate, 15 arrestate e 1.614 sequestri effettuati traffico illecito di rifiuti (19, 7 % sulla media nazionale ) e il costante aumento le discariche di pneumatici sempre abusive 258 oltre il 22% sempre sulla media nazionale
La Puglia con le sue splendide cavità naturali, disseminate su tutto il territorio, dal Gargano al Salento, adattate per il 60% a discariche abusive o "chiuse", come si dice in gergo, da tonnellate di terra e massi prodotti con la pratica dello spietramento (attività diffusa sull'Alta Murgia per trasformare i pascoli in terreni coltivabili)
La nostra regione svetta in testa alla classifica nazionale con 599 discariche abusive scoperte nel 2002 dalle Forze dell’Ordine (pari al 12% nazionale) e di queste ben 440 sono ancora attive, inoltre , secondo i dati diffusi da Lega ambiente, nel 2009 ne sono state scoperte e sequestrate in tutto il territorio regionale altre 663 con oltre un milione e 400metri cubi di rifiuti scoperti
179 discariche abusive scoperte e sequestrate nella provincia di Lecce, 151 a Brindisi, 139 a Bari, 106 a Taranto, 60 a Foggia e 28 nella provincia Bat
La Puglia, quella dei trulli e del mare blu , per intenderci , in piena globalizzazione gode del triste primato del remunerativo e importante traffico dei rifiuti che vanno verso i Balcani, l’Albania , la Cina , l’India utilizzando come basi logistiche i porti di Bari, Brindisi e Taranto, si tratta in particolare del materiale ferroso ed elettronico che ritorna come prodotto finito per essere utilizzato poi da alcune aziende pugliesi per il proprio ciclo di produzione, ma non è da meno rispetto al traffico orrendo degli animali e alla politica del mattone che vede la provincia di Lecce al 5 posto nella classifica nazionale. Si commentano da sole le dichiarazioni del presidente della lega ambiente Puglia che a fronte di dati cosi inquietanti riflette e considera come i numeri impressionanti siano tutto sommato il risultato del buon lavoro delle forze dell’ordine, di cui nessuno dubita , ma piuttosto ci sarebbe da farsi delle domande sui meccanismi che hanno permesso in pochi anni di sviluppare e rinforzare la ragnatela che lega malaffare imprenditoria e politica strangolando la regione e la parte buona della popolazione.
C’è stato poi l’inganno culturale dei nuovi cantieri giovanilisti della politica che ambiscono a diventare i capofila del rinnovamento e , arrivando per ultimi, avvalendosi di parole d’ordine ormai avvizzite denunciano il fallimento delle economie nazionali senza mettere in discussione l’impostazione ideologica che le sostiene. In realtà si riproducono i soliti schemi tecno-efficentisti avanzando su un doppio binario delle leggi colabrodo che si alternano a provvedimenti riparatori indotti dalla necessità di fungere da calmiere delle tensioni sociali.
In quest’ottica ci hanno voluto far crede che per infliggere un duro colpo alla Mafia dei rifiuti bisognava disseminare di inceneritori, veri o camuffati da centrali biomasse, la Puglia, non dando alcuna importanza alle istanze dei movimenti anti-incenritori, regalando l’intero ciclo dello smaltimento rifiuti al gruppo Marcegaglia , CISAMarcegaglia (al 51%) e Cisa (al 48%) insieme nel consorzio Cogeam, che, in tutti i bacini dove ha vinto le gare, si è alleata di volta in volta con gli operatori «storici» del territorio a Spinazzola e a Manfredonia (per l’impianto di Cdr), Cogeam è insieme alla Tradeco di Altamura, mentre a Conversano (discarica e biostabilizzatore) è con la Lombardi Ecologia.
