lunedì 7 marzo 2011

Strano è il destino delle donne taliane


Strano è il destino delle donne italiane ,martellate da una retorica demagogica sulla maternità e contemporaneamente guardate con sospetto se sul luogo di lavoro i scopre che sono incinte e fanno richiesta di congedi parentali, destino strano in un periodo n cui si sbandiera il dovere di manifestare in difesa della dignità utilizzando donne già oggetto di scambio come merce per far cadere il sultano e i suoi cortigiani.
Strano destino se in nome della semplificazione la legge n, 188 che aveva eliminato la piaga delle dimissioni in bianco con l’art. 39 , comma 10 nel 2008è stata modificata .
procedendo alla cancellazione di una norma che difendeva le lavoratrici parità tra i sessi ancora le donne non sono entrate n misura considerevole nelle istituzioni.
Ma il ruolo marginale della donna , non è solo imputabile a una arretratezza culturale che invade la nostra società, quando piuttosto a un processo di autoesclusione che nasce dalla Paura su cui si chiudono le vite dei giovani e delle donne, una paura esistenziale dettata dalla precarietà e dall’incertezza del futuro . Un fenomeno che trova ancor più riscontro nel Mezzogiorno d’Italia dove s avverte drammaticamente la sfiducia nelle istituzioni e la perdita della propria identità con lo scollamento con la propria storia e il proprio territorio un processo di sofferenza sociale che definisce la Questione femminile Meridionale.
Una questione che spacca in due l’Italia basta leggere i dati della disoccupazione che fa precipitare il sud al livelli del Bangladesh, ben lontani con il nostro 31% dall’obiettivo previsto dall’U.E del 60% entro il 2010 , ma il dato più allarmante ci è trasmesso dall’inoccupazione femminile , ben il 63,7 %, e dalle motivazioni che le stesse donne hanno fornito: tanto il posto non c‘è dicono, ma ancora più illuminante , è la seconda motivazione “la Fatica”, affermano, la fatica di dover conciliare il lavoro con la famiglia, senza asili nido, con la scarsa propensione degli uomini a condividere la cura per i figli e la cultura femminile che ancora considera lo status di casalinga come un lavoro a tutti gli effetti. Si parla tanto di donne e delle pari opportunità eppure da anni in Parlamento giacciono leggi per un welfare più moderno e per la parità di diritto di accesso e di retribuzione , ma le risposte governative sono quelle dei tagli alle politiche sociali e alle pari opportunità, mentre si continuano a finanziare gli armamenti e le missioni di “pace”.
Si continua a parlare tanto di donne e di dignità, ma fino a quando i diritti delle donne non saranno riconosciuti , nessuna donna avrà dignità , fino a quando esisteranno disuguaglianze , fino a quando le donne saranno sottopagate ,violate e i governi non si assumeranno la effettiva responsabilità di promuovere e proteggere i diritti delle donne, non ci sarà nessun processo effettivo d crescita né sarà ma pensabile un mondo di pace
Ma il riscatto deve nascere principalmente nel pensiero delle donne stesse , superando la paralisi introdotta dalla disillusone e dallo scetticismo che la Mala Politica ha abilmente distribuito, non si tratta oggi nel 2011 di lottare per i dritti negati ,come si è ben fatto degli anni 70, quanto piuttosto d procedere verso la modificazione dell’opinione pubblica ancora legata ad una visione della politica o dei luoghi di potere decisionale a misura d’uomo, si tratta di ripartire dagli esempi virtuosi del volontariato o dell’associazionismo , che possono diventare punto di riferimento per arginare il fenomeno dell’allontanamento delle donne dalla politica e procedere verso l’attuazione d politiche realmente alternative. Si tratta di rivendicare il principio della partecipazione paritaria delle donne e degli uomini ai processi decisionali sostanziale per il rispetto della democrazia e dei diritti umani

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