venerdì 3 febbraio 2012

Santeramo: ormai è prassi consolidata


Ormai è una prassi consolidata quella di fingere di ritirare le proposte> se c´è una forte reazione dei cittadini locali supportati dalle> "coalizioni" che, in queste occasioni, sembrano risvegliarsi da un sonno> profondo e si affrettano a segnalare tutte le proprie preoccupazioni e> perplessità; intanto si cercano nelle vicinanze condizioni più *propizie> all´affare* . Questa volta parliamo della centrale a biomasse di Santeramo> , in provincia di Bari ai confini con la Basilicata, il cui iter> procedurale e burocratico è terminato nonostante la forte protesta popolare.>> La storia si intreccia con un´ altra quella di un inceneritore a pochi> chilometri di distanza, dobbiamo risalire esattamente al marzo 2008 nella> zona Jesce a Matera quando fu sventata l´installazione di un> termovalorizzatore , previsto dal piano pluriennale delle opere del Comune> di Matera; oggi, in località Montefungale Santeramo (a confini con il> territorio di Matera ), i cittadini si ritrovano il progetto bello e> approvato di una centrale a biomasse da 10 Megawatt che richiede 60.000> tonnellate/anno di scarti di legname o di lavorazioni agricole. La zona in> questione comprende poco più di 70.000 metri quadrati al confine con i> territori di Altamura e Matera, si tratta di un´area di pregio ambientale *a> poca distanza dal Parco Nazionale dell´Alta Murgia* (circondato da *zone SIC> * e *ZPS*) , situato nella* **IBA Murge*, *Important Bird Areas*., per via> della colonia di una rara specie di falco detta Falco Naumanni( *direttiva> 79/409 CEE*, considerata anche "*specie vulnerabile*" nella Lista rossa> IUCN Unione Internazionale per la Conservazione della Natura)>> Il progetto parte già dal 2000 e sarebbe stato portato avanti da giunte> politiche di diverso orientamento: *Luglio del 2000*,Sindaco di> centrodestra, *Michele Digregorio*, richiede a Fitto di definiredi un> accordo di programma per un termovalorizzatore, la firma dell'accordo di> programma, nell'*Agosto 2003*, da parte del Sindaco *Sente Zeverino* di> centrosinistra, la delibera di consiglio comunale del 2009> dell'*Amministrazione> Lillo* riapre la possibilità di usufruire di fonti di energia rinnovabile> (ivi compresa quella a Biomasse) per generare corrente elettrica.>> Lo sconcerto ha origine quando , nonostante le prese di posizioni di> ambientalisti e dei rappresentanti della nuova amministrazione , leggiamo> il documento presentato dalla ditta ORP srl in merito all'istanza da> presentata alla Regione per ottenere l'*Autorizzazione unica* (ai sensi del> Decreto Legislativo 29.12.2003 n.387), e si scopre che sono stati ben *23> gli Enti Pubblici che hanno partecipato*, come per legge, *al procedimento* in> questione. Essi sono: *Comune di Santeramo in Colle, Provincia di Bari* (Ass.> Ambiente, Rifiuti e AIA, Viabilità e Trasporti, Finanza e Tributi), *Regione> Puglia** *(Urbanistica, Servizio Industria Energetica, Ecologia), *VV.FF.**> *(Ufficio Prevenzione), *AUSL BA/3* (Servizio Igiene, Sanità Pubblica,> Spesal), *Arpa Puglia, Comune di Matera** *(Servizio Igiene), *Provincia di> Matera* (Ambiente),*Direzione Regionale dei Beni Culturali e Paesaggistici> della Basilicata, Soprintendenza per i Beni Ambientali Architettonici e> Storici della Puglia, Soprintendenza Archeologica, Soprintendenza per i> beni ambientali architettonici, artistici e archeologici, Autorità di> Bacino (Puglia), Ministero delle Comunicazioni, Terna Spa, Soprintendenza> per i Beni Architettonici e per il Paesaggio Basilicata, Ministero per i> Beni e le Attività Culturali, Autorità di Bacino (Basilicata)*.>> "La* **Regione Puglia*, in data *17 Novembre 2010* con propria nota Prot.> n. 0016183, dichiarava la c*hiusura positiva della conferenza di servizi in> merito alla centrale biomasse di Santeramo"*>>>> Si evince una aperta contraddizione sia in merito al * Regolamento> Regionale del 30 dicembre 2010 N. 24, **che** *individua *criteri di> salvaguardia ambientale, **che al*lo studio* che* la stessa Regione> nel 2007commissionava> all'Università di Bari sulla disponibilità di biomasse a fini energetici> nella nostra regione " Relazione Conclusiva 2007 (a cura di Ing. Achille> Pellerano, Ing Antonio Pantale, dott.ssa Patrizia Tenerelli, dott.ssa Maria> Teresa Carone), da cui si desume che dalle disponibilità di biomasse> presenti nella provincia di Bari è possibile alimentare un totale di 22 MW> , ma il medesimo studio evidenzia come nella stessa provincia sono> installati già 40 MW e sono invia di installazione (fra cui anche> Santeramo) altri 265 MW!!! Oggi si parla addirittura di 500MW( fonte TERNA).