lunedì 8 agosto 2011

Il Nuovo che avanza

Il nuovo che avanza,una macchina perfetta per distruggere quanto resta delle coste e della bellezza del nostro territorio.
Lo dobbiamo ai piani regolatori, alle varianti ai progetti di riqualificazione che hanno fatto nascere quartieri periferici, svuotato e ripopolato centri storici,favorito l’ ascesa economica e sociale di personaggi responsabili delle speculazioni che hanno cambiato per sempre il volto della nostra regione, distruttori di bellezze storiche e di terreni agricoli e di pregio ambientale per realizzare architetture terrificanti. Un’ idea di sviluppo assimilata capillarmente da tutti, favorita dal’apatia politica dei cittadini, che passa attraverso la distruzione del territorio consentendo la spregiudicata speculazione edilizia anche in territori pregevoli, tutto in nome della “santa alleanza” politico-affaristica , e la chiara volontà di curare altri interessi privati ben lontani dal bene comune .
Così, come in tante parti d’Italia, si consuma a Polignano l’annosa vicenda di un’area tra le più suggestive del sud barese ultimo pezzo di natura spontanea mescolata a tradizione e storia con i suoi magnifici trulli dislocati sulla costa, condannata perennemente allo sfregio urbanistico.
La storia è lunga e risale agli anni 70 esattamente il 1975, quando in base al PRG , attuato poi nel 1980, l’idea del proprietario Andidero, di trasformare la zona in un centro turistico-alberghiero fu bloccata perché poco “conveniente sul piano dei profitti”, infatti in base al PRG l’area veniva suddivisa in tre zone, la più ampia per l’attivazione di strutture turistiche alberghiere, una seconda zona per il campeggio e la terza lungo la costa come area parcheggi. A questo vanno aggiunte le valutazioni della Sovrintentenza dei Beni culturali ed ambientali che riteneva lesivi della peculiarietà delle zone costiere i progetti di riqualificazione turistica
Le cose cambiano il 15 dicembre 2000 giorno in cui fu siglato l’accordo di programma tra Andidero e la Regione Puglia e il Comune di Polignano , accordo che prevedeva un progetto di villaggio turistico Agape, il più grande centro turistico in terra di Bari illustrato, recentemente,dalla brochure ideata dall’agenzia Proforma

A dieci anni da questo accordo la GIEM srl, che possiede un diritto di opzione su quei terreni , 1 milione e centomila metri quadri dislocati lungo via Cozze SS16, che costa quasi milione di euro ogni sei mesi , soldi che verranno defalcati nel momento in cui acquisterà i terreni di proprietà Andidero, presenta una variante, approvata il 6 dicembre 2010 dal consiglio comunale di Polignano, trasmessa poi alla Regione Puglia il 30 dicembre 2010 con richiesta di finanziamento. Il nuovo progetto denominato Parco dei Trulli ridimensiona l’assetto ricettivo e commerciale a favore della costruzione delle villette ,e prevede un campo da golf annesso, per poter accedere ai finanziamenti regionali .


La commissione ambiente della Regione Puglia ha rigettato la proposta della Giem srl, perché il piano di lottizzazione Parco dei Trulli (ex accordo di programma Agape) presenta un vizio di forma , poiché non è stata prodotta la documentazione attestante l'avvio delle procedure relative all'ottenimento delle autorizzazioni amministrative e dichiara inoltre “di non poter esprimere parere favorevole all'intervento della Giem srl, anche in considerazione del parere paesaggistico( progetto Agape) che prescriveva di destinare,la stessa area sulla quale è previsto il campo golf, a Parco pubblico, con clausola di conservare integralmente la vegetazione presente, i manufatti con copertura a trullo e i muretti a secco che configurano il paesaggio agrario storico e culturale meritevole di tutela.”
La Giem va all’attacco poiché sostiene che ha perso il finanziamento perché, a domande presentate è stato modificato il corpo del bando, venendo meno alla legge 241 del ’90 che di fatto vieta modifiche in corso d’opera.

Ci sarebbe poi da considerare il valore legale della variante approvata a dicembre nel consiglio comunale di Polignano in quando sottenderebbe un interesse privato in atti pubblici , facendo qualche calcolo elementare se ogni villetta, il progetto ne prevede 250, venisse venduta a 180.000 l’una, significa che dei 45 milioni di euro l’utile per la ditta sarebbe di 10 milioni una cifra importante che ci farebbe subito venire in mente cosa ne guadagnerebbe l’amministrazione , ma poi da considerare ancora più grave l’effetto domino poichè verrebbero ad essere coinvolte per via del PRG anche le altre 7 zone , Torre di Cina, San Giovanni, pozzo Vivo, La Compra, Cozze, Rigagnola Euxiridemus,in pratica si verrebbe a formare un’altra città.