Alcuni come la Viri (gruppo Tradeco) di Altamura, sono coinvolti nell’inchiesta sulla sanità pugliese(una delle tante) della Procura della Repubblica del Tribunale di Bari sul torbido intreccio tra l'imprenditoria del settore dello smaltimento dei rifiuti e il management sanitario( di Michele Columella e Francesco Petronella. )le ordinanze sono state emesse dal gip Vito Fanizzi, su richiesta dei sostituti procuratori della Repubblica Desiree Digeronimo, Marcello Quercia e Francesco Bretone.Un’inchiesta che vede coinvolto l’ex assessore Tedesco, che ha riguardato le gare milionarie pubbliche indette dalla Asl di Bari per il servizio di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti speciali prodotti nelle strutture sanitarie ed amministrative dell’ente e per il completamento delle attrezzature dell’Istituto di ricovero e cura 'Giovanni Paolo II-Oncologico di Bari (lotto 2 e 4). Alberto Tedesco, si sarebbe inserito decisamente nel turbamento della gara per i rifiuti speciali vinta dalla Viri (gruppo Tradeco), di cui avrebbe seguito attentamente le sorti, attraverso la concreta ed interessata ingerenza nell’istruttoria della stessa, segreta fino alla pubblicazione dei punteggi attraverso la concreta ed interessata ingerenza nell’istruttoria della stessa, segreta fino alla pubblicazione dei punteggi finali, tramite suo genero Elio Rubino. Le indagini hanno consentito di evidenziare l’ingerenza illecita degli indagati a sostegno degli interessi economici, ad esempio della ditta Vi.Ri. srl (gruppo Tradeco), specializzata nello smaltimento dei rifiuti speciali. All'impresa, che fa capo a Michele Columella e Francesco Petronella, nell'aprile del 2009 venne assegnato l’appalto dell’Asl di Bari per un importo di circa 5 milioni di euro, per il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti speciali prodotti dalle strutture sanitarie. Un signore l’ex assessore Tedesco su cui gravitava un gigantesco conflitto di interessi di cui nessuno se n’è preoccupato sino al grande scandalo e al suo “licenziamento” , atto dovuto,
Una politica leggera che si materializza nell’uso originale della trattativa privata, senza gara, per il San Raffaele di don Verzé come partner privato della Regione per costruire e gestire il nuovo mega-ospedale di Taranto, soprattutto in considerazione della enorme somma con cui la Regione si è impegnata, mentre si chiudono due ospedali pubblici , né è chiaro per quale motivo questi investimenti non sono ricaduti su queste strutture facendone poli di “Eccellenza”

L’altro grande fattore di vanto della regione è il businnes del le fonti energetiche rinnovabili le quali, attraverso l’estensione degli istituti di semplificazione dei procedimenti autorizzativi dei relativi impianti Legge regionale 31/08, (obiettivo specifico, peraltro, imposto agli Stati membri dal Legislatore comunitari) che consentiva la presentazione della semplice DIA al posto dell'autorizzazione unica per impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili fino alla potenza di 1 MW , hanno attirato sul nostro territorio le grandi multinazionali straniere attratte dai lucrosi finanziamenti e dalla semplificazione burocratica
Così pale eoliche pannelli fotovoltaici e centrali biomasse hanno portato la Puglia ai vertici della produzione delle rinnovabili e le società multinazionali a prendere possesso del territorio devastandolo ,nè la tardiva normativa , il Regolamento Regionale 30/12/2010 n. 24 –attuativo del Decreto del Ministro per lo Sviluppo Economico del 10 settembre 2010, riesce a controllare il consumo di territorio e a bloccare le infiltrazioni mafiose . I risultati sono sotto i nostri occhi oltre 2000 aerogeneratori tra costruiti e in via di approvazione in tutta la Puglia, di cui solo 460 nella provincia di Lecce, e delle centinaia di migliaia di MW di fotovoltaico abbattutesi sulle nostre campagne D’altronde l’intelaiatura complessa difficilmente riesce a smantellare l’intero sistema posto in essere dalle grandi lobbie dell’energia, che preferiscono mandare avanti operatori e investitori privati e utilizzare il vasto sottobosco di prestanome, mediatori e soggetti portatori di interessi. Si può avere un’idea leggendole cronache relative al recente caso Tecnova, azienda spagnola con sede a Fuente la Reina, Poligono de La Olivera, nº 32 in Altura (12410 Castellón) , alla quale si contesta lo sfruttamento al limite della schiavitù della manodopera immigrata. La società è giunta nel Salento (Soleto) subentrando in appalto ad aziende quali la Uthe oil e la Proener che a loro volta avevano acquistato le autorizzazioni da piccole società locali nella fattispecie la Apulia Renewable Energy srl. (parliamo della ex Italgest di Paride De Masi e che tra i soci aveva Roberto De Santis ) e Solar ventures SrlVa.
Ad accordi fatti“partire dal 14 aprile 2011 gli operai in regola con il contratto (cira 400 a fronte di 100 lavoratori in nero) percepiranno un anticipo di 1500 euro per poi saldare il tutto (lavoratori a nero compresi) entro il 30 di aprile 2011” i dipendenti verranno retribuiti attraverso un fondo d’investimento italo-cinese Global Solar Fund S.C.A Sicar che pare abbia diverse partecipazioni tra le quali quella Apulia Renewable Energy srl. , stesso nome che si ripete anche in merito agli Impianti fotovoltaici abusivi in provincia di Brindisi nelle contrade Trullo-Masseria Caracci (Saline Parco della Contessa), Trullo, e contrada Capitan Monza la Apulia renewable energy, proprietaria di un impianto da 10 megawatt, e altri tre impianti da un megawatt l'uno di proprietà della Girasole srl, la Photos srl, la Geo sr .
Potremmo ricercare altro e altro ancora , basta una lettura delle cronache locali e delle dichiarazioni degli ambientalisti, quelli veri, o della gente comune dei lavoratori degli inoccupati delle casalinghe, ma andremmo troppo oltre, quello che importa rilevare è che va messo in discussione un sistema fatto di leggi tardive , di dichiarazioni ad effetto che arrivano come ultime, di promesse mancate, di spot preelettoralistici, di assunzioni a pochi giorni dalle elezioni , di Masanielli di occasione che, come nei circhi più scadenti, pilotano gli animali in gabbia semiaddormentati.

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