domenica 12 agosto 2012

Trullallero Trullalà i soldoni a chi li do? Parco dei trulli Polignano


Trullallero Trullalà i soldoni a chi li do?
Apparentemente potrebbe essere recepito come un’opportunità di sviluppo del territorio a vantaggio della popolazione , per via dell’enorme complesso di 250 se non 280 villette più due alberghi discoteca e  campo da golf. Una mega struttura, in quel che rimane di incontaminato nella campagna  di Polignano, che la si vuol far passare come fattore  attrattivo per il turismo; un’operazione  che  in realtà penalizza pesantemente il territorio e anche l’economia del paese, poiché il grosso del guadagno rimarrà circoscritto nelle mani di pochi e i cittadini si ritroveranno, se andrà bene, solo con le briciole e un territorio spogliato delle sue peculiarità in termini di habitat naturale e valore archeologico e culturale.
La prima evidente contraddizione si incentra sul campo da golf la cui realizzazione si rileva alquanto costosa , partiamo da un minimo di 8/ 10 miliardi di vecchie lire con una manutenzione annuale media di300.000 euro,un capitale che viene ammortizzato dopo decenni , uno studio austriaco parla addirittura di 42 anni ,ma l’aspetto più sconcertante è il fallimento economico di questi complessi il cui volume d’affari è nel migliore dei casi un quinto di quello dell’edilizia. Viene spontaneo chiedersi come mai gli imprenditori,sempre molto prudenti nei loro investimenti giocano su un’ipotesi di per se  fallimentare. La risposta è semplice il campo  da golf è la chiave di accesso finanziamenti europei, a linee di credito agevolate,pensiamo al protocollo con l’Istituto di credito per le attività sportive che ha stanziato in plafond di50.000.000 di euro, infine i cospicui finanziamenti regionali che quest’anno con la delibera 257 del 14 febbraio sono aumentati. La delibera è stata accompagnata dalle parole elogiative nei confronti dello sviluppo del turismo in Puglia dell’assessore Capone, Godelli e del presidente della Regione Vendola il quale ci tiene a sottolineare che verrà sostenuto turismo di charme che non andrà ad alterare il territorio anzi verrà valorizzato ecc. Parole che si  contraddicono se poi se  si legittima una mega struttura a ridosso di un’area di pregio archeologico. Alla luce di quanto detto risulta chiaro quindi che il campo da golf e la mole di finanziamenti serve ad ammortizzare il capitale d’investimento delle villette che rappresentano il vero guadagno per l’investitore proponente. Tra l’altro il Parco dei trulli rappresenta un precedente inquietante infatti con variante del 6 -12 -2010 che per la prima volta ha determinato cambio di destinazione  si può determinare un effetto domino sugli altri territori come Cozze , Torre San Giovanni Torre la Cina ecc  seppellendo sotto una colata di cemento tutta la zona .
Questi luoghi antichissimi pieni di bellezza e natura rischiano  nel disinteresse generale di ospitare schiere di villette numerose e insopportabilmente vicine, trasformando un  habitat pregevole e unico in una squallida periferia artificiale; ma il danno maggiore  è costituito dal rischio archeologico,  poiché i ritrovamenti di reperti del neolitico o frammenti di utensili più recenti testimoniano che il territorio ha  un valore culturale che potrebbe essere riconvertito in termini economici e di opportunità lavorativa, ed è colpevolmente inammissibile che non ci sia stata una verifica di rischio  archeologico dell’intera area del Parco dei trulli onde evitare il danneggiamento di eventuali reperti.

Se poi volessimo tralasciare le questioni ambientali e culturali per concentrarci sull’eventuale ricaduta occupazionale ci sarebbe da evidenziare in primis che  la mole di denaro  confluisce nelle mani di pochi sfregiando  per sempre il territorio a proprio vantaggio; inoltre, considerazione che il territorio non è infinito ed in particolare si sta parlando di  una terra ricca di opportunità, si potrebbero dirottare quei   finanziamenti verso i cittadini , favorendo per esempio la costituzione di cooperative finalizzate alla  rivalutazione e ristrutturazione di  vecchi edifici rupestri,  in modo da farli diventare strutture ricettive e trasformare l’area in parco naturale archeologico, allora si che  si potrebbe parlare di rivalutazione del territorio e di un turismo di qualità.
Ma questa operazione prevede una coscienza collettiva protesa a difendere i propri luoghi e i propri interessi  che si opponga alla famelica volontà di dividersi gli utili  anche contro ogni logica urbanistica per favorire speculazioni stupra territori ; considerando come  il guadagno da suolo agricolo a suolo edilizio è enorme e legittima il deprezzamento della terra, inevitabilmente legata alla vita, ma appetibilissima per i proprietari terrieri. Contro queste dinamiche e un sistema normativo che a parole tutela il diritto ma poi di fatto viene reso inefficace da varianti, accordi,  leggi d’urgenza,  si rischia di  assistere  passivamente all’ennesimo  attacco violento al nostro patrimonio culturale e naturale, nostra unica ricchezza, sognando che   venga sciolta la santa alleanza tra il mondo politico e il mondo degli affari. 

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