Che Bari
fosse la città con il più consistente aumento di tasse (30%) d’Italia, supportando
quei 6,6 miliardi che pesano sul contribuente pari 548 euro annui, è cosa vecchia,
ma che gli aumenti siano indotti da una selva di tasse occulte tra addizionali comunali e provinciali , luce e polizze
assicurative alcune delle quali provengono da vecchi Decreti Reggi,
forse non tutti ne sono a conoscenza. C’è l’Arisgam
( Rif. normativi: art. 6 della legge n. 158/1990,
art. 10, co. 1 del d.lgs n.
398/1990, circolare Agenzia delle Dogane n.
17/D del
28 maggio 2007)
l' addizionale regionale sul consumo del gas
metano sia per usi domestici che per usi industriali, che costa circa 26 euro
all' anno, con un incasso medio annuo di 965 milioni tondi, fu introdotta da Andreotti
e Formica nel lontano 1990
Chi
non conosce poi l’Ipt meglio nota come passaggio
di proprietà che prevede una spesa di 206 euro per una utilitaria fino a quasi
700 euro per le auto di cilindrata maggiore. Fu istituita dal primo governo Prodi nel 1997
e confermata dal duo Tremonti-Calderoli, è destinata alle province e può
deliberare un aumento della tariffa base del 30 per cento: nemmeno a dirlo lo
hanno fatto quasi tutte.
La
più inquietante di tutte sicuramente è la Tassa sulle Tasse meglio nota come Tefa, un balzello
aggiuntivo calcolato sulla Tarsu a favore dell' ambiente. E’ un tributo provinciale ambientale che spetta alle province, e che viene
applicato nella misura compresa tra un minimo dell’1% e un massimo del 5%,
delle addizionali sull’ex Eca, del 10% e dell’Iva del 10%.
Fu istituita nel 1992, ministro delle Finanze Visco, abrogata
nel 2006 e riconfermata con il federalismo fiscale di Tremonti e Calderoli, per
l' esercizio delle funzioni di tutela, protezione e igiene dell' ambiente ed è commisurato alla superficie degli
immobili assoggettati dai Comuni alla tassa per lo smaltimento dei rifiuti (TARSU)
o alla tariffa impatto ambientale (TIA).
Succede poi che nel
2008 -2009 la legge di semplificazione normativa di Calderoli(
art. 24 del D.L. 25 giugno 2008 n. 112
attiva dal 16/12/2009) dovrebbe aver abolito la regolamentazione che aveva
istituito l’addizionale
In
altri termini, dovrebbe risultare che la riscossione dell’addebito era
legittima e dovuta sino all’anno 2009 poiché si fa
riferimento a disposizioni ormai prive di senso, perché rinviano a una norma non
più in vigore!;
da ciò la concreta possibilità di richiedere rimborsi qualora le fatture di pagamento
TARSU relative agli anni successivi contengano tale voce di pagamento. Ma non è così infatti, il marasma giuridico
tipico in Italia, ha consentito libere
interpretazioni ai Comuni, con la conseguenza che i ricorsi sono stati tutti
rigettati con la seguente motivazione ” il rimborso non compete in quanto la vigenza dell’applicazione
dell’addizionale ex ECA alla TARSU è confermata, oltre che dalla norma della
Legge 1346/1961, non abrogata dalla Legge 9/2009, anche dalla norma
dell’articolo 3, comma 39, della Legge 549/1995, che assegna l’addizionale ex
ECA e la relativa maggiorazione ai Comuni a decorrere dall’anno 1996. Peraltro
l’attuale vigenza dell’addizionale è altresì confermata
dalla sua esplicita abrogazione, con decorrenza però dal 2014,,,(
Giovedì 11 Ottobre 2012
Brindisi su pareri della Corte dei Conti, sezione regionale della Lombardia,
n.146/2009 e della Campania n.274/2011 e n.182/2010).
Infatti
il decreto
Salva Italia stabilisce nell’introdurre la TARES ( che manda in soffitta la Tarsu e la Tia cambiando solo il nome e
aumentando di fatto il contributo) che a decorrere dal 1 Gennaio 2013 è
soppressa l’imposta addizionale comunale di integrazione dei bilanci degli enti
comunali di assistenza (ex ECA), nei Comuni che applicano la TARSU “di tutti i prelievi relativi alla gestione dei rifiuti urbani, sia di
natura patrimoniale sia di natura tributaria, compresa l’addizionale per
l’integrazione dei bilanci degli enti comunali di assistenza” (leggasi ex-eca), confermando
implicitamente l’esistenza della medesima fino a tutto il 2012 e comunque fino
all’entrata in vigore della Tares.
Insomma paghiamo una addizionale abrogata a parole nel
2009 su enti che non esistono più dal 1978, non solo ma la sostituzione con la TARES sarà tutta a nostro svantaggio
perché contiene una nuova maggiorazione (TARES parte
servizi) pari a 30 centesimi al metro quadrato, che i Comuni possono variare
fino a 40 centesimi…..
Alla luce di quanto detto e dei soldini
che lasciamo nelle tasche delle nostre benemerite istituzioni dovremmo quanto
meno aver meritato una Bari pulitissima
e profumata all’avanguardia sul sistema di raccolta differenziata, una Bari che
non ci faccia vergognare del cattivo odore e dei topi che infestano il
lungomare e non solo o di quegli insetti rossastri simili a grossi scarafaggi
che fanno sembrare questa città simile più a una metropoli da terzo mondo che
ad una città che ambisce a divenire capitale europea, di monnezza e tasse
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