mercoledì 21 aprile 2010

Soluzione finale



Finalmente ci siamo! La soluzione finale della scuola pubblica è una realtà , e il suo affossamento si porterà via anche gli antiquati principi anni ’50 di eguaglianza, parità sociale, libertà, su cui era stata fondata.

Ognuno si deve poter misurare "con le persone che sceglie, e deve poterle valutare e anche cambiare, se queste non funzionano".. affermava poco più di due anni fa il Ministro fantoccio Gelmini e ora il decreto è pronto e quella tanto agognata chiamata diretta dell’Aprea vedrà la luce con l’aiuto di Formigoni, che promuove un modello di scuola pubblica sempre più vicino a quello della scuola privata. Nella pratica saranno introdotti albi professionali regionali per i docenti cancellando le attuali Graduatorie ad Esaurimento e i presidi PESCHERANNO i docenti direttamente dagli albi. Così il vecchio sistema trasparente che garantiva lavoro sulla base di titoli ed esperienza viene sostituito da una scuola federale che valuterà i docenti sulla base di provvedimenti discriminatori e protezionistici. Un sistema che non farà che aumentare le molteplici contraddizioni in cui la scuola è già inserita. Contraddizioni che si articoleranno sempre di più su vari livelli: fra logiche politico-clientelari e diverse cordate d'interesse; fra il personale tecnico amministrativo e le dirigenze; fra le masse sempre più numerose di docenti esclusi dal mondo del lavoro, anche sulla base del luogo di nascita; di studenti rifiutati dai livelli della formazione per essere precocemente immessi nel mercato del lavoro; dell’ istituzione di meccanismi sempre più rigidi di selezione, repressione e controllo. L’ultimo passo sarà l’eliminazione del valore legale del titolo di studio e poi finalmente l’affossamento della scuola pubblica sarà completo.

Un indebolimento che viene da lontano se il ministro di “sinistra“ Berlinguer Il Distruttore concepì e avviò una scuola intesa come un laboratorio riservato esclusivamente a esperimenti affaristici e reazionari. Fu l’allora ministro della Pubblica Distruzione che, dimentico dei programmi elettorali del 1996, sostituì l’elevazione dell’obbligo scolastico a 18 anni con l’obbligo formativo, cioè una riedizione del caro, vecchio e reazionario avviamento professionale. Di cosa ci lamentiamo, quindi, se i rappresentanti di questa opposizione fasulla non spendono che poche parole di circostanza in merito ai vergognosi contratti di apprendistato legati all’abbassamento di un anno dell’obbligo scolastico? E sulle chiamate dirette, come si esprimeranno i nostri rappresentanti o meglio cosa faranno se non uno sciopero miserrimo e un’andata a Roma a protestare con poche centinaia di fedelissimi, e sul destino di decine di migliaia di persone vessate dai nuovi modelli contrattuale che hanno come obiettivo condiviso quello di impoverire i lavoratori sbattendoli fuori senza tanti complimenti, e sul feudalesimo scolastico e la configurazione di Presidi bulli che infesteranno le scuole protagonisti e gestori della vita dei lavoratori o di chi aspira ad esserlo, cosa verrà detto o fatto?

Sarò pessimista ma come al solito mi aspetto un dissenso che ha il sapore amaro dell’approvazione. Intanto il 25 aprile festeggeremo la sconfitta di quelle forze che lottarono per la libertà e l’uguaglianza, le stesse forze che proposero una Costituzione in cui la scuola si determinava come il più importante strumento di rivoluzione sociale.

Adele Dentice

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