sabato 10 marzo 2012

Piove sul bagnato


Piove sul bagnato a scuola, l’ effetto trascinamento della Gelmini e il blocco degli organici (approvato in Commissione) determina un ulteriore taglio delle assunzioni facendo evaporare quei fantomatici 10.000 posti a cui onestamente non ho mai creduto, la giustificazione di questo ennesimo taglio è il blocco di 350 milioni di euro garantiti dagli aumenti sulle tasse su birra alcoolici e gettito sul gioco.
Per tenere buoni gli animi e 250.mila precari della scuola ormai disoccupati a vita scatta la falcidiante idea dell’ assunzione in base all’aumento degli alunni , il Sud , ormai siamo già terzo mondo, si ritroverà con zero possibilità (siamo a meno 20ntimile rispetto ai più 23.000 del nord); tutto viene giustificato dalla media statistica e dalla razionalizzazione dei soldi, a discapito delle norme sulla sicurezza con 25/30 alunni stipati in aule poco arieggiate, e dello scadimento della qualità della didattica e dell’inquinamento in door. Né tanto meno si parla della variegata realtà scolastica , le classi pollaio e le scuole pollaio contengono stipati diverse nature composte da alunni svantaggiati,diversamente abili , i quali, appartenendo alla parte più debole e fragile della giovane umanità , saranno relegati nell’angolo del silenzio e dell’indifferenza di quella destra e sinistra che, nella migliore delle ipotesi utilizza parole trasudanti profondo disprezzo per chi lavora nella scuola ,un disprezzo mal celato dai media e dai vescovi italiani che tacciono sul controllo dell’istruzione come tacciono sul nostro bilancio della Difesa mentre continuano i venti di guerra a dilaniare Stati, persone e diritti e questa povera nostra scuola che trascina con sé i nostri giovani.
E i cittadini,perché non si chiedono come mai i nostri parlamentari hanno accettato in tempi di crisi una guerra in Libia costata ben 700 milioni di euro, come mai nel2010 le armi italiane consegnate hanno raggiunto il valore di 2,7 miliardi di euro (più 550 milioni rispetto l’anno precedente), mentre agli operatori della scuola si fa parlare di pace tra gli sgangherati banchi di aule stracolme? I cittadini, che si perdono nella sofferenza di un futuro negato ai figli, dovrebbero farsi e fare più domande del perché la scuola pubblica e con essa il diritto all’istruzione viene negato, una negazione attuata con il tacito assenso dell’opinione pubblica dopo anni di campagne di delegittimazione e di divagazioni più o meno sarcastiche a cui i lavoratori della scuola sono stati sottoposti .Si è imposta nel tempo l’immagine di un’insegnate donna, moglie di un professionista che lavora la mattina provvede ai figli e alle cure domestiche o ai propri interessi (parrucchiere e shopping inclusi ), abbassando, in tal modo, la considerazione a livello sociale della funzione docente si è potuta sviare l’attenzione generale non solo dai radicali mutamenti insorti e dal maggior carico di lavoro a cui è corrisposto un rallentamento della progressione economica, ma ha legittimato il più grande licenziamento di massa mai registrato, una sperimentazione riuscita bene che ha spalancato le porte alla demolizione dei diritti di tutti i lavoratori

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