sabato 20 febbraio 2010

In difesa della scuola pubblica


Finora le azioni intraprese dai genitori e dagli insegnati per denunciare come Diritti fondamentali garantiti dalla nostra Costituzione, quali il diritto allo studio e alla sicurezza degli studenti, sono stati calpestati da tutti i livelli dell’amministrazione scolastica con tono burocraticamente sprezzante.

Il giorno 31 gennaio 2010 nell’ambito del convegno “ma almeno la scuola la vogliamo sicura’ svoltosi a Bari si è voluto proporre la nascita di un nuovo Comitato in difesa della scuola Pubblica che non sia settorializzato solo all’ambito scolastico e del precariato della scuola, ma investa l’intera società civile colpita dalla miopia della classe dirigente che non considera come, investire nella conoscenza, si possa tradurre anche in un incremento della redditività economica.
Uno stato moderno si dovrebbe distinguere per la sua capacità di competere a livello globale non solo in termini di ricchezza e di benessere , ma anche di conoscenza, elemento cruciale per la crescita di una società.

Al contrario è stato messo in atto un vasto progetto di riforme che rispondono all’esigenza di un’unica conoscenza asservita al mercato, procedendo verso la creazione di uno Spazio Superiore dell’Istruzione Europea di stampo neoliberista capace di competere a livello mondiale nel mercato del “sapere” Alle indicazioni europee si sono inchinati i vari governi dei paesi membri della UE portando avanti un processo di ristrutturazione del sistema scolastico che sposta la responsabilità dell’istruzione e della formazione dallo Stato al privato. In generale l’obiettivo è quello di un doppio sistema, uno dequalificato , dove si sfornano lavoratori esposti alla precarietà , obbligati a master e corsi di aggiornamento a pagamento, e l’altro, fortemente selettivo, finalizzato a costruire la futura classe dirigente in luoghi di alta formazione, decisamente consegnato nelle mani dei privati.
Ma il pericolo maggiore che voglio segnalare è determinato dalla metamorfosi culturale che si sta determinando facendo passare inosservata l’ipotesi scandalosa del considerare come formativa l’acquisizione di conoscenza attraverso la pratica del posto di lavoro sin dalla scuola superiore; ma non è tutto, i condizionamenti europei stanno inducendo alla riscrittura della storia e della cultura in genere a vantaggio dell’ideologia della classe dominante.
Anche la ricerca non è immune da questo processo se pensiamo allo sviluppo di prodotti farmaceutici o informatici che avvantaggiano sostanzialmente certe aziende spesso responsabili della produzione di materiale bellico.
Questo scenario viene abilmente celato da paraventi ideologici come “spreco” o “meritocrazia” la verità è che le logiche baronali e clientelari e i meccanismi sempre più rigidi di controllo e repressione continueranno e sussistere nel silenzio assertivo generale e verrà cancellata perfino la simulazione di un sapere critico.

A
dele Dentice

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