domenica 27 febbraio 2011

Archiviato: mezzo salvato?



Il governatore Vendola esce dall'inchiesta sanità in cui risultava indagato per concussione. Anche questa volta le intercettazioni telefoniche hanno assunto un ruolo chiave, come è successo (anche troppo) per altri scandali giudiziari. Nello specifico, queste risalgono al periodo in cui Alberto Tedesco era ancora assessore. Ce n'è una in cui Nichi Vendola insiste con Tedesco perchè si arrivi all'assunzione di un suo uomo nel settore sanità, così entrambi convengono sul fatto che occorrerà modificare una legge regionale per riuscirci. 

Nonostante questo la posizione del presidente demagogo viene archiviata dal giudice per le indagini preliminari Di Paola, perchè non avrebbe commesso fatti penalmente rilevanti. Che avrebbero dovuto consistere nella "minaccia" o "costrizione" verso i direttori generali delle Asl ad assumere come direttori sanitari e amministrativi e i primari uomini a lui graditi. Non risultando questi elementi e nemmeno quello di una ricerca di sostegno elettorale tramite le concussioni (imputata invece a Tedesco) le nomine "appaiono frutto di contrasti tra esponenti politici che si fronteggiano, non senza asprezza e commenti ironici, sulla capacita' di raggiungere determinati risultati". Per quanto ci riguarda, volendo fermarsi alla lettera di questa ricostruzione, viene da pensare a un rapporto di simpatia e comune appartenenza "politica" che coinvolge non solo governatore, assessore e direttori generali (come si legge dalla ricostruzione del gip) ma anche i nominativi graditi da collocare; ed evidentemente anche nel caso di questi ultimi quell'empatia è più forte della logica di "do ut des", di trattativa per uno scambio di favori. Anche perché parliamo di papabili direttori e primari, non di semplici impiegati o infermieri - che potrebbero essere perlopiù estranei alle alte cerchie di amicizia politica.
In breve, Vendola ha spinto per piazzare alcuni individui, già a lui fedelissimi, il cui sostegno elettorale era e rimarrà già assicurato in partenza. Si tratta cioè di un quadro di favoritismi ancora più schifoso del primo. E comunque, rimane la pesante responsabilità politica. Altro che ammutolirsi per rispettare le decisioni della giustizia formale, in nome del culto della "legalità".

La domanda sorge spontanea. Dove sono tutti quei personaggi che ogni giorno fanno un rumore assordante sulle inchieste del premier, sulla difesa delle intercettazioni, della legalità soprattutto formalista e della "santa magistratura", tirando in ballo la moralità e la dignità? Perchè continuano a non prendere una posizione, come nel 2009 quando il malaffare nella sanità è emerso per la prima volta, riguardo alle forniture di prodotti sanitari?

Intanto i vendoliani, questi arroganti irrecuperabili della classe media rimbambita e di nicchia, sempre tra i piedi con i loro commenti sul web e le loro comparsate tv assicurate (qui la "buona fede della base" non esiste), non tarderanno ad affermare che la corruzione, la gestione clientelare della sanità, il taglio della spesa e la chiusura degli ospedali pubblici sono sacrosanti per mantenere la "novità" lì dov'è insediata in Puglia. Magari in questo momento lo stanno dicendo in privato. Ma chi scrive li conosce troppo bene: troveranno il modo di sostenerlo in pubblico anche se con un linguaggio fumoso e politicamente corretto, la loro arma di riserva. E ricominceranno a reagire con la solfa demente “chi vi paga? Berlusconi?”.
Da notare che Vendola nel 2005 vinse promettendo di "scacciare via i mercanti dal tempio"; perciò questa, se mai ce ne fosse bisogno, è l'ennesima conferma di come lui e i suoi accoliti siano specializzati nel gioco delle tre carte, come abbiamo visto riguardo alle vicende delle leggi-truffa sulla diossina a Taranto, dell'insediamento degli inceneritori e della ripubblicizzazione dell'acqua.

Infine, questo caso dimostra che la Puglia, ben lontana dall'essere un Eden incontaminato, è una terra dove esiste e persiste un'alleanza di potere mafiosissima - di cui Bari è punta più avanzata - fra clan malavitosi, poche famiglie locali (sempre quelle da anni) di palazzinari e industriali gretti e ignoranti, rappresentanti di poteri forti economici con sede al nord e all'estero, notabili altolocati e corrotti delle professioni liberali "illuminate" (soprattutto magistrati - come nel nostro caso - e professori universitari), classe politica nichilista ex-DC ed ex-PCI (con relative clientele annidate nel settore pubblico), e per finire intellettuali mercenari e guitti cinematografici e televisivi di basso livello, ben ambientati nei salotti romani (e facenti da testimonial del credo vendoliano).
In questa regione i confini fra criminalità, apparati dello Stato, economia e classe dirigente sono evanescenti, e il vendolismo è la massima consacrazione di questo intreccio perchè rende ogni corrispondenza tra proclami verbali e scelte praticate un’esigenza della preistoria, addirittura fastidiosa, e fa strage di ogni etica valoriale e lucidità nell'inchiesta sociale attraverso un uso manipolatorio orwelliano del linguaggio (sole, cuore, amore, bambini che giocano, bellezza, gioventù ecc.) dalla spietatezza mai vista prima (tantomeno nei modi dei vecchi politicanti democristiani imbranati), ricevendo un appoggio spropositato dai media di disinformazione di massa e dai ceti privilegiati che se ne sentono sempre più attratti.

Andrea Russo

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