lunedì 17 maggio 2010

Salento, terra di inquinamento

La favola di una terra, aria e mare incontaminato è finita? Sembra proprio di si.
Nel Salento si registra un tasso di malattie oncologiche e morti per tumori pari a quello dei territori più industrializzati ed inquinati d'Europa, come l'Inghilterra o la zona di Milano. Con una differenza: in quelle zone il tasso di malattie è in diminuzione, mentre nel Salento è in aumento.
Tra le cause c'è l'inquinamento da diossina sprigionata dalle centrali a carbone di Cerano, dalle centrali Enichem di Brindisi, dall'Italsider di Taranto, dal sansificio Copersalento di Maglie e dalle decine di stabilimenti che hanno impregnato l'aria e la terra di sostanze tossiche e nocive.
I prodotti agricoli sono avvelenati ed interi allevamenti di bestiame risultano intossicati al punto da doverli abbattere.
L'uso massiccio di pesticidi, il traffico dei rifiuti tossici, le lavorazioni di fabbriche da sfruttamento,come i calzaturifici, fanno il resto.
Nel mare scaricano fogne, liquami e rifiuti chimici. Molti tratti di costa sono stati vietati alla balneazione, in altri si contraggono malattie anche infettive.
In pochi decenni le aree urbanizzate sono triplicate con insediamenti speculativi, quali falsi stabilimenti, villaggi turistici, cave di estrazione, case e ville abusive.
Le campagne e le colture sono saccheggiate, si estirpano alberi di olivo secolari ed opere in pietra a secco per venderli su mercati anche esteri: si impiantano pale eoliche ed antenne telefoniche con un impressionante inquinamento elettromagnetico; si estirpano vigneti per fare posto a pannelli fotovoltaici; si costruiscono inutili strade e superstrade su un territorio con la percentuale più stradalizzata. Il paesaggio è deturpato.
E per finire ora vogliono costruire nuove centrali termiche, discariche, sansifici, superstrade, rigassificatori, centrali nucleari.

Davide Falsanisi

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