Insomma una lotta a suon di carte bollate tra imprese edilizie importanti, per inciso insieme anche nella questione di Punta Perotti, e a quanto pare sostenute politicamente dalle diverse fazioni politiche ,che nell’interesse del bene di non si sa chi utilizzano slogan in difesa del bene pubblico e contro la “cementificazione selvaggia”. Il PD, i Verdi, Alleanza salverebbero il progetto a condizione che l’area sia destinata a strutture turistico-alberghiere, con la scusa dei posti di lavoro per giovani , ovviamente stagionale e precari, che le residenze non possano vendersi singolarmente, che le aree destinate a parco urbano e ad attrezzature private di interesse pubblico siano pari a quelle previste dal PRG e che sia eliminato a valle il campo da golf previsto dalla Giem srl che verrebbe a condizionare la realizzazione di quello previsto dall’ accordo del Comune con la Italprogram spa. Quindi il campo da golf si deve fare , sia per accontentare i pugliesi “notoriamente” giocatori appassionati di questa attività sportiva, che in spregio dell’ambiente e del consumo di acqua di cui questi impianti necessitano a dispetto della assetata Puglia
Un altro elemento di contestazione riguardano i 37mila metri cubi che saranno dedicati a servizi commerciali e turistici, rispetto ai 201mila metri cubi di Agape, quindi le osservazioni nella fattispecie non riguardano la difesa del territorio, ma si riduce alla diatriba tra villette o strutture turistiche-ricettive con l’ipocrita demagogia dei 400 posti di lavoro (ovviamente stagionali) e dei 210 esercizi commerciali . Non sappiamo come andrà a finire anche se onestamente non credo ci sia differenza tra l’una e l’altra proposta, è la solita commedia tra diverse fazioni nell’ottica tutta italiana che ormai considera come consuetudine la speculazione edilizia nelle deliberazioni politiche. Sappiamo a nostre spese come,dopo le promesse elettorali, ogni piano programmatico continua a basarsi sulla crescita e sull’aumento del consumo dei suoli, perché troppo grande è il guadagno ricavato dal passaggio da agricoli ad edificabili, e l’economia rimane tutta nelle mani delle immobiliari e delle banche mentre la ricchezza della terra è deprezzata e annullata .Eppure la cementificazione del territorio rappresenta tutta la nostra incapacità di guardare il futuro si continua a costruire a ritmo forsennato, si teorizzano persino le case ecologiche , pur i costruire, e non ci si rende conto che il territorio non è infinito che stiamo distruggendo il suolo fertile, che non sarà poi possibile ripristinare per migliaia di anni .Dovremmo pensare, se vogliamo conservare la vita, ad un altro modo di pianificare il territorio ,cominciando con ridare il giusto valore alle terre agricole , ma ci vuole un atto politico coraggioso, che coinvolga tutta la collettività che sappia resistere ai ricatti e alle lusinghe del mercato.

3 commenti:

  1. Ammesso e non concesso che questi demenziali progetti non siano figli di una volontà quasi criminale di speculazione, ma nascano dall'intenzione, in buona fede, di "creare sviluppo" (questa la parolina magica che giustifica i peggiori scempi), c'è da dire che la povertà culturale della classe politico-amministrativa media italiana è desolante. L'amministratore locale medio è incapace di immaginare altre soluzioni che non siano autodistruttive per il territorio. Dalla pianura padana a tutte le coste del Tirreno e dell'Adriatico il consumo di suolo è impressionante: ogni anno il cemento si mangia milioni di ettari. Sindaci e assessori (di destra e di sinistra, senza distinzione) non sono in grado di partorire alcuna idea di sviluppo del territorio che non comporti la distruzione del territorio stesso. Che tristezza.

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    1. Condivido perfettamente le tue osservazioni sulla loro profonda ignoranza e incompetenza, ma non credo nella buona fede sono omuncoli forgiati dal potere,piccoli esseri che si rotolano nel fango della loro autoreferenzialità e della malata ingordigia. Pericolosi , anzi pericolosissimi in quanto stupidi e voraci, e ancora c'è chi affida la propria vita in quelle mani!!

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    2. incredibilmente vero!, o cemento o niente, a fantasia zero!
      un'appello alle mogli dei politici mettevi in contatto con chi non ha potere e si deve inventare la vita ogni giorno, chissà come state messe..........................

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