lunedì 22 febbraio 2010

FUORI DAL CORO!!!



Era di ottobre, precisamente il 17 dell’anno 2008, un’assemblea affollatissima di docenti mentre le parole di Vendola troneggiavano nell’auditorium della scuola:
“Ricorreremo alla Corte Costituzionale contro la Gelmini, perchè siamo di fronte ad atti che sono violenti nella sostanza e nel metodo e, quindi, noi ci comporteremo secondo i principi della legittima difesa”.
“Ringraziamo Nichi Vendola e Michele Emiliano, dichiarava in quell’occasione Maddalena Gissi, segretaria Cisl Scuola Bari, per la loro presenza e per l’intensità degli interventi a sostegno della scuola e della nostra piattaforma”.

Poi il tempo è passato, si sono spese milioni di parole e intanto le iniziative e le proteste sempre più si andavano smorzando, ma la scorsa estate Vendola interviene concretamente sui precari con i fondi per lo sviluppo dell’UE per le aree svantaggiate e, sulla base dei dati OCSE,da cui risulta che gli studenti pugliesi siano particolarmente deficitari in matematica e Italiano, si vara un progetto di rinforzo e recupero di queste aree disciplinari. Sembra di primo acchito una buona cosa ma, al di là della preelettoralistica logica del salvare il salvabile, appare una realtà diversa, perché oltre il meccanismo che esclude automaticamente intere classi di concorso, quindi numerosi lavoratori, il tanto celebrato aiuto si rivela una elemosina che verrà rinfacciata come un privilegio; un palliativo che degrada e divide ulteriormente la categoria più frastagliata del mondo del lavoro, già di per sé profondamente lacerato.

Infatti, la vera incognita di questa operazione si annida nelle formule contrattuali, i Cococo; umilianti per i lavoratori, una perdita di diritti acquisiti che non garantiscono assolutamente niente perché, anche se in Puglia si sta lavorando, non significa che si stia lavorando bene. Un impianto questo che non soddisfa molto dal punto di vista professionale e rappresenta una ulteriore complicazione che avvantaggia alcuni, penalizzando altri.

Comunque il pericolo maggiore si mostrerà in seguito, quando le altre regioni vorranno imitare l’esempio pugliese e sulla categoria precipiteranno un turbinio di contentini, cavilli e proteste, insomma l’aver accontentato qualche centinaia di persone, con qualche mese di lavoro e la “raccolta punti”, potrebbe ritorcersi pericolosamente contro la categoria stessa per via del peggioramento delle condizioni di lavoro e della frammentazione dei lavoratori della scuola e di un sistema che, a grandi passi, va verso privatizzazione ed esternalizzazione dei servizi.
Sconcerta, inoltre, pensare come la protesta estesa in tutta Italia, che sembrava avesse scosso il lobotomizzato mondo della scuola , mettendo finalmente insieme i lavoratori con i genitori e gli studenti, si sia andata spegnendo e chi ha lavorato accumulando titoli e diritti si trova costretto ad accontentarsi di un sedativo, un contentino solo per alcuni e, in ogni caso, non risolutivo di quel dramma sociale che da decenni si è consumato ai danni della scuola, senza che nessuna istituzione e uomo politico sia intervenuto quando si doveva e si poteva arginare il suo smantellamento.

Fuori dal coro delle celebrazioni, perché ormai la inattaccabile Puglia vendoliana gode dei consensi acritici per via delle primarie, rifletto sul dimenticato ricorso alla Corte Costituzionale e sulla rinuncia alla legittima difesa contro quegli atti violenti nella sostanza e nel metodo: evidentemente, trincerandosi dietro l’ideologia della “nonviolenza”, è prevalsa la linea dei compromessi! E quest’ultima ha indotto il Governatore della Puglia e la sua giunta, con accordi-tampone estivi ratificati con la Gelmini, ad essere sostenitori convinti della rinuncia alla lotta per la giusta causa, disperdendo, nel concreto, la Legittima difesa di una classe di lavoratori.

Ritengo, infine, che queste iniziative “salva-precari messe in atto in varie regioni , più o meno bene, non sono che rattoppi che si limitano a gestire l’esistente con interventi di breve periodo, funzionali solo al politico del momento senza avere la capacità e la volontà di ostacolare la pericolosa deriva della balcanizzazione del sistema scolastico nazionale, che, nella logica dell’individualismo del libero mercato, verrà smembrato con i suoi lavoratori su basi ideologiche e geografiche.

Adele Dentice

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