mercoledì 8 settembre 2010

Altamura: omicidi di Mafia


Non è un fatto di sangue , è qualcosa di più, ancora Altamura , ancora l’alta Murgia fa da sfondo a delitti efferati e significativi per quel che riguarda il nuovo assetto criminal –affaristico, delitti che tanto ci riportano a quelli di Mafia per modalità, per strani e misteriosi intrecci, a inchieste che legano il mondo affaristico-imprenditoriale , agli appalti alla politica e alla criminalità La vittima è D’Ambrosio, non un semplice delinquente locale ma capoclan della zona, già noto alle forze dell’ordine facente parte del giro dell’usura e dei traffici illeciti dei Rifiuti . Sembra che questo boss volesse pentirsi, o, semplicemente, la sua morte può configurarsi come una risposta al duplice delitto del 27 marzo 2010, dove persero la vita Marco Lagonegro (legato ai clan baresi) e il suo autista Francesco Ciccimarra. Gli eventuali collegamenti saranno svelati dagli inquirenti , a noi resta solo il momento della riflessione e di come in pochi anni sia stata permessa una trasformazione radicale e sostanziale dell’assetto sociale di una città, Altamura, che avrebbe dovuto continuare ad essere famosa per il suo pane, per il Pulo , per l’Uomo di Altamura, per le libere passeggiate nei maglifici spazi del parco del’Alta Murgia.
Invece già da anni il colpevole silenzio o la distrazione delle istituzioni hanno permesso che questo luogo tranquillo degenerasse in nome degli affari, permettendo ad organizzazioni, più o meno coinvolte nelle ultime inchieste sulle ecomafie e sulla sanità, di fare soldi soprattutto con i lavori pubblici, con il giro dei rifiuti e ultimamente con le rinnovabili.
Nonostate i tanti segnali che da anni si susseguono e le innumerevoli denunce di giornalisti (Di Palo, Forina ecc) e di imprenditori costretti poi a dover essere protetti in località segrete, l’ immagine della cittadine deve essere salvaguardata ad ogni costo. La stessa scandalosa mancanza di un commissariato, in un territorio cosi fortemente compromesso, è espressione di una volontà generale di oscurare e minimizzare e nascondere .
Ci sono state dopo il delitto Lagonigro reazioni da parte di politici locali e richieste di supporto e potenziamento delle forse del’ordine , ma a quanto pare non hanno avuto riscontro più di tanto eppure era noto il suo legame al clan Palermiti del rione Japigia di Bari, sintomatico dell’interesse espansionista della criminalità barese verso un territorio strategico inteso come punto di snodo e di apertura per i nuovi affari con la Basilicata.
Un interesse nuovo di nuovi soggetti determina un cambiamento nella pax malavitosa locale , l’equilibrio che salta motiva la nuova esplosione criminale, al rischio si contrappongono affari enormemente remunerativi , ci sono legami con la Mafia siciliana che eleva e stigmatizza una regia che travalica i confini murgiani e della stessa Puglia, stiamo parlando di rifiuti e di rinnovabili , parliamo di nuovi territori già pronti su cui investire e fare accordi , parliamo di milioni e milioni di euro a fronte dei quali la vita di un uomo, di un territorio, l’economia di una città valgono meno di niente

adele dentice

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