giovedì 11 novembre 2010

Idoli e idoletti - parte 1

Impoveriti e confusi dai continui insulti, sterili polemiche o attacchi contro chi ha il coraggio di dire la verità, indottrinati da informazioni contorte e alimentati da battibecchi tra fazioni di destra e sinistra, questi sono i cittadini che rappresentano il bacino elettorale su cui progettare un futuro politico, dove le parole cambieranno, forse, ma di certo saranno costruiti personaggi che si dichareranno “a favore dei cittadini”, ma funzionali a creare uno scenario vario e ricco di finte contrapposizioni.

Intanto tra le persone si comincia a percepire che qualcosa non quadra, la crisi è pesante, i poveri aumentano e ormai la piccola borghesia si è definitivamente proletarizzata ,mentre la classe operaia è stata disintegrata ; eppure ancora non si riesce a leggere con attenzione la realtà distratti da una pletora infinita di personaggi mediatici “colti”, che fingono di essere al di fuori del sistema ma che guadagnano consensi dalla personalizzazione, dagli attacchi antiberlusconiani, sorretti da fans adoranti che non sopportano chi non ama allinearsi o chi esprime dubbi sui propri idoli In realtà sono idoletti che lamentano poco spazio mediatico che si definiscono paladini della libera informazione , che ambiscono a ad avere un peso politico , pur rimanendo funzionali al sistema capitalistico nell’opera di addomesticamento della dissidenza, quella vera.

E’difficile, per chi ambisce ad entrare nei luoghi che contano, non essere sostenuti dai banchieri-imprenditori, è difficile eliminare quei partiti che si piegano all’imperialismo statunitense e ancora più difficile è denunciare i crimini che si commettono nel terzo mondo o in Medio Oriente.

La gestione politica, consegnata nelle mani di ambiziosi burocrati mercenari privi di qualsiasi residuo di coscienza, si serve del circo mediatico per indebolire la politica e rafforzare l’economia, che non ha preferenze tra destra e sinistra i cui screzi sono considerati come pittoresche manifestazioni di scontri fra due blocchi storico-elettorali mentre il capitalismo appoggia ora l’uno ora l’altro.
(continua)

Adele Dentice

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