sabato 14 aprile 2012

La vera rivoluzione la fanno L’oro


Il governo Monti ha “rivoluzionato” la dicotomia Destra-Sinistra ,
lo”scopriamo”avventurandoci nel gioco delle “sante alleanze” che
affiancano l’IdV e il PD mentre la Sel di Vendola comunque si
sente vicina al PD, e Diliberto e Ferrero fingono di distanziarsi ma
sanno che i loro voti andranno al PD per impedire ai fascisti,
razzisti, populisti, di prendere il “potere”, magari mascherandosi
sotto sedicenti liste civiche rubacchiando qua e la nomi e programmi
di movimenti realmente antisistema ; intanto tutti,
destra-sinistra-centro, inneggiano al buon Monti e alla sua politica
Distruggi Italia, un minestrone da commedia all’italiana che
rappresenta l’ ampia prova di come tutto funzioni verso un unico
obiettivo, a volte detto , oppure accennato, o sottinteso, la
riforma totale in senso liberista, una “riforma”che, impostata per via
statalistica, conferisce la sicurezza di “avere ragione” ; così , lì
dove non erano riusciti la DC e Berlusconi, arriva salutato
entusiasticamente come l’avvento di una taumaturgia liberista il
governo Monti – Draghi e la sua monolitica dittatura
dell’economia,entità impersonale che, va detto, è stata ben
sostenuta e preparata da un humus favorevole, composto non solamente
dai partiti e dai loro partner ma anche dalle periferie dell’impero ,
ottime divulgatrici del pensiero unico dell’intrallazzo e della unità
di azione , nascosta dal finto tifo sportivo degli intellettuali,
sacerdoti –custodi del neocapitalismo, appannata eredità storica della
vecchia contrapposizione Dc - PCI.
Oggi è più che mai fuori luogo parlare di destra-sinistra perché
questa dicotomia presupponeva la sovranità monetaria dello stato
nazionale, che, andata persa, si è trascinata con sé la sovranità
popolare, sostituendo all’utopia di uno stato democratico, una reale
autocrazia.
Un processo rivoluzionario avvenuto nella totale inconsapevolezza dei
cittadini che ancora rimangono legati per forza inerziale alla
simulazione Destra/Sinistra, alla cultura dell’antifascismo e
dell’anticomunismo in totale assenza dell’uno e dell’altro. Uno
scenario apparentemente variegato e spezzettato che può sottomettersi
alla disciplina razionale di Monti o divenire facile preda del
dissenso corporativista e populista che non crede nei partiti e
utilizza la rabbia , per indirizzare la gente comune contro la
spregevole sotto-casta intercambiabile della catena di politici di
turno, i cui privilegi sono , a conti fatti, il minore dei mali.

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