giovedì 25 ottobre 2012

Le tasse occulte che vengono da lontano....


Che Bari fosse la città con il più consistente aumento di tasse (30%) d’Italia, supportando quei 6,6 miliardi che pesano sul contribuente pari 548 euro annui, è cosa vecchia, ma che gli aumenti siano indotti da una selva di tasse occulte tra addizionali comunali e provinciali , luce e polizze assicurative alcune delle quali provengono da vecchi Decreti Reggi, forse non tutti ne sono a conoscenza. C’è l’Arisgam ( Rif. normativi:      art. 6 della legge n. 158/1990, art. 10, co. 1 del d.lgs n. 398/1990, circolare Agenzia delle Dogane n. 17/D del 28 maggio 2007)
l' addizionale regionale sul consumo del gas metano sia per usi domestici che per usi industriali, che costa circa 26 euro all' anno, con un incasso medio annuo di  965 milioni tondi, fu introdotta da Andreotti e Formica nel lontano 1990
Chi non conosce poi l’Ipt meglio nota come  passaggio di proprietà che prevede una spesa di 206 euro per una utilitaria fino a quasi 700 euro per le auto di cilindrata maggiore.  Fu istituita dal primo governo Prodi nel 1997 e confermata dal duo Tremonti-Calderoli, è destinata alle province e può deliberare un aumento della tariffa base del 30 per cento: nemmeno a dirlo lo hanno fatto quasi tutte.
La più inquietante di tutte sicuramente è la Tassa sulle Tasse meglio nota come Tefa, un balzello aggiuntivo calcolato sulla Tarsu a favore dell' ambiente. E’ un tributo provinciale ambientale che spetta alle province, e che viene applicato nella misura compresa tra un minimo dell’1% e un massimo del 5%, delle addizionali sull’ex Eca, del 10% e dell’Iva del 10%.
Fu istituita nel 1992, ministro delle Finanze Visco, abrogata nel 2006 e riconfermata con il federalismo fiscale di Tremonti e Calderoli, per l' esercizio delle funzioni di tutela, protezione e igiene dell' ambiente ed  è commisurato alla superficie degli immobili assoggettati dai Comuni alla tassa per lo smaltimento dei rifiuti (TARSU) o alla tariffa impatto ambientale (TIA).
La TARSU, però,  contiene un mistero antico dato   dall’ ADDIZIONALE COMUNALE EX E.C.A.  un’imposta aggiuntiva originariamente istituita, nella misura del 2%, dall’articolo 1 del Rdl 2145 del 30 novembre 1937 poi legge n° 847—elevata, nell’immediato dopo guerra, al 5 per cento dal Dlgs Lgt. 100 del 18 febbraio 1946. Una ulteriore maggiorazione di pari importo (5 per cento: quella che il lettore chiama «maggiorazione tout court») fu introdotta dalla legge 346 del 10 dicembre 1961. L’addizionale e la maggiorazione spettavano inizialmente agli enti comunali di assistenza (E.C.A., appunto), soppressi nel 1978, a seguito del trasferimento alle Regioni del sistema sanitario, ma la tassa sugli E.C.A., malgrado la loro soppressione, continuiamo a pagarla anzi da quel momento in poi la cosiddetta «addizionale Eca» da potere ai comuni di prelevare dette maggiorazioni con la tassa sui rifiuti ribadito dall’articolo 3, comma 39, della legge 549 del 28 dicembre 1995.

 Succede poi che nel 2008 -2009 la legge di semplificazione normativa di Calderoli( art. 24 del D.L. 25 giugno 2008 n. 112 attiva dal 16/12/2009) dovrebbe aver abolito la regolamentazione che aveva istituito l’addizionale
In altri termini, dovrebbe risultare che la riscossione dell’addebito era legittima e dovuta sino all’anno 2009 poiché si fa riferimento a disposizioni ormai prive di senso, perché rinviano a una norma non più in vigore!; da ciò la concreta possibilità di richiedere rimborsi qualora le fatture di pagamento TARSU relative agli anni successivi contengano tale voce di pagamento.  Ma non è così infatti, il marasma giuridico tipico in Italia,  ha consentito libere interpretazioni ai Comuni, con la conseguenza che i ricorsi sono stati tutti rigettati con la seguente motivazione ” il rimborso non compete in quanto la vigenza dell’applicazione dell’addizionale ex ECA alla TARSU è confermata, oltre che dalla norma della Legge 1346/1961, non abrogata dalla Legge 9/2009, anche dalla norma dell’articolo 3, comma 39, della Legge 549/1995, che assegna l’addizionale ex ECA e la relativa maggiorazione ai Comuni a decorrere dall’anno 1996. Peraltro l’attuale vigenza dell’addizionale è altresì confermata dalla sua esplicita abrogazione, con decorrenza però dal 2014,,,( Giovedì 11 Ottobre 2012  Brindisi su pareri della Corte dei Conti, sezione regionale della Lombardia, n.146/2009 e della Campania n.274/2011 e n.182/2010).
Infatti il decreto Salva Italia stabilisce nell’introdurre la TARES ( che manda in soffitta la Tarsu e la Tia cambiando solo il nome e aumentando di fatto il contributo) che a decorrere dal 1 Gennaio 2013 è soppressa l’imposta addizionale comunale di integrazione dei bilanci degli enti comunali di assistenza (ex ECA), nei Comuni che applicano la TARSUdi tutti i prelievi relativi alla gestione dei rifiuti urbani, sia di natura patrimoniale sia di natura tributaria, compresa l’addizionale per l’integrazione dei bilanci degli enti comunali di assistenza” (leggasi ex-eca), confermando implicitamente l’esistenza della medesima fino a tutto il 2012 e comunque fino all’entrata in vigore della Tares.
Insomma paghiamo una addizionale abrogata a parole nel 2009 su enti che non esistono più dal 1978, non solo ma la sostituzione con la TARES sarà tutta a nostro svantaggio perché contiene una nuova maggiorazione (TARES parte servizi) pari a 30 centesimi al metro quadrato, che i Comuni possono variare fino a 40 centesimi…..
Alla luce di quanto detto e dei soldini che lasciamo nelle tasche delle nostre benemerite istituzioni dovremmo quanto meno  aver meritato una Bari pulitissima e profumata all’avanguardia sul sistema di raccolta differenziata, una Bari che non ci faccia vergognare del cattivo odore e dei topi che infestano il lungomare e non solo o di quegli insetti rossastri simili a grossi scarafaggi che fanno sembrare questa città simile più a una metropoli da terzo mondo che ad una città che ambisce a divenire capitale europea, di monnezza e tasse

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