venerdì 9 luglio 2010

I Vicerè



Finalmente destra e sinistra, Nord e Sud, uniti nella lotta, governatori e sindaci insieme contro la manovra che taglia le entrate. Certo la manovra penalizza molto, soprattutto se si pensa che per far fronte alla crisi ai dipendenti pubblici magari si toglierà la tredicesima, mentre c’è chi va in pensione, dopo 5 anni di servizio come consigliere regionale, con 4400,00 euro al mese.

I vicerè di destra e sinistra del Nord e del Sud tuonano e lottano perchè, dicono, non avranno soldi per sostenere le politiche sociali, verrà penalizzata la sanità, la scuola, il lavoro ecc., ma la crisi sociale non è un problema recente, nè mi sembra di aver visto una levata di scudi in difesa dei lavoratori contro il loro sfruttamento e l’abbassamento dei salari nè, se non qualche azione di facciata, c’è stata una presa di posizione di fronte al programmato, da anni, smantellamento della scuola pubblica, anzi la scuola è stata la sperimentazione della reintroduzione delle gabbie salariali con quell’abominio di decreto Salva-precari.

Per difendere i vice-reami i governatori si sono mobilitati in massa e sono andati a Roma, come i cittadini dell’Aquila, ma i diritti erano diversi, come il trattamento!

Al di là delle vuote parole profuse a volontà dai media e dalle interviste, restano i fatti e la concretezza dei colpevoli silenzi degli amministratori quando si è trattato di opporsi alla irresponsabile complicità dei governi a sostegno dell’ambizione delle grandi multinazionali, vera causa della crisi. Così come reali sono le società “inutili” e il fiume di danaro che si è perso dietro le consulenze e le pensioni d’oro, per esempio in Puglia, la poetica e virtuosa Puglia, le consulenze nel 2008 sono aumentate del 52% rispetto all’anno precedente (500 contratti tra collaborazioni e co.co.pro) superando spesso i 50.000 euro all’anno sino a 168.000 euro annui (alcuni godono di doppie triple consulenze).

Per non parlare delle pensioni d’oro bastano dieci anni in servizio per godere di un vitalizio di 7mila 200 euro al mese chi ha 15 anni di “servizio“ veleggia sui 10.000 euro, i più poveri 5 anni godono di una pensione minima di 4.000 e 400 euro al mese.

I Vicerè continueranno a lottare per questi "diritti" e perchè hanno bigno di denaro per le notti bianche e per mantere il lussuoso sistema oligarchico in cui sguazzano migliaia di collaboratori.

I Vicerè hanno bisogno di soldi, per questo sottoscrivono autorizzazioni per impianti venefici e tacciono di fronte al federalismo demaniale e alla vendita di territorio che farà diventare l’Italia degli Altri, quelli Privati.
 
Adele Dentice

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