> * *>> Quindi alla superproduzione di energia corrisponde l´iter approvativo di> centrali disseminate su tutto il territorio supportandole con dichiarazioni> perplesse e preoccupate per la tutela dell´ ambiente mentre passano in> sordina gli atti "nascosti" nell'albo pretorio online e non pubblicati> nella home principale del sito del Comune>> Comunque, ritornando alla centrale di Santeramo, sorge spontaneo riflettere> come nell´arco di un raggio di 100Km all´interno della zona circostante> Montefugale ci siano altre centrali a biomasse che renderanno più esigua la> quantità di sostanze da utilizzare dalla O.R.P. srl. Inevitabile chiedersi> quale sarà la composizione del materiale che verrà bruciato è infatti noto> che ci vogliono ben 9850 tonnellate annue di legno derivanti dalla potatura> di verde pubblico e privato, altre 45.000 tonnellate annue di segatura e> ritagli in legno derivanti dagli scarti del settore del mobile e del> salotto, ormai in crisi .Allora questo materiale da dove verrà ricavato? Se La> disponibilità di legna di zona va progressivamente diminuendo, per> garantire il funzionamento degl´impianti a pieno regime, non basteranno i> prodotti locali, quindi si dovrà far ricorso al reperimento di biomasse da> zone sempre più distanti con il conseguente aumento dei costi di gestione,> oppure si farà uso dei rifiuti solidi urbani e d´altro genere. La O.R.P.> srl nella sua relazione tecnica a questo proposito offre una serie di> garanzie sia sul controllo del trasporto delle biomasse che sulla filiera> corta(ai sensi dell´art.2 comma 4 della L.R. 31/2008). garantendo di poter> contare su una disponibilità di 130.000 Ton/anno di biomasse agro-forestali> sulla base di pre-contratti sottoscritti con circa *200 conferitori* , sono> previste infatti delle convenzioni con aziende agricole di Santeramo,> Altamura, Gravina e della Provincia di Taranto.> Ammettendo che si riuscisse ad evitare il grande traffico di legna da> ardere si ritorna al quesito iniziale relativo alla reperibilità del> materiale da ardere in presenza concorrenziale di altre centrali A questo> punto non resta che lo sfruttamento delle aree boschive , poiché una> centrale una volta accesa non può essere spenta; Inoltre anche se si> dovessero utilizzare solo prodotti agricoli, ci sarà da chiedersi se la> qualità dell´aria rimarrà respirabile, infatti se i prodotti da incenerire> sono saturi di concimi ,diserbanti e altre porcherie derivanti dal> petrolio, nonostante i filtri le emissioni non potranno essere tutte> contenute e qui parliamo di nano particelle , diossine e altre molecole> nocive oltre al sicuro incremento di cO2.>> Tutto questo passa per green economy, una farsa , i lucrosi incentivi> sono il vero affare che si consuma nella rapina degli incentivi statali> Cip 6 , certificati verdi che rappresentano l´aspetto più controverso della> questione ambiente nella quale l´Italia è incappata. Questo è l´unica> giustificazione del proliferare di centrali termoelettriche a biomassa .> Santeramo come la Basilicata o la Campania, il Nord come il Sud, nulla> cambia è un sistema che caratterizza le grandi SPA dell´energia e dei> rifiuti, lobby che si servono di procacciatori d´affari e gruppi finanziari> per snaturare progressivamente l´habitat e distruggere il territorio> agricolo divorando con l´arma del ricatto occupazionale le categorie più> deboli dei disoccupati, dei precari, degli agricoltori.

1 commento:

  1. E' inutile sperare nella classe politica: siamo noi cittadini che dobbiamo fare rete. In Puglia ci sono ormai una sessantina di richieste di installazioni di centrali a cosiddette biomasse, e a livello regionale manca del tutto un piano energetico capace di una visione di insieme. Il sud sta svendendo il proprio territorio (che rimane forse una delle ultime risorse!) ad imprenditori senza scrupoli attratti dal grasso incentivo per la produzione di energia elettrica, favoriti tra l'altro da amministratori compiacenti e da una legge regionale molto "snella". Dobbiamo resistere a oltranza e con ogni mezzo a questo oltraggio al nostro territorio, alla nostre persona, alla nostra intelligenza.

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