domenica 14 ottobre 2012

CUI PRODEST?

Strane cose succedono a Bari come la immediata risposta del Comune di
Bari alla richiesta della Dirigenza della Scuola Mazzini  per  il
pieno utilizzo didattico dell’intero edificio, allo scopo di rendere
il servizio scolastico più conforme ai bisogni formativi e scolastici,
disfunzione causata dall’insufficienza strutturale e dalle carenze di
sicurezza del complesso. L’esigibilità  dei  locali dati in
concessione alla attigua chiesa di Santa Croce, il cui diritto scade
tra quattro anni, sono giustificati   dall'applicazione delle misure
connesse alla responsabilità dirigenziale previste dalla  normativa
sulla sicurezza: nella fattispecie, l’inidoneità del locale per la
refezione ritenuto tale  dopo i controlli Asl, per cui il 31 dicembre
2012 deve essere chiuso, e  la promiscuità degli ingressi tra scuola e
altri soggetti, in questo caso le attività della parrocchia, che viola
la normativa sulla sicurezza (DL 9-4 – 2008 ,n.81).
 La risposta del Comune  non si è fatta attendere, con solerzia,  il
23.1.2002,  nel Consiglio Comunale di Bari si è discusso furbamente
non della scuola Mazzini bensì dell’ex Istituto Giovanni XXIII ,
vecchio nome della scuola, in tal modo, invece di rispondere alla
richiesta della Dirigente, si è fatto finta di “parlare d’altro”
anticipando non solo  di quattro anni il titolo di concessione dei
locali in oggetto alla contigua  chiesa, ma estendendolo per ben 19
anni (delibera comunale del 8 marzo 2012).  La reazione dei genitori e
della scuola è stata di sconcerto e incredulità dal momento che appare
evidente che un’istituzione Pubblica , quale il Comune, invece di
tutelare interessi pubblici, quali la scuola , predilige favorire
interessi privati, tra l’altro utilizzando penosi sotterfugi . Da
sottolineare che la  sottrazione di questi locali al loro originario
uso scolastico è stato effettuato con una manovra discutibile,
operando cioè un cambio di destinazione d’uso come mostrano gli atti
della D.I.A  Ripartizione Edilizia e di fatto delegittimando
l’Assessorato alle politiche giovanili . Uno sgambetto mal digerito
dalle famiglie attente e risolute a difendere i diritti dei loro
figli, un’attenzione che è  stata determinanti nell’approvazione della
delibera comunale   del 17 settembre scorso, che ha riconosciuto come
la delibera di concessione del marzo scorso fosse contraria alla legge
sulla sicurezza oltre che “viziata  da un’ istruttoria fuorviante ed
in veritiera”

Non così fortunati i  quartieri più degradati dove il diritto allo
studio e alla scuola viene costantemente messo in secondo piano
rispetto ad altri interessi , forse perché l’attenzione delle famiglie
è più labile ed è più facile giocare con la loro ingenuità e con la
memoria corta. Così è per la penosa agonia della Scuola Media San
Nicola  così  avviene nel  quartiere popolare  di periferia del
Villaggio del lavoratore dove la costruzione della scuola materna e
primaria è un sogno sempre più sbiadito e lontano , nonostante
l’espletamento di tutte le procedure burocratiche sin  dal 2008 e la
una copertura di 2,7 milioni di euro stabilito nel piano triennale del
2009,  con il quale si prevedeva anche la riqualificazione della
piazzetta antistante la parrocchia, la manutenzione di via Mesagne e
la costruzione della fogna bianca.
 L’allora assessore Simonetta Lorusso assicurò che erano state
stanziate somme interessanti 7 milioni di euro per le scuole pubbliche
di Bari tra cui attenzione particolare al villaggio del Lavoratore.
Oggi nell’area di costruzione rimane un grosso buco ricoperto di
materiale di risulta, triste residuo di una storia vecchia 60 anni che
ci riconduce  alla nascita di questo quartiere a ridosso della zona
industriale , e di un progetto edilizio che prevedeva anche una scuola
mai sorta. Un deficit che fu colmato  dall’assessore Memola che per 18
anni ospitò nei suoi locali le classi di una  scuola fantasma, ma poi
tutto svanì sepolto da una montagna di promesse e oggi il diritto allo
studio  dei bambini grava  sui genitori che gioco o forza sono
obbligati a dover utilizzare il proprio mezzo di locomozione o sui
cittadini poiché del servizio di trasporto  se ne deve far carico il
comune o i comuni , dal momento che molti studenti frequentano le
scuole della vicina Modugno. Ma a questo punto c’è da chiedersi se i
ragazzi di Bari vecchia non hanno più una scuola , ma vengono dispersi
da una zona all’altra , se i bambini del Villaggio del Lavoratore
vanno a Modugno per studiare , di questi edifici e di questo grande
buco nel terreno cosa ne faranno?
Cui prodest?, certo non  ai minori, soprattutto se indifesi e a rischio
adele dentice

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