Trullallero Trullalà i soldoni a chi li do?
Apparentemente potrebbe essere recepito come un’opportunità
di sviluppo del territorio a vantaggio della popolazione , per via dell’enorme
complesso di 250 se non 280 villette più due alberghi discoteca e campo da golf. Una mega struttura, in quel
che rimane di incontaminato nella campagna di Polignano, che la si vuol far passare come
fattore attrattivo per il turismo; un’operazione
che
in realtà penalizza pesantemente il territorio e anche l’economia del
paese, poiché il grosso del guadagno rimarrà circoscritto nelle mani di pochi e
i cittadini si ritroveranno, se andrà bene, solo con le briciole e un
territorio spogliato delle sue peculiarità in termini di habitat naturale e
valore archeologico e culturale.
La prima evidente contraddizione si incentra sul campo da
golf la cui realizzazione si rileva alquanto costosa , partiamo da un minimo di
8/ 10 miliardi di vecchie lire con una manutenzione annuale media di300.000
euro,un capitale che viene ammortizzato dopo decenni , uno studio austriaco
parla addirittura di 42 anni ,ma l’aspetto più sconcertante è il fallimento
economico di questi complessi il cui volume d’affari è nel migliore dei casi un
quinto di quello dell’edilizia. Viene spontaneo chiedersi come mai gli
imprenditori,sempre molto prudenti nei loro investimenti giocano su un’ipotesi
di per se fallimentare. La risposta è
semplice il campo da golf è la chiave di
accesso finanziamenti europei, a linee di credito agevolate,pensiamo al
protocollo con l’Istituto di credito per le attività sportive che ha stanziato
in plafond di50.000.000 di euro, infine i cospicui finanziamenti regionali che
quest’anno con la delibera 257 del 14 febbraio sono aumentati. La delibera è
stata accompagnata dalle parole elogiative nei confronti dello sviluppo del
turismo in Puglia dell’assessore Capone, Godelli e del presidente della Regione
Vendola il quale ci tiene a sottolineare che verrà sostenuto turismo di charme
che non andrà ad alterare il territorio anzi verrà valorizzato ecc. Parole che
si contraddicono se poi se si legittima una mega struttura a ridosso di
un’area di pregio archeologico. Alla luce di quanto detto risulta chiaro quindi
che il campo da golf e la mole di finanziamenti serve ad ammortizzare il
capitale d’investimento delle villette che rappresentano il vero guadagno per
l’investitore proponente. Tra l’altro il Parco dei trulli rappresenta un
precedente inquietante infatti con variante del 6 -12 -2010 che per la prima
volta ha determinato cambio di destinazione si può determinare un effetto domino sugli
altri territori come Cozze , Torre San Giovanni Torre la Cina ecc seppellendo sotto una colata di cemento tutta
la zona .
Questi luoghi antichissimi pieni di bellezza e natura
rischiano nel disinteresse generale di
ospitare schiere di villette numerose e insopportabilmente vicine, trasformando
un habitat pregevole e unico in una
squallida periferia artificiale; ma il danno maggiore è costituito dal rischio archeologico, poiché i ritrovamenti di reperti del neolitico
o frammenti di utensili più recenti testimoniano che il territorio ha un valore culturale che potrebbe essere
riconvertito in termini economici e di opportunità lavorativa, ed è
colpevolmente inammissibile che non ci sia stata una verifica di rischio archeologico dell’intera area del Parco dei
trulli onde evitare il danneggiamento di eventuali reperti.
Se poi volessimo tralasciare le questioni ambientali e
culturali per concentrarci sull’eventuale ricaduta occupazionale ci sarebbe da
evidenziare in primis che la mole di denaro
confluisce nelle mani di pochi sfregiando
per sempre il territorio a proprio
vantaggio; inoltre, considerazione che il territorio non è infinito ed in
particolare si sta parlando di una terra
ricca di opportunità, si potrebbero dirottare quei finanziamenti verso i cittadini , favorendo per
esempio la costituzione di cooperative finalizzate alla rivalutazione e ristrutturazione di vecchi edifici rupestri, in modo da farli diventare strutture ricettive
e trasformare l’area in parco naturale archeologico, allora si che si potrebbe parlare di rivalutazione del
territorio e di un turismo di qualità.
Ma questa operazione prevede una coscienza collettiva
protesa a difendere i propri luoghi e i propri interessi che si opponga alla famelica volontà di
dividersi gli utili anche contro ogni
logica urbanistica per favorire speculazioni stupra territori ; considerando
come il guadagno da suolo agricolo a
suolo edilizio è enorme e legittima il deprezzamento della terra, inevitabilmente
legata alla vita, ma appetibilissima per i proprietari terrieri. Contro queste
dinamiche e un sistema normativo che a parole tutela il diritto ma poi di fatto
viene reso inefficace da varianti, accordi, leggi d’urgenza, si rischia di assistere passivamente all’ennesimo attacco violento al nostro patrimonio
culturale e naturale, nostra unica ricchezza, sognando che venga
sciolta la santa alleanza tra il mondo politico e il mondo degli affari.
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