mercoledì 2 maggio 2012

TFA truffa a danno dei precari


La questione scolastica è un pezzo della questione dell'indipendenza nazionale.

TFA truffa a danno dei precari
E’ un inganno quella  dei Tirocini Formativi Attivi o  TFA,  in teoria dovrebbero essere propedeutici   all’accesso alla professione docente, comparto già abbastanza ingarbugliato, che con questo nuovo stratagemma sarà arricchito da una nuova sottocategoria di aspiranti precari. Verranno sfornati  nuovi abilitati che, non solo non avranno diritto al posto di lavoro, poichè il TFA è pensato solo per la formazione, ma non si saprà neanche in quale graduatoria inserirli in quanto non esiste attualmente un canale di reclutamento definito per legge. Per chi non è addentro alle “cose” scolastiche è bene rivelare  che già dal 2007, anno dell’ avvio dell’ultimo ciclo SSIS il Governo italiano non fu in grado di assicurare alcuna modalità di formazione iniziale e di abilitazione   (Legge n. 296 del 2006 finanziaria 2007 al comma 605 dell’art. 1, ha trasformato le Graduatorie Permanenti in Graduatorie ad Esaurimento ,poi l’art. 64 del Decreto Legge n. 112 del 2008, convertito con modificazioni dalla Legge n. 133 del 2008, ha stabilito la sospensione delle procedure per l’accesso alla SSIS per l’anno accademico 2008/2009). Per sopperire alle disfunzioni prodotte dalla  mancanza di personale abilitato per le supplenze,  sono stati chiamati diversi insegnanti dalla graduatoria di istituto non abilitati, a questi  lavoratori  il Ministero si rifiuta di dare qualsiasi riconoscimento neanche attraverso un sistema di punteggio relativo ai titoli di servizio , per cui viene  loro negata qualsiasi priorità nella nuova formazione rispetto a tutti gli altri cittadini che volessero tentare questa strada . Questa scelta viene “giustificata” dalla necessità di meritocrazia che, però, non vale nei confronti di chi ha ottenuto, con prezzi poco accessibili per i più, il riconoscimento di punteggi e priorità attraverso mini corsi organizzati in Italia senza alcuna selezione.
A parte l’azione discriminante operata dal Governo   nei confronti di questa “sottocategoria” di lavoratori vanno  considerati altri aspetti contraddittori e dissonanti rispetto all’indizione dei TFA.
 Se, infatti,  si lamenta una crisi devastante   da rendersi necessari i tagli ingenti al decentramento che si traducono in minori risorse per l'istruzione, per il diritto allo studio, per le scuole dell'infanzia, per l'edilizia scolastica, per il cablaggio delle scuole ecc, e se alla già effettuata de pauperizzazione del sistema scuola si aggiunge il rapporto sulla spending review “Elementi per una revisione della spesa pubblica" del ministro Piero Giarda, in cui risulta evidente che il pensiero del Governo è  di risparmiare sulla SCUOLA, il cui  il grosso della spesa (circa il 90 per cento) è destinato agli stipendi, viene spontaneo  chiedersi a chi giova la formazione di un nuovo precariato Sicuramente n on è funzionale all’indizione di eventuali  concorsi a cattedra, poiché  non ci sono gli elementi oggettivi per bandirne di nuovi , secondo l’Art. 400 del Decreto Legislativo Legislativo 16 aprile 1994, n. 297 (Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di istruzione) “ L indizione dei concorsi è subordinata alla previsione del verificarsi nell ambito della regione, nel triennio di riferimento, di un’effettiva disponibilità di cattedre o di posti di insegnamento” e in alcune province ancora sono da espletare le liste dei concorsi ordinari del  1990 e del 1999.
In più   ci sono in Italia 250.000 precari storici da stabilizzare perché inseriti in graduatorie ad esaurimento  più altri 20.000 docenti abilitati in attesa di essere inseriti a pieno titolo in queste liste .
Sulla base di questi dati appare incomprensibile l’attuazione di nuovi corsi abilitanti alla docenza come il Tirocinio Formativo Attivo (TFA), fortemente voluto dall’On. Maurizio Lupi e da Comunione e Liberazione, in una situazione di grande incertezza aprire nuovi percorsi di abilitazione senza alcuna trasparenza sia sulle procedure che sulle attività di reclutamento, oltre a mortificare le legittime aspettative di tutti coloro che si accingeranno a spendersi per cercare di ritagliarsi uno spazio lavorativo, rischia nei fatti di spaccare ulteriormente la categoria e di mettere  i lavoratori l’uno contro l’altro.
Lavoratori che per accedere a questo tirocinio dovranno sborsare alle Università non pochi soldi , solo l’iscrizione per la preselezione  dovrebbe partire da un minimo di 30 euro (la cifra varierà da una sede all’altra!!) e, nel caso fortunato si dovesse superare  questa prima fase di accesso, subito ci saranno 3000 euro da sborsare in un'unica soluzione per accedere al corso, soldi  che aiuteranno molto le casse delle università italiane sempre più in rosso per via dei continui tagli. Sembra quindi più un’operazione studiata per rispondere alle esigenze delle Università che dei precari, sui quali lucreranno anche i sindacati, con i vari tesseramenti e corsi di formazione , enti accreditati e tutto l’universo che orbita attorno alla formazione
Un altro aspetto che dovrebbe allertare sarà il sistema di reclutamento e i criteri di valutazione nella prima fase selettiva,  oltre  il solito quizzone,  le altre prove saranno strutturate dai docenti universitari attorno ai quali ruotano i vincitori di dottorati di ricerca che potrebbero risultare in una posizione di vantaggio “culturale” rispetto alla pletora di precari,  magari con decenni di insegnamento sulle spalle, non riconosciuti!

Adele Dentice

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