mercoledì 25 aprile 2012

La piccola guerra dei poveri morti di fame



Accanto ai poveri, poi, ci sono i poverissimi, quelli che versano non solo  in condizione di totale indigenza, ma che subiscono l’indifferenza delle istituzioni e di quei soggetti che si dicono a parole dalla parte degli ultimi. In questa Puglia, virtuosa all’esterno, percepita come l’Eldorado dei diritti e della democrazia, mentre  all’interno registra sfacelo economico per singoli e famiglie (28,69% dalla Fondazione G. Brodolini in collaborazione con il Consorzio Meridia e coordinata dal prof. Vito Peragine dell’Università di Bari) può succedere che a Bari un uomo si incateni sotto la sede Rai per reclamare civilmente  i propri diritti negati nell’assoluta indifferenza dei media e delle istituzioni che, in questo soleggiato 25 Aprile 2012 , sono  occupate a sventolare bandiere e a farci la morale sull'Unità Nazionale e sulla Costituzione, quella del 1948, fondata sulla solidarietà sociale, ormai incompatibile con i nostri tempi per cui ci si può lamentare, scioperare, incatenarsi, come oggi ha fatto il signor Marcato, peggio ancora suicidarsi ma il risultato non cambierà: stiamo vivendo una nuova selezione darwiniana che dal mondo del lavoro arriva ad azzannare le famiglie e i singoli individui.
La storia di Marcato Giuseppe rientra perfettamente nella casistica che ormai non fa più notizia  quella della perdita una piccola impresa familiare, che si porta via benessere, casa e familiari, Per mesi  hanno stazionato sotto il Comune di Bari , insieme ai coniugi Tempesta, ma per loro nulla, se non l’amichevole solidarietà di pochissime persone; dopo mille traversie l’occupazione di uno stabile in uno dei tanti inferni che circonda la città di Bari, sul quel pezzo di lungomare abitato da un sottobosco di umanità che alterna espedienti e malaffare.Vivono lì ormai da mesi senza luce , gas, servizi igienici , tra rifiuti di ogni genere e l’amianto,   nel frattempo la famiglia si è divisa, le figlie minorenni sono state accolte in un istituto, la madre ha trovato un’altra soluzione abitativa così come l’altra figlia, con Giuseppe è rimasto solo il figlio grande che con il padre divide la disperazione e la voglia di riscatto.
Le esternazioni di questo padre di famiglia racchiudono in forma sintetica, l’esatto autentico panorama emotivo della situazione in cui si trovano migliaia di famiglie e non si parla qui di una povertà fatta di stracci , o dell’ impossibilità di poter pagare i conti a fine mese, qui si parla di persone  a cui è stato strappato il diritto a vivere dignitosamente  , anche se in condizioni precarie e di bisogno;uno stato, questo, di degrado e di umiliazione che non può trovare alcuna giustificazione nei ritardi burocratici, fisiologici ormai, o nel sovraccarico di lavoro che lamentano i servizi sociali.
In un’Italia subissata da servizi di inchiesta televisiva predisposti ad hoc dai talkshow per cercare di suscitare la compassione dei telespettatori, debitamente accompagnati dagli opportunisti che cercano solo di coltivare un bacino elettorale per continuare a mantenere una poltrona nelle istituzioni, il signor Marcato è una nota stonata rispetto al concerto di ovvietà vomitate dal politicamente corretto   di turno. Lo scandalo del  libero pensiero quello divergente e accusatore del sistema  sia se espresso in modo semplice che con linguaggio articolato deve essere silenziato e in questa ottica si giustifica  la incomprensibile resistenza della emittente Rai a dare spazio mediatico a questa notizia “irrilevante”. Le  giustificazioni  che sono state addotte nel corso della mattinata si sono incentrate in particolare nel mancato comunicato  (mail sono state inviate a tutti gli organi di stampa), né ci ha aiutato il numero irrisorio (una ventina stabili più altri occasionali)  della congrega di sostenitori che stazionava giù sotto le vetrate della sede  del’emittente  di Stato , ma alla fine, dopo ore di attesa, parole, ordini , la nostra piccola resistenza ha avuto la meglio ed è stato concessa l’autorizzazione a registrare le parole di Giuseppe, una vittoria piccola piccola non eravamo molti ma la causa era grande, ma noi siamo ciucci in matematica e per noi la vita di uno è uguale a mille e i Partigiani, che oggi l’Italia ricorda, erano pochi.

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