mercoledì 6 luglio 2011

Riflessioni




Sit-in dei diversamente abili, raccolta fondi per una famiglia di sfrattati disabili, convegno contro l’amianto , riunioni con associazioni ambientaliste, spaccati di sofferenza e di giuste rivendicazione di diritti negati; luoghi dove riecheggiano, tra i toni alti e parole sommesse, richieste di giustizia e denuncie dei torti subiti dirette ai rappresentante istituzionali che a volte, stancamente, presenziano, magari con qualche giornalista compiacente,
a lla fine si ritorna a casa soddisfatti , più o meno.

Personalmente provo disagio,profondo disagio, questi incontri dovrebbero suscitare ira, condivisione di volontà di cambiamento, presa di coscienza collettiva, ma non producono nulla.

Anche i grandi cortei ricchi di urla e striscioni colorati non hanno portato a niente,è successo con i temi importanti della scuola, dello smantellamento dello stato sociale,dello Statuto dei lavoratori, della sanità , abbiamo letto articoli fiammeggianti sulle testate più importanti, assistito a innumerevoli teatrini televisivi dove i soliti furbacchioni,in prevalenza di sinistra, con toni veementi o singhiozzoni si sono fatti paladini della giustizia e della democrazia .

Pagliaccerie la realtà è che tutto è perfettamente sotto controllo , la stessa dissidenza quando viene legittimata dai media è diventata lo strumento privilegiato di vigilanza che con precisione chirurgica ingloba nel sistema tutti, anche coloro che in buona fede vorrebbero sfuggire al sistema, ma è impossibile sottrarsi a questa morsa perché essa fa parte di quella macchina organizzativa che contiene i partiti e i movimenti ad essi legati. Migliaia di volte abbiamo assistito dopo l’esplosione di spontanea rivolta , all’equivoco volutamente ingannevole della “necessità” del dialogo, portato avanti dai vari capopolo, perché da soli non si va da nessuna parte e allora è meglio il meno peggio , meglio un poco che il nulla , e il gioco è fatto, si firmano contratti di lavoro che strangolano i dipendenti, si riempiono le campagne di inceneritori perché è meglio la diossina della monnezza , si continuano a contestare le fabbriche della morte senza chiuderle perché se no si perdono i posti di lavoro , si creano i gruppi di precari che si devono fare latori delle loro rivendicazioni contro i lavoratori a tempo determinato, gruppi di ammalati di cancro contro i disabili in carrozzella…

E’ il nuovo antico modo di fare politica per tenere in mano il potere , convincere la gente che il nemico è altrove mentre i nuovi rappresentanti del popolo. guardiani del capitalismo, ligi ai loro padroni hanno annullato completamente la militanza politica e il radicamento nel territorio trasformando lo sdegno in una esaltazione momentanea , che viene smorzata subito quando il politico di turno, con cui si mantiene un contatto, fa l’ interesse del singolo o del piccolo gruppo, comprandolo.

E’ la mafia clientelare dei partiti di sinistra come della destra che ormai non rappresentano altro che le lobby di cui curano gli interessi , per questo è importante depotenziare movimenti di massa, e produrre piccoli gruppi ,sempre più piccoli che vengono poi anestetizzati con promesse di unità e di cambiamento da utilizzare al momento opportuno in fase elettorale , piccoli gruppi chiusi, da cui escludere le classi meno abbienti, quelle fuori della produzione, i precari, i cassaintegrati, licenziati o licenziabili, gli immigrati, i clandestini, quelli che vivono alla giornata, trasformati in monadi chiuse nella loro individualità, persone che non devono credere più a nulla e che devono perdere la voglia di lottare per i propri diritti , iniziando da quello del voto, perché potrebbe contenere variabili strane, non controllabili.

Eppure il malessere esiste e viene percepito da tutti , allora sopraggiunge la strategia del’inganno , dal far proprie idee buone e trasfigurarle, al presenziare le grandi manifestazioni ,fino ad appoggiare i disegni di legge per le grandi opere , quando si è ministri, che al momento opportuno potrebbero essere rinnegati o riproposti sotto altra forma sotto le spoglie della modernità, del progresso quello che dà "lavoro e speranze", che fa girare i soldi e giustifica gli sprechi dell’autostrada Salerno-Reggio o la guerriglia in Val di Susa, che fa affermare a Vendola che bisogna rinunciare al welfare e beffarsi dei referendum, lasciando inalterate le tariffe per coprire un deficit immenso non provocato dai cittadini.

Alla fin fine sono d’accordo tutti secondo la filosofia della grande ammucchiata di un nuovo vecchio progetto politico americanizzato e postmoderno di sapore dalemiano che, nonostante le scaramucce mass mediatiche, non sembra discostarsi dal pensiero vendoliano, e molto si avvicina ai progetti di Casini, Fini, Di Pietro affascinati tutti dal gran de mito americano.

E’ l’ idea di società oligarchica e disperata dove si controlla l’insofferenza e si veicolano i pensieri ,ma può succedere che in una piccola valle gli abitanti decidono di difendere la propria vita , la propria terra e, magari, si accorgono di non essere soli…

Nessun commento:

Posta un commento